
Redazione TirrenoNews
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Dopo 75 anni ancora ordigni bellici inesplosi.
Mercoledì, 15 Novembre 2017 14:57 Pubblicato in CatanzaroE’ una bomba risalente alla seconda guerra mondiale lanciata da un aereo alleato
La bomba d'aereo inesplosa, risalente al secondo conflitto mondiale, è stata scoperta a Davoli in località Malandrano.
Le operazioni di brillamento in sicurezza dell'ordigno, che pesa oltre due quintali, sono state programmate per sabato 18 novembre.
A coordinare le attività sarà la Prefettura di Catanzaro in collaborazione con il Genio guastatori dell'Esercito, personale di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, vigili del fuoco e servizio sanitario 118.
Presenti anche la Regione, l'Amministrazione provinciale di Catanzaro e la polizia locale di Davoli.
La bomba di aereo, di fabbricazione americana e completa di spoletta di ogiva e fondello, sarà rimossa e trasportata in una zona individuata per farla brillare in tutta sicurezza.
Allo scopo di consentire lo svolgimento di tutte le operazioni necessarie nella massima sicurezza, dalle 8 alle 15 di sabato verranno chiusi al traffico pedonale e veicolare alcuni tratti delle strade provinciali 128 e 130.
(Ansa) 15 novembre
Sigilli a complessi aziendali, fabbricati, mezzi e conti bancari
Beni per un valore di oltre sei milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro a Silvestro Luigi Esposito Criolesi, di Lamezia Terme.
Il sequestro a carico di Esposito Criolesi, coinvolto nel 2012 nell'operazione "Miseria e nobiltà" che ha disarticolato un'organizzazione dedita al traffico di stupefacenti e condannato in via definitiva anche per ricettazione, detenzione, bancarotta fraudolenta ed evasione, è stato fatto in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda.
I sigilli sono stati apposti, in collaborazione con lo Scico della Guardia di finanza di Roma e dei reparti territoriali, a tre complessi aziendali con sede ad Agliana (Pistoia), Arona (Novara) e Roma e relative quote societarie, 17 fabbricati a Lamezia, tre automezzi e diversi rapporti bancari e finanziari.
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Finte assunzioni nei circhi per fare entrare migranti, in sedici a giudizio
Mercoledì, 15 Novembre 2017 09:25 Pubblicato in ItaliaIl giudice Nicola Aiello ha rinviato a giudizio sedici persone tra gestori di circo e intermediari accusati di aver favorito l’immigrazione clandestina e di averci lucrato come un vero e proprio business
Ha chiesto il patteggiamento della pena, invece, Vito Gambino, funzionario dell’assessorato regionale al Lavoro arrestato nel 2015 al termine delle indagini che avrebbe sollecitato i suoi interlocutori istituzionali per far rilasciare autorizzazioni illegittime per le assunzioni.
La prossima udienza fissata per metà dicembre
I rinviati a giudizio per il processo la cui prossima udienza è fissata per il 20 dicembre davanti alla quarta sezione del tribunale di Palermo sono: i gestori dei circhi Francesco (49 anni), Alberto (49) e Claudio Vassallo (43), Kisham Chand (52), Davide Rossi (41), Eleuterio De Bianchi (68), Mihai Gabriel Marinescu (38), Nirmal e Jatinder Singh (di 58 e 45 anni), Tommaso Fernandez (58), Paul Harmesh (50), Muhammad Bilal (39), Mohammed Islam (37), Avtar Chand (33).
Alcuni di loro dovranno rispondere anche dei reati di falso materiale e ideologico in atto pubblico e corruzione di pubblici ufficiali.
Ufficialmente si sarebbero occupati di reclutare ballerini e attrezzisti per numerosi circhi d'Italia, ma secondo l’accusa avrebbero fatto carte false per fare entrare illegalmente dei migranti in cambio di denaro.
Ad accorgersi dell’esistenza della presunta organizzazione sono stati gli agenti della Squadra Mobile che, alla fine del 2015, hanno tratto in arresto 41 persone.
Nell’inchiesta sono coinvolti anche i figli del funzionario regionale che lo avrebbero aiutato in alcuni passaggi.
Il figlio Vincenzo, secondo quanto ricostruito dall’accusa, avrebbe dato una sistemata ad alcuni locali nella zona di via Malaspina per farli sembrare le sedi legali di alcuni circhi.
Sulla sua PostePay sarebbero stati versati i soldi sborsati da decine e decine di indiani, bengalesi e cinesi arrivati in Italia con questo meccanismo.
La figlia Francesca Gambino, oltre ad avvisare il padre in caso di controlli di polizia giudiziaria, si sarebbe occupata della corrispondenza.
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