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Redazione TirrenoNews

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In Calabria rischiano di chiudere i consorzi di bonifica

Martedì, 20 Giugno 2017 09:55 Pubblicato in Calabria

Se non c’è è più acqua a cosa servono i consorzi di bonifica?

E’ la preoccupazione dell’on Nicodemo Nazzareno Oliverio che denuncia la grave crisi di siccità che sta mettendo in ginocchio l'agricoltura italiana, invocando un intervento urgente del governo.

Ed è tale la preoccupazione del deputato da suggerire un piano per eliminare gli sprechi e gli abusi.

Insomma secondo il deputato del PD siamo in presenza di un fallimento dello stato che ora mentre siamo in un gravissimo momento di siccità dovrebbe fare quanto finora non fatto:

  1. realizzare le opere necessarie per la conservazione dell’acqua;
  2. realizzare le opere necessarie per la distribuzione dell'acqua;
  3. creare le condizioni affinché i consorzi di bonifica abbiano acqua a sufficienza per tutte le aziende.

Poi continua dichiarando che “In queste condizioni non è più possibile rimanere, ne va del futuro della nostra agricoltura, ne va della difesa del territorio”.

Non solo ma afferma che “Si tratta di una situazione allarmante anche per la ripresa economica del paese: se rallenta la produzione agroalimentare è a rischio l'intera economia del paese”.

In sostanza andando avanti così finiremo come l’Africa e dovremo anche noi calabresi dare corso ad un esodo verso il nord Europa.

Ricordiamo che il 17 giugno si è tenuta la giornata mondiale contro la desertificazione in occasione della quale il Wwf ha ricordato che, “circa un quinto del territorio italiano viene ritenuto a rischio desertificazione: quasi il 21% del territorio del quale almeno il 41% si trova nelle regioni dell’Italia meridionale, come Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma sono coinvolte anche aree in altre regioni come l’Emilia Romagna, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo”.

Meno male che le reti idriche calabresi “fracumate” come acqua dappertutto permettendo almeno agli alberi con radici profonde di andarla a cercare!!!!!

Ci perdonino i politici calabresi se notiamo che intanto Calabria vVerde continua a realizzare opere antiesondive!!!!

Amantea compresa.

Paolo Furgiuele si difende e parla

Lunedì, 19 Giugno 2017 21:52 Pubblicato in Calabria

Un fiume in piena. In questi tempi di magra Paolo Furgiuele è forse l’unico fiume in piena in tutta la Calabria.

Parla e non dimentica niente e nessuno, ma è solo!

Racconta negli interrogatori la sua versione sul bando per i mezzi antincendio.

Tira in ballo il capo di Gabinetto di Oliverio («voleva mettere un’altra ditta»).

Parla degli incontri tesi ai piani alti della Regione e l’intervento del governatore («mi compulsava»).

Descrive la cena ad Amantea a casa di Adamo per sostenere il presidente alle primarie e alle regionali 2014 .

Non ci sta Paolo Furgiuele ad essere additato come l’uomo nero dello scandalo che ha travolto Calabria Verde.

In quattro interrogatori, solo in parte coperti da omissis, l’ex direttore generale dell’Agenzia che ha preso il posto dell’Afor ripercorre la sua parabola.

Fa nomi e cognomi.

Ed ora gli atti, confluiti nei faldoni del procedimento coordinato dalla Dda di Catanzaro, sono al vaglio degli inquirenti.

Ovviamente parole potenzialmente esplosive che necessitano di verifiche e riscontri.

Nel giorno del primo interrogatorio Furgiuele racconta di quando «fui contattato da Nicola Adamo dal quale sono amico, in quanto ha la casa estiva vicino la mia ad Amantea e frequentiamo lo stesso lido».

Adamo «Mi chiedeva proprio in ragione della mia qualità di direttore generale di Calabria Verde di appoggiare alle primarie il candidato del centrosinistra Oliverio, che io peraltro neppure conoscevo (“Tra l’altro non è che mi sia molto simpatico…”, avrebbe detto il manager ad Adamo in quella prima telefonata, ndr)».

Furgiuele chiede consiglio all’assessore all’Agricoltura Michele Trematerra, che lo aveva nominato. Ottiene il via libera e incontra «a una cena organizzata a casa di Adamo lo stesso Oliverio».

A quella serata, secondo quanto racconta, avrebbero partecipato anche «l’onorevole Bruno Bossio, moglie di Nicola Adamo, Nicola Adamo stesso, il presidente Oliverio, Guccione e forse anche Iacucci, capostruttura della segreteria di Oliverio».

Furgiuele fiuta l’aria, capisce che Oliverio vincerà e supera indenne lo spoils system.

Gli interessi intorno a Calabria Verde sono enormi.

«Chi mi ha fatto più pressioni di tutti sulla questione dell’antincendio boschivo e che si è inserito nella procedura è stato Pignanelli. (…)

Infine si fu una lite furibonda con Giuseppe Bianco, dg della Presidenza. Ed un chiarimento al cospetto di Oliverio.

Secondo quello che Furgiuele racconta ai magistrati, i toni ai piani alti della Regione si fanno accesi. Oliverio «urla, inveisce contro Pignanelli in presenza di più persone, fu una cosa pubblica».

Poi Furgiuele parla dell’incarico a Magnone.

«Ne parlai con Iacucci e D’Acri. Per tutti gli incarichi mi sarei confrontato con il presidente Oliverio».

Furgiuele sostiene che«Il nome di Magnone mi fu suggerito dalla politica» considerato una sorta di consulente di fiducia dell’ex dg dell’agenzia regionale.

In uno dei suoi interrogatori, il manager prova a difendersi dalle accuse di aver assunto un professionista privo dei titoli necessari. E lo fa coinvolgendo pezzi della politica. Il succo del ragionamento svolto davanti agli inquirenti è: Magnone non l’ho scelto io, mi è stato segnalato. Anche in questo caso le parole di Furgiuele sono sottoposte a una scrupolosa verifica investigativa. L’ex direttore generale spiega: «Magnone mi è stato indicato da Franco Iacucci. Io andai da Iacucci con un elenco di professionisti che componevano la short list che era stata formata da una commissione al cui interno c’era anche Savio (Leandro, un altro dirigente di Calabria Verde, ndr), che all’epoca non aveva sollevato obiezioni sull’inserimento nella stessa di Magnone. Ho sottoposto questa short list a Iacucci, in qualità di capostruttura della Presidenza regionale, e al consigliere D’Acri, in qualità di delegato all’Agricoltura, affinché mi indicassero i nomi all’interno della short list da nominare».

«Anche per i successivi incarichi, di volta in volta avrei seguito sempre la stessa procedura di consultarmi con il mio assessore ovvero il presidente della giunta regionale per avere indicazioni sulle nomine». Il manager ribadisce che «Magnone mi è stato indicato separatamente, ma in maniera convergente, sia da Iacucci che da Mauro D’Acri», consigliere del gruppo “Oliverio presidente” e dunque la scelta «non era dovuta a mio interesse personale».

Sulle tracce Magnone, però, ci sono gli uomini della Guardia di finanza. Cercano di capire se la nomina sia regolare. Si imbattono in un’autocertificazione del perito: dice di essersi laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università Mediterranea nel luglio 2000.

Completa il documento con il voto: 88 su 110.

Peccato che dall’ateneo di Reggio Calabria non ne sappiano nulla. In una comunicazione del luglio 2016, infatti, «si informa che dalle ricerche effettuate nella Banca dati studenti non risulta il rilascio della laurea» a Magnone, che «è stato iscritto al corso di laurea in Architettura nell’anno accademico 1983-1984 e ha presentato rinuncia agli studi il 28 marzo 1990».

GAFFE SU GAFFE DI PROGETTO LONGOBARDI

Lunedì, 19 Giugno 2017 20:55 Pubblicato in Longobardi

E’ incredibile quello che riesce a scrivere “Progetto Longobardi”, superandosi nelle gaffe commesse.

Per giustificarsi della gaffe di aver votato contro la diminuzione delle tasse, invece di fare autocritica e chiedere scusa, ne commettono un’altra ancora più grossa (il rimedio peggiore del male), che dimostra l’inesperienza congenita che li guida, e scrivono che le tasse le stabilisce la giunta, quindi loro non centrano…!!!

Incredibile…!!!

La minoranza non sa, o fa finta di non sapere (in entrambi i casi dicono autentiche frottole) che la tariffa sull’acqua la stabilisce la Giunta, e viene poi inserita nel piano tariffario che approva il Consiglio comunale nella seduta del Bilancio, dove la minoranza di progetto Longobardi HA VOTATO CONTRO, nonostante l’avessimo diminuita senza presentare nessun emendamento, ne nei tempi stabiliti dal regolamento di contabilità ne tantomeno nella stessa seduta consiliare.

La tassa sulla spazzatura, invece, viene approvata direttamente in Consiglio, senza passare dalla Giunta, e Progetto Longobardi ha VOTATO CONTRO, nonostante l’avessimo diminuita.

Se non sanno nemmeno questo, la cosa diventa rilevante, grave e avvilente, per loro.

Quindi, oltre a votare contro, ora cercano “scuse”, peggiorando la situazione.

Bugie su bugie…!!!

Ma non è finita qui.

Come già avevamo scritto e aggiornato la popolazione, il gruppo di minoranza Progetto Longobardi, ha votato contro e ha bocciato un Bilancio di previsione 2017 che prevedeva, oltre all’abbassamento delle tariffe di acqua e spazzatura, anche due milioni e mezzo di opere pubbliche. In queste opere che realizzeremo quest’anno, alcune delle quali già iniziate, sono inseriti anche i lavori ai serbatoi dell’acqua potabile, che sono in corso.

Quindi, Progetto Longobardi, prima produce la solita denuncia al Prefetto e all’ASP chiedendo interventi sui serbatoi, e quando noi stanziamo la somma necessaria, loro votano contro (pazzesco ma vero…!!!).

Ma l’insipienza e l’incoerenza di Progetto Longobardi diventa incredibile quando scrivono che la maggioranza non riesce a garantire l’erogazione dell’acqua potabile ….!!!

Ma come ?

Chiedono interventi sui serbatoi e votano contro; noi stiamo facendo i lavori necessari e, solo a titolo precauzionale emettiamo un provvedimento temporaneo fino a che non finiscono i lavori, e la minoranza scrive che “non riusciamo a garantire l’acqua potabile”…!!!

Ma veramente pensano che la gente sia stupida ? Ma veramente non si rendono conto delle corbellerie che scrivono ?

E questi vorrebbero amministrare un paese ?

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