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La vicenda che ha scatenato i mass media amanteani in questi primi giorni del 2015 nasce dallo scioglimento del consiglio comunale di Amantea e dal successivo annullamento del decreto di scioglimento.

 

Dopo il reintegro alcuni amministratori hanno fatto ricorso al TAR di Catanzaro chiedendo il risarcimento dei danni subiti.

Ed il Tar Calabria Sezione II, con sentenza n. 343 del 27 marzo 2012 ha accolto la domanda risarcitoria, statuendo la sussistenza del requisito di colpevolezza dell’Amministrazione ai fini dell’affermazione della sua responsabilità, nonché l’ingiustizia del danno subito dagli interessati.

Sempre il TAR Calabria ha accolto la richiesta di un risarcimento per il pregiudizio di carattere patrimoniale connesso alla mancata percezione delle indennità, degli stipendi e dei c.d. gettoni di presenza tra la data del 4 agosto 2008, di scioglimento degli organi comunali, e quella del 14 aprile 2010, di reinsediamento degli stessi organi, con la conseguente «condanna dell’Amministrazione dell’Interno a corrispondere a ciascuno dei ricorrenti, a titolo risarcitorio, gli emolumenti di carattere fisso e continuativo connessi alla carica rispettivamente rivestita, non corrisposti nel periodo di scioglimento degli organi ordinari del Comune, dal 4 agosto 2008 al 14 aprile 2010», con la precisazione che «gli importi spettanti a ciascuno dei ricorrenti dovranno essere maggiorati della rivalutazione della somma dovuta a titolo risarcitorio, … nonché, con la stessa decorrenza, … degli interessi legali dovuti sulle somme progressivamente rivalutate…» (punto 5.1).

In Tar comunque “ha respinto la richiesta di risarcimento per i danni patrimoniali all’immagine e per i danni subiti sul piano curriculare e per la perdita di chance «non avendo i ricorrenti adempiuto all’onere probatorio gravante sugli stessi».

Purtuttavia sempre il TAR “ha accolto la richiesta di risarcimento per il danno di natura non patrimoniale all’immagine, «correlato ad interessi quali quello alla reputazione, all’esercizio delle cariche elettive, in connessione al godimento dei diritti politici, all’onore ed al lavoro», e ne ha disposto la liquidazione «sulla base di un criterio equitativo», ai sensi di quanto previsto dagli artt. 1226 e 2056 c.c., ritenendo «equa la determinazione del risarcimento, per ciascuno dei ricorrenti, in una somma pari a cinque volte l’ammontare degli emolumenti non percepiti, come determinati nel precedente punto 5.1», con rivalutazione monetaria e interessi legali”.

Stranamente , invero, molto stranamente , il Ministero dell’interno non ha appellato la sentenza al Consiglio di Stato e quindi la statuizione del TAR è passata in giudicato.

A tal punto non avendo l’Amministrazione provveduto all’esecuzione nel termine di 120 giorni indicato nella stessa sentenza, i signori Francesco Tonnara, Luciano Cappelli, Monica Sabatino, Antonio Carratelli, Sante Mazzei, Pasquale Ruggiero, Sergio Tempo, Michele Vadacchino e Gianfranco Suriano si sono rivolti nuovamente al T.A.R. di Catanzaro per chiederne l’esecuzione e per ottenere il risarcimento degli ulteriori danni derivanti dalla omessa esecuzione.

Ed il TAR si è pronunciato con la sentenza n. 149 del 2013.

Dal successivo ricorso il pronunciamento del Consiglio di Stato con la sentenza N. 03742/2013 e la nomina del Prefetto di Cosenza quale commissario ad acta.

Ora il pagamento.

Di che cosa?

  1. degli emolumenti di carattere fisso e continuativo connessi alla carica rispettivamente rivestita( sindaco, assessore, presidente del consiglio comunale) , non corrisposti nel periodo di scioglimento degli organi ordinari del Comune, dal 4 agosto 2008 al 14 aprile 2010», maggiorati della rivalutazione della somma dovuta a titolo risarcitorio, e degli interessi legali dovuti sulle somme progressivamente rivalutate;
  2. del danno di natura non patrimoniale all’immagine, «correlato ad interessi quali quello alla reputazione, all’esercizio delle cariche elettive, in connessione al godimento dei diritti politici, all’onore ed al lavoro», per un importo pari « per ciascuno dei ricorrenti, ad una somma pari a cinque volte l’ammontare degli emolumenti non percepiti, come determinati nella precedente lettera a)», con rivalutazione monetaria e interessi legali.

A chi? A tutti i ricorrenti .

Invero le somme sono estremamente differenti.

Per esempio il consigliere Gianfranco Suriano non percependo la indennità di assessore è rimasto a bocca asciutta , anche se dice l’ex vicesindano Cappelli che non ha avuto nemmeno spese.

Tra i restanti amministratori Francesco Tonnara, Luciano Cappelli, Antonio Carratelli, Sante Mazzei, Pasquale Ruggiero, Sergio Tempo, Michele Vadacchino e Monica Sabatino è stata proprio l’attuale sindaco, al tempo presidente del Consiglio comunale , Monica Sabatino quella che h avuto meno di tutti, anche se ricorda sempre l’ex vicesindano Cappelli “padre e figlia” hanno insistito per una indennità maggiore!

Altre diversità sono state poi indotte dal fatto che gli amministratori svolgessero o meno lavoro dipendente od autonomo

Insomma in attesa che il ministero dell’Interno comunichi, come per legge, i pagamenti eseguiti per avere contezza di quanto incassato si deve attendere eventuale autodichiarazione delle parti.

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Ecco cosa scrive l’ex vicesindaco Luciano Cappelli con relazione a quanto già intercorso con il sindaco Sabatino:

“La domanda iniziale (perche' una scuola costata circa un milione di euro non viene utilizzata ?)non ha ancora trovato risposta e sono sicuro che passerà' molto tempo prima di averla !

Che la signora Sabatino preferisca eludere i problemi l'hanno capito tutti”.

Poi il vice sindaco non usa più il fioretto ma la mannaia e continua evidenziando :

“Ma andiamo con ordine:

  1. punto :per quanto riguarda il risarcimento, il sindaco ha incassato da tre mesi la somma che il giudice ha inteso assegnarle, calcolata sull'indennità di carica di presidente del consiglio (circa 250 euro al mese) ,somma che avrebbe già potuto spendere per l'acquisto di nuovi giochi per bambini, come da lei dichiarato in campagna elettorale e come ha confermato su questo giornale ieri. Sarei molto sorpreso,vista l' avidità dimostrata dal sindaco in questa circostanza ,

 se lo facesse in futuro ! La stessa mente quando dice che abbiamo concorso alle spese legali nella stessa misura perché erano commisurate alle differenti indennità di carica percepite dal sindaco e dagli assessori”.

Un sindaco “avido e bugiardo” non è una cosa facile da dire e per non restare nel patrimonio civico riteniamo debba essere smentita con la stessa forza. Aspettiamo note stampa pronti a dare alla smentita il giusto e doveroso rilievo.

Ma il vicesindaco continua :

“Ma andiamo con ordine:

2)punto : la signora Sabatino non smentisce la cifra extra di 70000 euro incassata dal padre ,dice che OGGI il padre non può firmare contratti perché di competenza del segretario comunale.

Oggi no, ma ieri?

In mancanza di segretario comunale chi ne faceva le veci?

Il dottore Sabatino.

E chi poteva avere interesse a tenere lontano, ad allontanare o  a ridurre la frequenza settimanale di presenza del segretario ?

Chi materialmente firmava contratti ,incassava diritti di segreteria, etc”.

Anche questa è una accusa calata con la stessa mannaia.

E non sembra avere timore alcuno il dr Cappelli al punto da sfidare tutto e tutti e precisare:

“Se si vuole FARE CHIAREZZA ,si rendano pubbliche le dichiarazioni dei redditi del dottore Sabatino da quando l'attuale sindaco siede in Consiglio Comunale( dal 2006).

Si vedrà che sono cresciute sensibilmente.

Dal latino pareo (apparire) ,con il prefisso trans-(al di là ,oltre): la trasparenza e' la proprietà di quegli oggetti che permettono di vedere oltre se stessi.

Una finestra, per esempio,consente a chi vi si affaccia di guardare al di là.

A patto che sia pulita.

Questo semplice accorgimento potrebbe giovare al sindaco :predicare trasparenza va bene,ma sarebbe il caso,nel mentre ,di fare anche un po' di pulizia”. 

La comunità, perplessa, resta a guardare e si pone una prima domanda :”Perché la opposizione alla attuale giunta viene fatta da Cappelli e Suriano e non anche dalla minoranza istituzionale?”

Già !

Una domanda ,come altre inespresse, destinata a restare senza risposta!

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palme stazioneIl punteruolo rosso colpisce rovinosamente tutto il patrimonio palmizio di Amantea e lo sta letteralmente distruggendo.

Presso la stazione ferroviaria di Amantea le vecchie palme impiantate dal commendator Le Rose, storico capostazione della cittadina tirrenica, sono state quasi tutte colpite e distrutte.

Ne è rimasta in piedi una soltanto, ma anche essa sembra essere stata comunque attaccata dal coleottero asiatico.

Le altre stanno in piedi quasi per miracolo.

Anzi due di esse sono pendule, come la torre di Pisa ed a rischio di crollo.

Una potrebbe addirittura cadere su una casa sottostante

Proprio per questo. stamattina si sono visti gli operai delle ferrovie che dovranno comunque ulteriormente intervenire con il cestello e mozzare man mano i tronchi delle palme per evitare pericolosi cedimenti.

In modo improvvisato, comunque, l’area a rischio è stata circoscritta con strisce di plastica colorata che , nelle intenzioni, vorrebbero inibire l’accesso alla zona pericolosa.

Nemmeno le ferrovie hanno adempiuto al preciso obbligo di intervenire per salvare le palme della stazione ferroviaria, al pari del comune di Amantea, che però dalla sua può vantarsi di tagliare le foglie ed i tronchi per ridurre il rischio di crollo

Non sarebbe la prima volta che alberi o loro parti crollano determinando danni e talvolta perfino ferite anche gravi su quanti si trovino a passare nei pressi ed , in alcuni casi, anche la morte.

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