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Tantu sulu alla cannilora, tantu friddo e niva ancora. Storia e proverbi

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Il 2 febbraio è la festa della Candelora. Nella foto Amantea, oggi; una eccezionale giornata di sole!

La Chiesa cattolica (Levitico 2,22-39), celebra con questa festa la presentazione al tempio di Maria , quaranta giorni dopo il parto ( prima non era possibile perché per gli ebrei, dopo il parto di un maschio, una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni).

In questo giorno secondo una usanza, che pare di origine francese, e che è documentata a Roma solo tra il IX e X sec., di benedire le candele simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti".

La Candelora (deriverebbe dal tardo latino "candelorum", per "candelaram", benedizione delle candele) è celebrata anche nella tradizione pagana e neopagana, ed alcuni studiosi rilevano come si tratti di una festività introdotta appunto in sostituzione di una preesistente.

Sempre in merito alle origini italiche della Candelora, nel "Lunario Toscano" dell'anno 1805 si ritrova questo testo: "La mattina si fa la benedizione delle candele, che si distribuiscono ai fedeli, la qual funzione fu istituita dalla Chiesa per togliere un antico costume dei gentili, che in questo giorno in onore della falsa dea Februa con fiaccole accese andavano scorrendo per le citta', mutando quella superstizione in religione e pieta' cristiana".

Per la cronaca, i gentili erano i pagani e la Dea Februa era Iunio Februata (Giunone purificata), che veniva celebrata a Roma alle Calende di febbraio. Quindi, la purificazione di Maria fu fatta coincidere (per sostituirsi poi del tutto o quasi) con la festa pagana dedicata a Giunone e ai Lupercali

Per le tradizioni celtiche questa ricorrenza viene chiamata invece Imbolc (da imbolg - nel grembo) e risulta particolarmente legata alla triplice Dea Brigit (o Brigid), divinità del fuoco, della tradizione e della guarigione; anche questa festa venne poi trasformata in età cristiana e il ruolo della Dea affidato alla figura di santa Brigida, a cui vengono attribuite tutte le caratteristiche della divinità, in particolare quella del fuoco sacro.

La candelora, segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera ovvero tra il momento di massimo buio e freddo e quello di risveglio della luce( da cui le candele che vincono il buio dei giorni invernali).

Una festa quindi antichissima e legata alla tradizione ed alla religione. Da qui i tanti proverbi che la arricchiscono e che come al solito “sono pronti ad ogni evenienza”.

Ta noi ad Amantea si dice: “Alla Cannilora , stata d’intra e viernu fora”

Contemporaneamente si dice anche “ Tantu sulu alla cannilora , tantu fruddo e niva ancora”

Ma ci sono anche le posizioni intermedie come il proverbio che dice “ Alla cannilora ci su quaranta juorni i friddu ancora”

Il più antico e certificato proverbio sembra quello che si fa riferire al 474 dopo Cristo ed introdotto dal patriarca di Roma Gelasio , il quale dice “Per la santa Candelora se nevica o se plora dell'inverno siamo fora” (nb plora dal latino piangere in senso figurato piovere

Redazione TirrenoNews

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