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pulsanteDal mio albero di limoni, le foglie si adagiavano sulla roccia color ferro. L'aria era fredda, umida, e limpida; e anche il fischio del treno mi era indifferente. Me ne stavo rannicchiato sul mio letto mentre lo scorrere del fiume si allungava sulla superficie dell’Ulisse, palmo dopo palmo.

La striscia lattiginosa che tagliava il cielo, e che noi sappiamo essere la nostra galassia, per i greci rappresentava il latte perso da Era mentre allattava Ercole, che versandosi si sparse nel cielo. Quest'ultimo infatti, era figlio di Zeus ed Alcmena la quale, per paura di ritorsioni da parte della consorte del re degli dei, lo abbandonò subito dopo la nascita.

Stamane nello svegliarmi mi sono ritrovato in quella condizione di stupore e di turbamento in cui sprofonda ‘anima in particolari momenti.

La mia anima è stata da lungo tempo abituata a desiderare, oggi non trova più niente da desiderare, mentre non vorrebbe brutti ricordi.La norma di vita della tragedia -guerra può essere una sola.

Alla base di questo agire temerario, dettato e imposto dalla fame di potere, da una legge economica cui devono inchinarsi tutti i lavoratori e per cui è un rimedio sciocco trovare con le inchieste quello da condannare, sta il più idiota dei culti moderni, il culto della capienza. Non solo è disumano trovare il capro espiatorio, ma è vano, quando si è lasciato emergere questo stolto tirannico ed elitario consorzio produttore, fatto a compartimenti stagni per cui nessuno sarà colpevole. I nostri tiranni sono signori ingiusti e crudeli, amatori solamente dell'utile proprio.

"Conterò poco, è vero"

diceva l'Uno ar Zero

ma tu che vali? Gnente, proprio gnente.

Sia ne l'azzione come ner pensiero

rimani un caso voto e inconcrudente”.

Se la luminosità di mille soli irrompesse subito nel cielo, sarebbe come lo splendore di un potente diventato Morte, il Distruttore di Mondi.

Ma cosa saremo? Dei bambini che piangeranno nel buio. Bambini che piangeranno nel cercare la luce. Senza altra lingua che il pianto!

Nessun sole ci riscalderà e sarà la notte perpetua. Tutti gli alberi moriranno insieme al resto. Gli umani radioattivi si nutriranno della carne di uomini radioattivi.Le acque dei mari saranno avvelenate. I laghi e i fiumi scompariranno. Il fetore delle carcasse di uomini e animali si diffonderà nel vento e riempirà le naricidei pochi e malandati superstiti.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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CHIESA AMANTEASabato 25 e domenica 26 marzo 2023torna il più importante evento di piazza dedicatoal patrimonio culturale e paesaggistico italiano con l’apertura eccezionaledi oltre 750 luoghi inaccessibili o poco noti

In provincia di Cosenza aperti 4 siti di interesse storico e culturale

Cosenza, 24 Marzo 2023 – Poste Italiane partecipa al tradizionale appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico italiano in programma sabato 25 e domenica 26 marzo.

La manifestazione, giunta alla 31ª edizione, offriràl’opportunità discoprire tesorid’arte e naturain tutta Italia,con visitein oltre 750 luoghi in 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti di cui 4 in provincia di Cosenza.

Non solo monumenti dal riconosciuto valore, ma anche siti inediti e paesaggi sconosciuti, la cui importanza in termini di cultura, storia e tradizioni, talvolta nascosta o non convenzionale, racconta l’identità del Paese più bello del mondo. Saranno visitabili ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, e ancora esempi di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani. Non mancheranno poi itinerari nei borghi e visite inaree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici.

La manifestazione sarà inoltre un importante evento di raccolta fondi, per questo ai partecipanti verrà suggerito un contributo libero a partire da 3 euro,utile a sostenere la missione e le attività del FAI.

CHIESA DI SAN BERNARDINO DA SIENA (Amantea, Cosenza)

E’ l’edificio di culto più importante di Amantea, la quattrocentesca Chiesa di San Bernardino da Siena, sita nel centro storico, a 34 metri slm, ai margini dell'antica cinta muraria:modalità di insediamento preferita dall'Ordine degli Osservanti per sottolineare la loro originaria ispirazione di eremiti e la funzione di protezione della comunità. (fonte: giornatefai.it)

PALAZZO CARRATELLI (Amantea, Cosenza)

Il Palazzo si erge n posizione sopraelevata nel centro storico e con splendide vedute panoramiche sul mare e sul Castello ubicato sulla collina a ridosso. (fonte: giornatefai.it)

AZIENDA SURIANOLII (Amantea, Cosenza)

L'Azienda è ubicata nella zona "PIP" della frazione di Campora San Giovanni di Amantea, in prossimità della costa tirrenica e dei campi dove si coltivano il peperoncino calabrese e la Cipolla rossa di Tropea Igp. (fonte: giornatefai.it)

I GIGANTI DELLA SILA (Spezzano della Sila, Cosenza)

Nel cuore dell'altipiano silano c'è una Riserva affidata al FAI dal 2016: I Giganti della Sila. Cinque ettari di paesaggio autentico della Sila che viene dal latino "Silva" e cioè Bosco. (fonte: giornatefai.it)

Per conoscere l’elenco completo dei siti coinvolti e le modalità di partecipazione è possibile visitare il sito www.giornatefai.it

Poste Italiane – Media Relations

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paceeeeIo che sono nato negli anni trenta del secolo scorso ricordo molto bene l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale e le conseguenze disastrose: fame, miseria, bombardamenti, distruzione e morte. E ricordo pure con sgomento, ma i nostri parlamentari comunisti cantavano allora non “Bella ciao” ma “Bandiera rossa alla riscossa e il comunismo trionferà”, i giorni in cui i carri armati sovietici invadevano l’Ungheria. E la costruzione del muro di Berlino e la guerra fredda. Poi, finalmente dopo tanti anni d’attesa, il famoso muro cadde e così abbiamo assistito all’unificazione della Germania e le altre nazioni appartenenti al blocco comunista e al Patto di Varsavia cominciarono a respirare la libertà. La libertà ch’è si cara. Ora, purtroppo, sono stato costretto ad assistere ad un'altra aggressione. Le aggressioni della Germania nazista alla Polonia, dell’Unione Sovietica all’Ungheria, del Giappone all’America ( Pearl Harbor ce lo siamo dimenticato?), le abbiamo dimenticate. Adesso ho dovuto assistere all’aggressione sovietica all’Ucraina. L’Europa questa volta non è stata a guardare. Le nazioni europee tra cui l’Italia e l’America sono intervenute massicciamente fornendo al popolo Ucraino, selvaggiamente aggredito, armi e munizioni, per evitare questa volta che i carri armati sovietici potessero arrivare a Kiev, detronizzare il Presidente Zelensky e sostituirlo con un governo fantoccio. Fino ad oggi non ci sono riusciti, ma la guerra non è ancora finita. Si combatte ancora, i missili cadono sulle città ucraine distruggendo tutto, provocando disastri, feriti, morti e evacuazione. Più di nove milioni di ucraini sono stati costretti ad abbandonare le loro case e ancora non si sa quando faranno ritorno nella loro amata Patria. E le sofferenze continuano, non si fermano, aumentano di giorno in giorno. In alcune città manca l’acqua, manca la luce, mancano cibi e medicinali. Ma non solo il popolo ucraino paga il prezzo di questa vile e sciagurata aggressione, lo paghiamo anche noi occidentali e l’Italia in particolare: aumento del gas, della benzina, della luce, dell’inflazione, della povertà, dei generi alimentari, dei trasporti. Mettiamo da parte questa valutazione che appartiene ormai alla storia e guardiamo in faccia la realtà di oggi. Questa guerra noi non l’abbiamo voluta. E’ stata la Russia di Putin che un giorno di febbraio dello scorso anno si è svegliato e ha ordinato al suo esercito di invadere l’Ucraina senza dichiararle guerra. Noi, occidentali e l’America in particolare, abbiamo deciso di sostenere l’Ucraina e difendere la sua libertà ch’è si cara. Ma ora, dopo un duro anno di guerra e di distruzioni immani, dopo l’invio di armi e munizioni, vale la pena cominciare a fare qualcosa di diverso, cominciare a fare pure qualche domanda. Ne è valsa la pena? Quando potrà finire l’invasione? In che modo? Chi sarà il vincitore? Nessuno sarà il vincitore. In una guerra così crudele nessuno potrà cantare vittoria. Le guerre portano solo sconfitte, miseria, fame, distruzione e morte. Quanti militari giovani d’ ambo le parti sono morti in battaglia? Migliaia di morti. E anche le madri russe piangono i loro figli che mai più rivedranno. Quanti innocenti sono morti nel fiore della vita; quanti giovani stanno soffrendo negli ospedali e nei campi di battaglia. Tutti quei baldi giovani che giocavano a pallone come noi, che correvano nei prati come noi, che ridevano come noi, che cantavano e guardavano la Tv come noi, sono piombati nel fango, eppure fino allo scorso anno erano ancora pieni di speranze. Le madri russe li avevano messi al mondo per andare a morire in Ucraina? Per questo li avevano cullati e vezzeggiati? Per vederli gettati in faccia al nemico che poi la maggior parte parlano la stessa lingua?

Ma la guerra continua e i missili sovietici continuano a flagellare l’Ucraina provocando ulteriori distruzioni e morti. E il piano di pace proposto dal Premier Cinese che fine ha fatto? E’ rimasto nel cassetto. Non se ne conoscono particolari e tempi. E cosa fa nel frattempo il Presidente Zelensky? Visita le truppe al fronte e chiede all’Occidente più armi, munizioni, aerei moderni e missili a lungo raggio. Bisogna fare presto, ammonisce le forze della Nato, perché ogni ritardo provoca più morti e allunga la guerra.

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