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Tutto sulle “navi” della politica amanteana agli ormeggi.

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La storia di Amantea è un tutt’uno ( da “Il museo del mare”) con la storia del Mediterraneo, o se volete del Mare.

Il mare per venire, il mare per partire (da “Il museo del mare”).

E mare significava “nave”. Non solo come mezzo, ma anche come simbolo di ogni viaggio, come strumento per ogni avventura.

Ed, ancora oggi, quando si deve eleggere una nuova amministrazione si parla di una o più navi pronte a salpare

Ma per salpare per lo meno c’è bisogno:

a) di un porto ( le navi a terra sono immobili e non hanno il fascino della partenza e tantomeno dell’avventura)

b) di un equipaggio che governi, ad iniziare da un capitano ( nessuna nave può mai partire se non ha quantomeno un equipaggio. E migliore è l’equipaggio maggiori sono le garanzie di un buon viaggio)

c) di un piano di viaggio ( nel senso che si sa sempre da dove si parte ma occorre anche sapere la destinazione. E in un viaggio lungo fino a 5 anni esistono tantissimi rischi a cominciare dai finti viaggi come quelli che durano il tempo di battito d’ali)

Il finto lungo molo del finto porto è pieno di navi teoriche. Vediamole

  1. Cominciamo dalla prima nave. Per ora ci sembra un gommone. A bordo un piccolo capitano auto gallonato che si agita avanti e indietro e che sorveglia i due operai che lo stanno gonfiando. A terra un compressore che, rosso come un peperone per il titanico sforzo, tenta la impresa impossibile di trasformare un gommone in una nave.
  2. La seconda è una nave in legno con sopra una casetta e che non si vedeva da molti secoli. A terra, nervoso, passeggia un vecchio con la barba bianca vestito in modo strano, con due lunghe vesti , una sopra l’altra, e che non ha nemmeno il cappello di capitano. Ma non cerca equipaggio. Imbarca solo la sua famiglia ed i suoi parenti e farnetica di una prossima grande alluvione che distruggerà tutti i ladri, i delinquenti, gli evasori fiscali, i politici e simili. Un storia già letta da qualche parte e che non ha risolto i problemi della società facendo imbarcare solo i parenti.
  3. A seguire, un pretenzioso vaporetto, tutto simile a quelli che viaggiavano nel primo novecento spinti dai primi motori a vapore, capaci di affrontare anche mari tempestosi se guidati da un buon capitano al comando di un buon equipaggio. A terra un vecchio capitano dallo stile barocco che fa sudare sangue ai due operai della cooperativa chiamati a lucidare la polena che fa bella mostra di sè e di cui è molto orgoglioso. Altri operai di una seconda cooperativa appendono le bandierine colorate sui fili che arrivano fino alla grande antenna. Sul ponte altri operai a pulire la tolda con grandi spazzoloni. Non ha equipaggio, ancora, salvo un fido mozzo.
  4. Poi la grande motonave a diversi piani , capace di ospitare tante categorie di persone. Al primo piano sul livello dell’acqua ( in terza classe) ci sono i “chieditori” di contributi natalizi e pasquali. Più sopra i “succhiatori” cioè coloro che hanno crediti con l’erario pubblico o che comunque dallo stesso traggono sostentamento. Ancora più sopra gli “evasori”, cioè coloro che non pagano i tributi, senza essere in alcun modo sanzionati, o che ne evadono la gran parte solo per essere amici di chi, poi, mantiene ricca la cambusa con le tasse pagate dalla classe media. Ancora più sopra i potenti, quelli che determinano le ricchezze proprie e di altri, i grandi, quelli che godono dei grandi progetti, dei piani urbanistici, dei piani spiaggia,eccetera. Sulla tolda marinai e marinarette, mozzi ed ufficiali. Si aspetta il capitano sul quale ci sono dubbi. Si sa solo una cosa che il cognome comincia con S. Che sia Schettino?
  5. Ancora più avanti più sopra la grande nave con la passerella scesa sul molo pronta ad imbarcare migliaia di persone per portarle in giro per il mondo. Ma state tranquilli a nessuno viene chiesto di pagare alcun biglietto. E la nave è già in parte piena . Lo vedi dalla gente che si affaccia sul ponte e che sventola i fazzoletti bianchi a segnalare il possesso del posto. Ma ancora una volta occorre stare tranquilli. Non si tratta di una vera nave . Non ha né le eliche , né il timone. La gente sta lì per non invadere il molo. E la passerella servirà solo per far scendere i più arguti ( quelli che capiscono che la nave non partirà) mentre gli altri continueranno a fare colore con i fazzoletti al vento.
  6. E poi sulla bitta libera da canapi di navi, siede un vecchio capitano che racconta ad uno sparuto gruppo di disattenti udenti che è in attesa della sua nave, rassicurando che la sua nave non è affondata ma soltanto in manutenzione e che appena concluso positivamente il processo di riavvio , egli partirà di nuovo come un tempo.
  7. Dopo l’altra bitta. E sopra un altro in divisa da capitano il quale è in attesa della sua patente di capitano di lungo corso che lo abiliterà a condurre qualsiasi tipo di nave. Dice che è solo questione di tempo perché prima o dopo avrà la sua patente. E comunque sostiene di essere alla ricerca di un capitano da assumere nella eventualità la sua patente non arrivi. Anche la nave è pronta. I suoi amici la stanno riempiendo di carburante, i suoi amici stanno provvedendo a caricare le provviste, sempre i suoi amici stanno studiando la rotta. Ma non finisce la sua storia che arriva il 118 che gli somministra del Serenase e lo porta via. Chiediamo a cosa serva questo farmaco e ci rispondono che è un farmaco multiuso e che può essere usato nei casi di agitazione psicomotoria in caso di stati maniacali, demenza, oligofrenia, psicopatia, schizofrenia acuta e cronica, alcoolismo, disordini di personalita' di tipo compulsivo , paranoide, istrionico. Deliri ed allucinazioni in caso di schizofrenia acuta e cronica, paranoia, confusione mentale acuta, ipocondriasi, disordini di personalita' di tipo paranoide, schizoide, schizotipico, antisociale, alcuni casi di tipo borderline. Inoltre e' indicato per deliri e allucinazioni in caso di agitazione, aggressività.

Non ce la sentiamo di andare avanti lungo il molo sul quale vediamo tanta gente. Non vogliamo correre rischi.

Redazione TirrenoNews

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