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E’ da ritenere che a breve la Villa comunale sarà riaperta.

Vediamo spesso auto con bambini che vogliono accertarsi di persona se la “loro” villa è ancora chiusa.

 

Poverini, loro non comprendono i misteri della burocrazia.

Come spiegare, per esempio, “ che misteriosamente il tirante di acciaio si è arrugginito?”

E come far capire la frase che si legge e che dice “non risulta dall’esame del pezzo caduto il troncamento netto e vergine del ferro ( acciaio o ferro?), esso risulta ricoperto di malta a dimostrazione che se rottura c’era stata questa era avvenuta in fase di lavorazione e che l’attacco fino ad ora era stato garantito dalla semplice malta” ?

 

Si dovrebbe supporre, quindi, che quando è stato avvitato il gancio soprastante la piastra la forza praticata è stata talmente intensa da tranciare il tirante?

Se l’avvitamento venne fatto a mano ci troveremmo di fronte ad un Ercole redivivo.

Se, al contrario, l’avvitamente venne fatto con un apposito mezzo meccanico si dovrebbe supporre che nessuno degli 11( se non sbaglio) direttori dei lavori sapesse cosa veniva fatto e che pertanto sbagliato l’apposito mezzo meccanico tutti i bulloni sono rischio di caduta, visto che sono tenuti solo dalla malta!

Alla faccia del collaudo!

Certo è che la piastra era arrugginita e che invece dell’acciaio venne usato ferro!

Comunque notiamo segni di miglioramento della situazione.

Il primo è che viene tagliata l’erba.

Il secondo è che abbiamo visto un nutrito numero di persone accedere nella villa.

 

Qualcuno ci ha detto che si trattava di esperti collaudatori che erano andati a vedere lo stato delle cose onde determinare la ricadenza di altri rischi

Altri invece ci hanno detto che si trattava di turisti accompagnati da personale incaricato dal comune.

Comunque sia sono buone notizie anche se si trattava di turisti : impossibile che se c’era pericolo nella villa ci facevano andare i turisti. Vero?

Ed infatti l’ordinanza dispone la “realizzazione di misure minime di salvaguardia al fine di consentire in sicurezza (al) l’accesso dei visitatori alla parte della villa non investita dalla problematica”

Appena trovati gli euro necessari si potranno collocare le pareti necessarie per inibire l’accesso alla zona a rischio, in modo che i turisti possano riprendere a visitare la villa, magari sorvegliati da personale del comune .

Spes ultima dea!

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La vicenda è bruttissima. Si tratta dell’enne simo furto di mezzi ed attrez zatura agricoli in quel di Campo ra San Giovanni, che, come noto, manca di qualsi voglia presidio stabile di Forze dell’ordine e perfino della Polizia Municipale, e che per essere posta al confine con la provincia di Catanzaro sembra essere “terra di nessuno”.

E’ facile infatti giungere a Nocera Terinese e far sparire le proprie tracce.

Né può essere contestato alcunché ai pochi carabinieri della caserma di Amantea.

Ma andiamo ai fatti.

L’azienda ha sede nel fiume di Oliva, in una zona carente di abitazioni.

I ladri entrano e mettono in moto un autocarro sul quale salgono un trattore ed altre attrezzature per l’agricoltura.

Poi devono scappare.

Decidono di non perdere tempo ad aprire o scardinare il grosso cancello.

Preferiscono passare il muretto di blocchi che costituisce la difesa della azienda agricola

Ingranano la prima e travolgono il muretto, poi scendono lungo il fiume fino a raggiungere la SS18.

E’ notte . Nessun posto di blocco a controllarli. D’altro canto il traffico di autocarri sulla statale è sempre intenso ed occorrerebbero forze rilevanti per controllarlo.

A pochissima distanza la strada per Serra d’Aiello, un pò più avanti quella per Cleto ed Aiello Calabro, proseguendo quella che muove in direzione del Savuto( in questa stagione il fiume può facilmente essere passato da un autocarro)

E più avanti perfino la stessa A3

Nè sembra sia scattato alcun allarme tale da allertare i proprietari o le stesse Forze dell’ordine.

Non è il primo furto di attrezzature agricole nella zona e sicuramente non sarà l’ultimo.

Almeno fintanto non si attui un controllo interforze a presidio della popolosa frazione.

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Può sembrarvi strano, ma ad Amantea abbiamo avuto ospite Diogene il Cinico ad Amantea.

Forse c’era da tempo, confuso tra le decine di migliaia di villeggianti (ma che dico decine..) che ogni estate arrichiscono la nostra cittadina.

 

Eh, si. L’estate è una stagione ricca di presenze, durante la quale puoi fare straordinari incontri , anzi sorprendenti incontri, ma per la estrema confusione può sfuggirtene qualcuno.

Tra l’altro con tutte le strade chiuse non è possibile nemmeno camminare in auto e con l isole pedonali nemmeno in bicicletta e questo rende difficile scoprire chi arricchisce la nostra estate , la nostra città.

D’altro canto non era facile riconoscere Diogene, confuso nella impressionante umanità che ogni estate arricchisce le nostre spiagge, i nostri negozi, i ristoranti, gli alberghi e le nostre strade.

 

E per vero, con tutti gli incontri che si fanno, un vecchietto, pure malvestito, con la barba, può sfuggire di fronte agli altri (bei e belle) figuranti dell’estate amanteana.

Ma ora che l’estate è finita, ora che pure le rondini sono andate via , è più facile vederlo.

Gira spesso , si poggia ad un bastone ed ha in mano una lampada.

Oh, non che gli serva per vedere. No! Gli serve per farsi vedere.

Non vuole ( e non vogliamo noi) essere urtato dalle biciclette che vanno contro senso o messo sotto dalle auto dei disattenti automobilisti che se lo trovano in mezzo alla strada solo perché i marciapiedi sono occupati.

E poi per Diogene la lampada è un tutt’uno.

Senza la lampada stenteremmo a riconoscerlo.

Di lui ci hanno raccontato che mentre prendeva il sole sopra una panchina , quasi abbandonato , sarebbe stato avvicinato da uno degli addetti alla promozione del turismo , che, parlandogli in greco , si sarebbe discretamente informato se stesse bene, se avesse qualche problema, se avesse qualche desiderio e che l’addetto non avrebbe compreso la sua richiesta “"Scostati un poco dal sole" e si sarebbe allontanato prendendolo per un clochard.

Il fatto si sarebbe risaputo nella città e sarebbe giunto alle orecchie dei governatori che ne avrebbero parlato tra di loro e, sospettando potesse trattarsi di un emissario dei paesi del mediterraneo, avrebbero indetto un bando rapidissimo per trovare un amanteano ( andava bene anche un turista) conoscitore del greco antico.

Trovatolo lo hanno incaricato di capire chi fosse, da dove venisse e cosa cercasse ad Amantea.

Sembra, ma non è sicuro, che questo sia stato il dialogo:

D. Chi sei?

R Sono Diogene il Sinope , detto il Cinico o Socrate il pazzo. Nato a Sinope molti anni fa.

D Da dove vieni?

R. Sono cittadino del mondo.

D. Dove vivi?

R. In una Botte.

D. Qui , ad Amantea, che cosa cerchi?

R. La Biblioteca.

A questo punto l’incaricato dell’amministrazione avrebbe capito che era una provocazione.

Un conto è cercare l’uomo ( forse lo avrebbe trovato), ma la biblioteca………

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