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La segreteria della Lega SPI-CGIL del Comprensorio di Amantea emette una durissima nota con la quale , in buona sostanza, fa il punto sui PAC e ne anticipa il ferale fallimento, con danno per tutti gli anziani del comprensorio, e chiede con forza le dimissioni dei responsabili.

Ecco il testo della nota e di seguito l’elenco dei servizi che sarebbero stati resi alle comunità del comprensorio

“ La storia dei PAC continua sempre più nera. Il vaso ormai è colmo!

Ci rivolgiamo agli Amministratori del Comprensorio di Amantea e ai funzionari dei servizi sociali perché prendano atto pubblicamente della loro” azione fallimentare” nella programmazione e gestione dei PAC   (“Piano d’Azione e Coesione-Servizi sociali domiciliari in favore degli Anziani non autosufficienti con più di 65 anni”, finanziato dall’Europa con oltre 620.000 Euro, con scadenza a dicembre 2015 ) e restituiscano il mandato ai cittadini dimettendosi dalle cariche ricoperte per incapacità politica e incompetenza amministrativa.

Siamo convinti che tale decisione sarebbe per loro un atto di seria assunzione di responsabilità verso le Istituzioni Nazionali ed Europee e, nel contempo, di scuse e rispetto verso quelle persone bisognose a cui è rivolto il Decreto. Siamo altresì convinti che, così facendo, non solo salverebbero la propria faccia, ma soprattutto quella dell’intera comunità che rappresentano.

Quale può essere stato il vero motivo che ha determinato la perdita del finanziamento e privato le persone bisognose di prestazioni sociali domiciliari per loro vitali? In questo ambito l’Asilo Nido previsto dai PAC che fine farà? Se non realizzato costituirà un’ennesima mancanza di servizi per l’infanzia.

Chiediamo che venga fatta luce sull’intera vicenda per ripristinare quei principi minimi di verità, di democrazia, di trasparenza e di rispetto verso le persone indigenti.

Che tipo di società e quale futuro si prospetta per l’intera comunità del Comprensorio?

La storia dei PAC in breve.

La Lega Spi-Cgil di Amantea, già dal 12 aprile 2012 si è fatta promotrice di informare il Comune capofila di Amantea della proposta di programmare interventi sul Comprensorio per elevare lo stato sociale delle persone con più di 65 anni e non autosufficienti, in base al dettato del Decreto Barca sulla coesione sociale (PAC) che prevede prestazioni sociali e domiciliari per circa un triennio, con un finanziamento di oltre 620 mila € in 2 riparti.

Risulta dagli atti che il Comune di Amantea, ad agosto dell’anno 2014 è stato inserito nell’elenco di Comuni degli aventi diritto al finanziamento del primo riparto.

Mentre del secondo riparto, ad oggi, non si ha notizia. Riteniamo, pertanto, che gli inspiegabili ritardi accumulati non garantiscono il buon fine del progetto.

Infatti, le settimane di prestazioni previste originariamente dal Decreto erano 36, passate a 28 settimane dal bando di gara.

Il mancato espletamento delle procedure e, quindi, il mancato avvio dell’erogazione dei servizi previsti ha ulteriormente ridotto le settimane contemplate e, tenuto conto che la rendicontazione va prodotta entro dicembre prossimo, possiamo parlare eventualmente solo di pochi giorni di prestazioni e di un intero fallimento.

E’ certo che così il servizio non potrà essere erogato per mancanza dei termini previsti e, di conseguenza, verranno persi oltre 620mila euro.

Questa, in sintesi, è l’amara storia dei PAC nel Comprensorio di Amantea.

Invitiamo i cittadini a prenderne atto e ad alzare la testa. Invitiamo i responsabili a dimettersi.

Amantea 06/09/2015                           La Segreteria Lega SPI-CGIL Comprensorio di Amantea

Ecco perché chiediamo le dimissioni.

“Al fallimento della programmazione politica e gestionale dei PAC , che abbiamo trattato in due precedenti volantini, va aggiunto il totale disinteresse verso la realizzazione dei PIANI SOCIALI DI ZONA che rappresentano uno strumento , previsto dalla legge n. 328/2000, fondamentale per una moderna ed efficace programmazione di crescita socio – economico - culturale del Comprensorio (WELFARE).

In quest’ottica s’inquadra la nostra proposta di attuazione già presentata nel 2010, sottoscritta dalla Giunta di allora e dalla Consulta Popolare, ma che continua ad essere disattesa nonostante gran parte di Assessori e Consiglieri di oggi ne siano a conoscenza per aver fatto parte dell’Amministrazione Comunale precedente.

Il caparbio rifiuto di assenza di dialogo con le parti sindacali e sociali, determinano, da parte di chi è stato chiamato al governo locale, accentramento delle decisioni ( lungomare, ampliamento porto, adeguata programmazione turistica, ecc.), scarsa pratica democratica e di conseguenza poca consapevolezza da parte dei cittadini.

Di seguito riproponiamo i contenuti della nostra piattaforma: ( nell’ambito dei Piani Sociali di Zona )

•          Politiche tributarie e tariffarie secondo i criteri indicati sul bando agevolazioni su(acqua- rifiuti-altro);

•          Politiche sociali territoriali per consentire agli anziani di rimanere nel proprio ambiente familiare;

•          assegno per l’assistenza del cittadino anziano;    

•          trasporto gratuito o agevolato su tutto il comprensorio rivolto agli anziani che vivono soli e lontani dai centri sociali urbani;

•          apertura dello sportello unico di accesso per tutti i servizi socio-sanitari;

•          predisporre e consegnare a tutti la Carta dei Servizi per consentire la conoscenza dei propri diritti;

•          creare o mettere a disposizione strutture esistenti per realizzare ( Centri diurni per Anziani) autogestiti;

•          eliminazione delle barriere architettoniche, prevedendo l’obbligo per le licenze di nuove opere;

•          studiare la possibilità di realizzare sul comprensorio piste ciclabili, verde pubblico, spazi liberi e per il pattinaggio;

•          per la vigilanza e sicurezza istituire i Vigili del comprensorio, inteso come amico del cittadino a cui rivolgersi in caso di bisogno;

•          curare l’illuminazione pubblica come garanzia di sicurezza per gli anziani;

•          ambiente e salute: rimozione urgente delle coperture di eternit ( pericolosissime per la salute);

•          cura- rispetto- salvaguardia dell’ambiente;

•          puntuale e serio controllo dello stato di potabilità dell’acqua, per bere quella del rubinetto ( si risparmia e non si inquina);

•          pensare ad un servizio di rifiuti Urbani in modo moderno e scientifico, studiando la possibilità di utilizzare nuove tecnologie con impianti che li trasformano in materia prima per nuova energia;

•          organizzare incontri popolari e scientifici per studiare la possibilità di proporre, attraverso la conferenza dei sindaci,nuove forme di strutture e servizi sociali e sanitari nel Comprensorio come” La Casa della Salute” con lo sguardo verso un nuovo welfare da prefigurare e programmare nei Piani Sociali di Zona.

Per tanta inefficienza dimostrata, con urgenza, chiediamo le dimissioni di tutti i Sindaci ed Assessori del Comprensorio.

Amantea 06/09/2015                                  La Segreteria Lega Spi- Cgil Comprensorio di Amantea

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G. è arriva to in territo rio canade se, all’aero porto Dorval di Montreal dove qualche anno prima aveva passato una notte in compagnia di due agenti della polizia di Stato canadese, con l’accusa di seduzione ad una minore figlia di un console europeo. Oggi, invece, a distanza di quasi 40 anni, lo stesso G ha di fronte, non il bellissimo viso della quasi maggiorenne francese, ma il rullo del ritiro bagagli che scorre sotto i suoi occhi. Centinaia di valigie di ogni forma e modello sfilano con incedere lento. Viaggiatori felici ritirano il proprio trolley mentre il suo tarda ad arrivare. Ed ecco che il timore inizia a farsi largo tra i suoi pensieri: “ Fuck! La mia valigia non ci sarà”! L’incubo che non avrebbe voluto mai vivere si era palesato, dopo circa un’ora di vana attesa. Poi la delusione, l’arrabbiatura e una domanda che attendeva risposta: “E ora che faccio”? Nel suo cercare di capire dove iniziare la ricerca, individuava una insegna a cui aggrapparsi: “Lost & Found” dello scalo portuale. Presentare il biglietto, il tagliando della valigia e compilare il modulo di reclamo. Prima in francese poi in inglese, l’uomo dietro il bancone chiede: “ha smarrito le valigie?”. G. lo guarda negli occhi e in inglese gli dice che la sua valigia aveva probabilmente deciso di non seguire il padrone in quel suo viaggio che a molti altri appariva come una follia. Una follia quello di andare alla ricerca del proprio passato che oggi gli appare sotto la veste di un incubo e non un sogno. Ha schiumato rabbia per circa tre ore in quell’aeroporto, per aver dovuto improvvisare un look finto casual con quei pochi indumenti che si ritrovava addosso insieme a dei ridicoli sandali infradito, mentre il suo abbigliamento invernale vagava per l' Europa in una valigia smarrita. In quello stesso momento io me ne stavo ferma nel silenzio più assoluto in uno spazio anonimo e privo di presenze umane. Dal calduccio dell’armadio del mio ex padrone, Toby One Kenobi, a questo luogo freddo e inospitale governato da mani che ogni tanto mi palpavano, mi giravano e mi rigiravano per poi abbandonarmi insieme a tutta questa roba che mi ritrovavo dentro. Bene. Dovete sapere che le amarezze non sono finite lì. Nella mia mente, in attesa dell’aereo che mi avrebbe portato via dagli “aeroporti di   Roma”, così c’era scritto sul muro di fronte a me, riaffioravano i momenti di stretta intimità passate con altre valigie in quell’armadietto su in alto in casa di quel Toby che, senza pensarci due volte, mi aveva allontanato sia da casa sua che dalle mie simili e da uno zainetto molto carino , consegnandomi nelle mani di questo G di cui non conoscevo nulla. A molte migliaia di km di distanza a G riaffioravano davanti agli occhi le immagini di Andrèe che litigava con il padre al telefono per averli fatto prelevare dall’aereo che avrebbe dovuto portarli in Europa. A Ginevra. G si sforzava di ricordare quei momenti di assoluto sconcerto in quello squallido ufficio dove si erano infranti i desideri di passare un’estate insieme alla sua ragazza lontano da quel bastardo del padre che in quel telefono diceva alla figlia che un agente canadese l’avrebbe riportata a casa. “ Se per disgrazia il bagaglio non ha più l' etichetta con i dati personali di riconoscimento, un giorno i vostri oggetti più intimi saranno venduti.” La voce era quella dell’agente doganale canadese. Già, all' asta. Sembra incredibile, ma dove si trovava la sua valigia, cioè all' aeroporto di Fiumicino, ce ne sono 800 di altre valigie orfane che stanno per essere concesse al miglior offerente. Almeno a sentire l' allarme lanciato da qualche politico in cerca di notorietà. Lo ha saputo a seguito di una ispezione compiuta da qualche ispettore nello scalo della capitale in preda al caos bagagli. E, tuonando contro la società che gestisce Fiumicino, ha denunciato: “Manca il presidio e il controllo dei processi. La dimostrazione non è solo nell' altissimo numero di bagagli ammassati ovunque ma addirittura, hanno scoperto due magazzini con ben 800 bagagli senza scontrino che saranno messi all' asta”. Lo scenario che gela le vene di qualsiasi passeggero non è affatto sconosciuto nel settore. E non stupisce gli addetti ai lavori. Per loro sono oggetti smarriti come la varietà impressionante di cose che affollano i magazzini di Fiumicino: biciclette, scarpe spaiate, strumenti musicali, canoe, giocattoli e persino settantamila euro in contanti dimenticati in media ogni anno da turisti distratti. Anche se fonti aeroportuali parlano di numeri diversi. Dicono che le valigie accumulate negli ultimi due anni e mezzo, e cioè da quando l' ultima asta è stata bandita, sono circa 150. E quelle valigie, sottolineano, sono quelle che proprio non si è riusciti a identificare malgrado i tentativi. Ma in cosa consistono questi tentativi? In un primo momento la valigia che non ha seguito il suo padrone in viaggio, magari su un altro volo coincidente, viene portata - dalla compagnia che la ritrova, o dalla società che per conto di essa gestisce il servizio a terra - in un ufficio di “Lost & Found (persi e ritrovati). Lì attende il ricongiungimento con il proprietario. Lui nel frattempo ha sporto una denuncia che è stata immessa in un circuito mondiale attraverso un sistema informatico. Le più fortunate ritrovano così il padrone. Viene applicata un' etichetta con su scritto “riavviamento” e vengono spedite a destinazione o all' origine del volo. Ma le altre? I guai arrivano per quelle che non hanno più l' etichetta di partenza. E che magari i proprietari hanno rinunciato a cercare. Passato un po' di tempo, vengono passate alla società di gestione dell' aeroporto che li tiene in consegna. Ma alla fine viene indetta un' asta. A quel punto la valigia viene aperta in presenza di un ufficiale della Finanza e uno delle Dogane. È l' ultimo tentativo. Dopodiché sarà messa in vendita. L' asta è aperta al pubblico e adeguatamente pubblicizzata. Il bagaglio viene adagiato su un tavolo e da lontano il compratore scruta per vedere se contiene abiti in seta di una fascinosa donna fatale o camicie e calzini usati di un impiegato di ritorno da una trasferta di lavoro e fa la sua offerta. G nel frattempo è arrivato a Edmonton nella Provincia dell’Alberta dove ad aspettarlo all’aeroporto c’è il suo amico Pasqualino che per tranquillizzarlo, gli racconta l’avventura vissuta dalla sua moto. Partita dal “check in” di Francoforte per seguirlo sullo stesso volo di ritorno in Canada, si ritrovò a Sidney Australia; e dopo un’altra serie di scali intorno al mondo, era poi ritornata al legittimo proprietario, che non l’aveva ripudiata, 20 giorni dopo. "Da una rapida ricerca sul PC, ho rintracciato la sua valigia nello scalo di Roma Fiumicino. Fra un paio di giorni il suo bagaglio la raggiungerà. No problem”. La voce rassicurante è quella di una gentile e sorridente funzionaria delle Dogane canadesi.

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Minculpop è la sigla del Ministero della cultura popolare durante il governo di Mussolini, quello che eufemisti camente aveva il compito di controllare la cultura e di organizzare la propaganda del fascismo.

 

Prima si chiamava Ministero per la Stampa e la Propaganda.

In sostanza stabiliva cosa gli Italiani dovessero sapere e con non dovessero sapere.

Certe volte mi chiedo se ci sia tanta differenza con quello che succede oggi. A tutti i livelli.

Ed a sollecitare la mia attenzione spesso sono “amici” del sito.

Uno di questi( sempre puntuale, in verità) ci ha chiesto di parlare della segnaletica.

Ed all’uopo ci ha inviato una foto emblematica.

Quella che vi mostriamo.

Uno scorcio di Mare( siamo a Coreca) , un palo ed in testa, come un totem, i resti di un vecchio segnale triangolare.

Il mare ed il tempo hanno distrutto il 90% del segnale, al punto che non si comprende cosa sia stato.

Ci ha chiesto il nostro lettore “ In corso la segnaletica orizzontale , con tanto di comunicato stampa. Ma la segnaletica verticale , a quando?”

Non lo sappiamo. Come noto i nostri amministratori ci fanno parlare di quello che loro scelgono e non di quello che interessa la comunità !

Meno male che ci sono i siti web liberi! Per quel poco che possono valere!

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