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Non sembra ci sia bisogno di ricordare che Giovanbattista Ruperto fu consigliere della maggioranza Tonnara nonché candidato alle recenti amministrative nella lista “Rosa Arcobaleno”

Circa la vicenda, invece, è necessario ricordare che si tratta di una vicenda simile a tante altre in questa città ed anche altrove.

Una vicenda di un circolo privato, denominato Us Acli Mendicino Club, sito ubicato a Campora San Giovanni, in Via Molise, e che procurava disturbo sia alla pubblica tranquillità anche alla quiete privata.

Nella pubblica via e nelle case private si sentivano “continui urla e schiamazzi anche notturni dagli avventori”.

L’ex consigliere comunale era stato portato in tribunale da alcuni residenti di Campora.

Il tribunale di Paola aveva pronunciato sentenza di condanna alla quale Ruperto aveva ricorso.

Una vicenda che ha portato ad un processo lunghissimo conclusosi ora con la pronuncia della cassazione la quale ha precisato che :“Contrariamente a quanto affermato dal ricorrente, il tribunale ha correttamente ritenuto sussistente la responsabilità del gestore del Circolo, non essendosi ( questi) adoperato minimamente per evitare gli schiamazzi posti in essere dagli avventori, sia all’interno, sia all’esterno del circolo, utilizzando le strutture che erano state abusivamente poste dall’imputato sul marciapiede per le consumazioni dei clienti”.

Lo strano è però che il circolo non sia stato chiuso dalle competenti autorità allorquando si ebbe a constatare che “il Ruperto, oltre a tenere aperto un accesso diretto alla pubblica via, in violazione al

disposto dell’art.4 del Dm 564/92 in quanto circolo privato, occupava con tavolini e sedie il marciapiedi e parte della via Molise, così facendo e con tale comportamento aggirava la predetta

normativa vigente in tema di circoli privati, esercitando di fatto un’attività commerciale a tutti gli effetti”. In sostanza facendo così concludere la intera vicenda senza danni per nessuno!

Sulla vicenda erano intervenuti anche i carabinieri i quali avevano constatato “ che il locale, adibito appunto a circolo privato, aveva abusivamente aperto un accesso diretto alla via pubblica ed aveva occupato abusivamente con tavolini il marciapiede antistante” e che “sul marciapiede del locale c’erano 25 avventori circa e che l’attività del circolo si protraeva spesso fino a notte inoltrata”.

E’ così alla fine è stato condannato il solo Ruperto che dovrà anche risarcire delle parti civili e il pagare le spese.

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Questa volta è impossibile non richiamare la sagacia di Paolo Orofino , posto che il titolo si appartenga al giornalista e non al titolista.

Non ce ne voglia il giornalista calabrese da sempre sulla barricata della notizia, pronto a seguire dal cumulo di materassi, mobili e quant’altro che, ai più ed ai bassi, come direbbe Leopardi,” da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude”.

Uno sguardo lungo il suo, ma anche una posizione privilegiata.

Basta essere nel posto giusto, al momento giusto. Ed avere, ovviamente, se non l’amico giusto, la soffiata giusta!

E così sapere che il sindaco Monica Sabatino sia stata sentita in Procura quale teste informata sui fatti.

Non è la prima dell’amministrazione comunale, che viene sentita dai vertici del commissariato di Polizia di Paola.

Ma questa volta la audizione è avvenuta alla presenza del procuratore Bruno Giordano. Una presenza atipica ( rispetto agli altri amministratori sentiti) ma sicuramente ben giustificata, per quanto le ragioni non sia note.

Due lunghe ore di audizione alla fine della quale il sindaco ha dichiarato: “Sono davvero fiduciosa nell’operato della magistratura”.

Non sono nemmeno note le ragioni dell’audizione anche se due sono le “spine” del sindaco Sabatino , sulle quali sembra sia stato anche chiesto il sostegno e la vicinanza del sig Prefetto. E cioè il concorso per la stabilizzazione dei vigili precari e la gestione dei beni confiscati ai capi clan di Amantea, due problemi incisi da scelte opportune e da decisioni del TAR.

Quello che dell’articolo del noto giornalista sorprende è che negli ambienti della magistratura si parli di possibili iscrizioni nel registro degli indagati.

Ed ancora più sorprendente è che “ gli imminenti sviluppi che si prevedono, potrebbero non lasciare immuni anche membri della sua amministrazione”.

Nasce così il toto assessori e toto funzionari.

Chi potrebbero essere? Non resta che attendere. Perché la svolta sarebbe a breve.

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Sospesa sine dire la chiusura delle guardie mediche. Nemmeno il tempo di pubblicare la notizia che i sindaci hanno preso il telefono e contestato il decreto di chiusura delle Guardie mediche camuffata da “riorganizzazione”.

Troppo per la cagionevole giunta regionale.

E così il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha chiesto al Commissario dell’Asp di Cosenza Filippelli e al Commissario Scura di sospendere la “riorganizzazione” delle guardie mediche.

Non solo ma ben sapendo che si tratta di una “riorganizzazione” obbligata, Oliverio ha soillecitato l’attenzione futura di Filippelli e di Scura  ad avere una attenzione particolare ai territori montani ed ai comuni sprovvisti di qualsiasi struttura sanitaria.

Si apre in questo modo un contezioso tale che moltissimi comuni tenteranno di avere la Guardia Medica finora non avuta.

Stando al comunicato stampa della Giunta regionale Filippelli e Scura “ hanno immediatamente recepito le richieste avanzate dal presidente della Giunta regionale”

Non solo!

“ Oiverio ha colto l’occasione per ribadire che, in previsione dell’approfondimento di dettaglio relativo alla proposta di rete ospedaliera di recente approvata dal commissario, saranno avanzate proposte correttive ed integrative che riguarderanno l’organizzazione dell’insieme delle strutture ospedaliere “Hub” e “Spoke”, il territorio, i presidi ospedalieri montani e le strutture ospedaliere di frontiera (Praia a Mare e Trebisacce), oltre al centro di riabilitazione di Mormanno. Dal commissario Scura è stata riconfermata piena disponibilità, considerato che “la proposta di rete ospedaliera è da considerare una base di confronto da migliorare”.

Sorridono così i sindaci dei comuni del Tirreno cosentino che non debbono temere più la chiusura della guardie mediche. Parliamo dei sindaci dei comune di:

1.         Longobardi (servizio accorpato a Belmonte Calabro),

2.         Falconara Albanese (accorpato a Fiumefreddo Bruzio),

3.         Acquappesa (accorpato a Guardia Piemontese),

4.         Buonvicino (accorpato a Diamante),

5.         Sangineto (accorpato a Belvedere marittimo),

6.         Grisolia (accorpato a Maierà),

7.         Tortora (accorpato a Praia a Mare) e

8.         Serra d'Aiello (accorpato ad Aiello Calabro)

Nessuno di questi comuni ha un ospedale e quasi tutti sono montani pur essendo quasi tutti sul mare.

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