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Una ragazza di 22 anni ha ucciso a Crotone la madre di 48 anni, gravemente malata, soffocandola con un sacchetto di plastica.

 

 

Il fatto é accaduto nell'abitazione delle due, nel quartiere «Poggio Pudano».

La giovane é stata fermata dai carabinieri, avvertiti dal marito della vittima cui la giovane, al rientro dell'uomo a casa, ha confessato l'omicidio.

La giovane è stata condotta nella caserma del Comando provinciale dei carabinieri, dove attualmente è sottoposta ad interrogatorio da parte del pm di turno della Procura di Crotone.

La vittima dell'omicidio è Giovanna Salerno entrata in depressione dopo la diagnosi della malattia.

La figlia avrebbe potuto ucciderla per porre fine alle sue sofferenze, ma l'ipotesi non è confermata.

ll cadavere della madre è stato trovato sul letto.

 

L'omicida, stando alle prime notizie, era figlia unica.

La ragazza, stando alle prime notizie, era figlia unica e non ha fornito, al momento, alcuna spiegazione sui motivi che l'hanno indotta a commettere l'omicidio. La giovane non aveva mai manifestato segni di squilibrio ed avrebbe avuto con i genitori un rapporto normale.

I carabinieri del Comando provinciale di Crotone, che stanno conducendo le indagini, hanno effettuato il sopralluogo nella casa in cui é avvenuto l'omicidio ed hanno poi condotto la giovane in caserma per l'interrogatorio da parte del pm, Luisiana Di Vittorio.

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Sono tanti ad amare i gettoni di presenza.

Anche quando sono di scarsa entità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È successo anche al comune di Crotone dove nel maggio scorso la Procura aveva emesso 24 avvisi di conclusione delle indagini ad altrettanti consiglieri comunali di Crotone ritenuti “coinvolti” nell’indagine definita “Gettonopoli”.

L’accusa era stata di falso e truffa in concorso.

La posizione di 2 consiglieri era stata archiviata.

Il Pm Gaetano Bono ha chiesto il rinvio a giudizio per gli altri 22.

Si tratta di Domenico Panucci, Michele Marseglia, Pantaleone Megna, Ferruccio Colosimo, Teresa Cortese, Manuela Cimino, Sergio Contarino, Mario Scarriglia, Sergio Iritale, Fabio Lucente, Fabio Antonio Trocino, Giuseppe Candigliota, Nino Corigliano, Vincenzo Camposano, Michela Irene Cortese, Giancarlo Devona, Claudia Scarriglia, Fabrizio Meo, Enrico Pedace, Giuseppe Sorrentino, Michele Ambrosio, Salvatore Friesenda. Quattro di loro sono stati rieletti nell’ultima tornata del 5 giugno scorso: Ambrosio, Cimino, Pedace e Scarriglia.

Gli inquirenti contestano che durantele riunioni delle Commissioni consiliari si sarebbero falsificati i verbali delle sedute per ottenere “indebitamente” il cosiddetto "gettone di presenza".

I finanzieri di Crotone, che hanno operato le indagini , hanno analizzato i verbali relativi al 2014. In quell’anno le commissioni sarebbero costate circa 357 mila euro.

Sempre secondo gli inquirenti i verbali irregolari riguarderebbero una spesa di oltre 170 mila euro.

I finanzieri riferiscono di presunte sovrapposizioni di commissioni nelle stesse giornate e orari, e di altre in cui i consiglieri sarebbero stati assenti nonostante fossero segnati come presenti nelle riunioni.

Sembra anche che sia stata attestata la presenza formale di taluni consiglieri allo scopo di raggiungere il numero legale e quindi poter considerare la seduta fra quelle per le quali l’ente ha poi pagato i “i gettoni”.

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I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Crotone, su disposizione della Procura della Repubblica di Crotone, hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a 15 amministratori della Soakro spa,

 

società per la gestione del servizio idrico nella provincia di Crotone.

I reati contestati sono quelli false comunicazioni sociali, abuso d’ufficio e, a seguito della declaratoria di fallimento, bancarotta fraudolenta.

L’operazione denominata “Acqua chiara” è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone.

Rilevata una serie di affidamenti illegittimi nel periodo 2011-2015. Sarebbero stati stipulati diversi contratti di cottimo fiduciario e lavori di somma urgenza, che non potevano essere considerati singolarmente e che, superando il limite di 40 mila euro, andavano concessi attraverso le normali procedure e nel rispetto dei principi di trasparenza, rotazione e parità di trattamento.

Il totale dei contratti illegittimi ammonta a oltre 1,6 milioni di euro(Ansa)

La somma complessiva delle presunte attività illecite svolte dagli amministratori della società di gestione idrica Soakro ammonta a oltre 11 milioni di euro, allo stato delle indagini della Guardia di finanza di Crotone.

Dopo la sentenza di fallimento della società, emessa nel gennaio scorso dalla sezione fallimentare del Tribunale di Crotone, gli investigatori si sono concentrati su possibili condotte relative a reati fallimentari.

Le indagini hanno permesso di rilevare che, nel corso degli anni dal 2010 al 2015, la società ha posto in essere una serie di condotte che hanno generato un aumento dell’esposizione debitoria complessiva per oltre 50 milioni di euro, tipiche della bancarotta fraudolenta.

I dirigenti della società inoltre sono accusati di aver distratto fondi pubblici ricevuti da progetti cofinanziati dall’Ue per 710 mila euro.

Inoltre, sono state sostenute spese per manutenzioni a rete idrica per oltre 18 mila euro affidando i lavori ad un’azienda il cui Durc non era valido.

Nell’ambito dei reati contestati ai dirigenti della Soakro, l’indagine Acqua Chiara ha fatto emergere anche la distrazione di somme per oltre quasi 542 mila euro.

Secondo le accuse, negli anni dal 2011 al 2015, la società ha conferito un incarico di consulenza, privo di qualsiasi ragione economica, in quanto i relativi compensi sono stati erogati nei confronti di una società il cui amministratore, sulla base dell’attività ispettiva eseguita, è risultato aver svolto funzioni di amministratore ‘di fatto’ della società controllata.

Pertanto, per i finanzieri, tali compensi, per un ammontare complessivo di 470.738 euro erano piuttosto legati a quest’ultima funzione che non alla ‘formale’ consulenza affidata alla sedicente società di consulenza. Inoltre, negli anni 2013 e 2014, la società, ha erogato premi in denaro (una tantum e connessi al raggiungimento di determinati obiettivi) per oltre 71 mila euro che sono risultati essere privi di qualsiasi ragione economica, oltretutto perché gli obiettivi non sono stati raggiunti.

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