Sulla costa di Ulisse, la scenografia, che tutti gli amministratori mettevano in piedi ogni anno per accogliere i fantasmagorici “turisti”, aveva come fine celare la realtà, come ogni scenografia che si rispetti.
Una delle cose che più mi indignava in tutta la tragicommedia, era che tutta la manovra serviva solo a occultare i mali cronici di tutte le realtà balneari sul Mare di Ulisse: l’immondizia, le strade rattoppate alla meno peggio per nascondere le voragini, le fogne che finivano nel mitico Mare.
Quei pessimi capocomici camuffavano la miseria, costruendo “muri” fittizi affinché non si potesse vedere la povertà e le assurdità delle città. Quartieri depressi con decine di persone in balia dell’indigenza e senza una via di scampo ai loro problemi. Alcune di loro sopravvivevano cibandosi alla meno peggio. Si era arrivati persino a vivere prima nella capanna dello zio Tom sulla spiaggia e poi in un ex chiosco da giornalaio.
Gli amministratori pensavano prevalentemente a costruire muri di varia natura nella speranza che le persone non li smantellassero. Gli illuminati amministratori, di fronte a tutta quella disgustante situazione, non si ponevano limiti. Per dare un tono “universale” a queste poche righe, chiamo a testimoniare il “muro”, che tutto il mondo vide in TV, costruito dalla Repubblica Dominicana, affinché il Papa non vedesse la miseria della gente durante la sua visita. Questi signori del potere occultavano la sofferenza dei popoli, però non facevano nulla per combatterla. Altri muri furono costruiti in diversi angoli del mondo, come quello di Berlino, durante la Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti, che finirono per separare un popolo sottomettendolo ai propri fini politici ed economici. Migliaia di famiglie rimasero divise per diversi decenni, vivendo l’orrore ed il dolore di quella lacerazione. Molti tentarono di oltrepassare il muro, pochi ci riuscirono, altri persero la vita sotto i proiettili delle guardie o sui campi minati della Germania Est. Alla fine lo fecero crollare o “crollò”.
Senza dimenticare il muro che divide le due Coree e che corrisponde alla stessa politica di potere e supremazia delle grandi potenze, come la Cina ed i suoi interessi. Il popolo coreano è diviso e contrapposto. Ad intere famiglie è stata preclusa la possibilità di vedersi o di avere notizie l’una dell’altra per decenni e non gli resta altro che preservare i ricordi ed aspettare il giorno fatidico. Non un giorno qualsiasi, bensì proprio quello, il giorno in cui cadeva il muro della divisione e potevano ricongiungersi negli sguardi e nel cuore.
“La comunità internazionale vive, sconvolta”, si fa per dire, nell’attesa che la questione mediorientale trovi una soluzione politica e che cessi la violenza che sta dissanguando i popoli di Palestina ed Israele. Israele, invece di risolvere il conflitto, ha costruito un muro per separare i palestinesi, confidando che questo limite significherà sicurezza.
L’odio non può essere fermato con i muri. La resistenza di un popolo che vuole esser libero non si fa piegare da un muro. La sofferenza non ha limiti e spinge molti palestinesi ad immolarsi sugli altari della libertà. Si potrebbero riempire centinaia di pagine disumanizzanti sulle atrocità degli umani al potere. Ciò che comunque prevale nella mente di chiunque detiene potere, sono gli interessi di pochi rispetto all’interesse generale. A questa vomitevole regola, nel loro piccolo e miserevole mondo, non sfuggono alcuni amministratori calabresi. L’intolleranza e la tracotanza del potere non conosce, e non vuole riconoscere, il diritto ad una vita migliore dei propri cittadini-sudditi.
Quanti sono i muri di insensibilità e disprezzo verso la vita umana di questo Occidente “civilizzato”? Che muri hanno costruito per non vedere, né sentire il grido di protesta ed il dolore della povera gente che, pur di fuggire dalla fame e dalla guerra, finisce per morire annegata nel mare di Ulisse? Forse un po' di quel “muro” è anche dentro ognuno di noi. Se non si riesce ad abbatterlo e non ci si sforza di capire e rispettare il diritto degli altri, non si riuscirà mai a cambiare qualcosa in questo mondo balordo e folle.
I potenti, comunque coerentemente alla loro nauseabonda esistenza, continueranno a costruire i muri della stupidità e della crudeltà umana. A costruire le barriere tra gli uomini. Bisogna anche dire che le “barriere”, queste costruzioni, rappresentano la ferocia e bruttura degli uomini nella storia dell’umanità essendo state costruite espressamente per separare e dividere. Nei casi più estremi, esse hanno a volte confinato intere aree abitate per essere poi abbattute. I “ruderi” sono ancora qui fra la gente e richiamano l’attenzione su tutto ciò che non ha funzionato.
All’alba, da dietro le colline che cingono il mio paese d’origine, il sole sorgerà e splenderà come sempre sulle acque calme dell’Ulisse di settembre e le persone si sveglieranno “tranquille” e serene e questo scritto, per molti, sarà semplicemente unsogno demenziale, conseguenza dell’abbondante cena della sera prima.
Gigino A Pellegrini & G elTarik