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Enza Bruno Bossio ha il piglio della leader e lo mostra tutto. Nell’intervento svolto nel corso della manifestazione tenutasi oggi a San Marco Argentano, Enza Bruno Bossio ha incalzato i centristi rispetto al loro posizionamento di centro nello scacchiere politico-istituzionale evidenziandone, a suo dire, la duplice debolezza.

Intanto, dopo lunghi anni di ambiguità centrista non è proprio un successo quello di Casini che è stato costretto a mettersi sotto la tutela di Mario Monti.

Se Casini e l’UDC avessero avuto politicamente ragione la loro proiezione politica oggi doveva essere ben’altra.

In queste elezioni, di fatto, non perseguono l’obiettivo di far affermare un programma di governo capace di porre le condizioni per la fuoriuscita dalla crisi dell’Italia dalla crisi ma sono impegnati in un tentativo di utilizzare i loro voti per impedire la stabilità del governo soprattutto attraverso il voto al Senato e poter contrattare così una loro rendita di potere.

La evidente debolezza di Casini è ancor più amplificata dalla contraddizione di Monti che, se nei mesi passati si è affermato in Europa come elemento di stabilità, oggi a quella stessa Europa si presenta come il vero fattore di instabilità.

Tutto ciò in una regione come la Calabria diviene addirittura farsesco, se è vero come è vero che i moderati sono chiamati a pronunciarsi o a favore dell’UDC o a favore di Scopelliti.

Ormai è giunta l’ora che l’UDC decida: dentro o fuori il governo regionale.

Non si possono ingannare i calabresi e pensare magari che tutto possa procedere come se niente fosse successo dopo le elezioni.

A maggior ragione, alla luce del fallimento dell’esperienza dell’attuale governo regionale, sarebbe un atto di trasparenza democratica se l’UDC chiedesse il voto sulle basi di una inevitabile chiarezza politica”.

Un garbato ma deciso e forte. Senza infingimenti in particolare quando si tratteggia il rischio del grande inganno

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La figlia di Riccardo Chiurco, dopo un lungo interrogatorio, ha fornito una ipotesi incredibile sulla morte del padre.

Secondo questa versione il 27 dicembre il padre sarebbe uscito e non avrebbe fatto ritorno la notte.

La mattina dopo Stefania Chiurco avrebbe trovato davanti alla porta di casa due sacchi contenenti i resti del padre e temendo di poter essere coinvolta nell’omicidio li ha portati in casa poi ha sezionato ulteriormente i resti e li ha posti in alcuni scatoloni dopo averli chiusi in sacchi e coperti di calce e borotalco.

Secondo Stefania Chiurco i rapporti tra padre e figlia erano buoni. Qualcuno invece ritiene che i rapporti fossero tesissimi perché il padre avrebbe fortemente contestato gli infiniti ritardi per completare gli studi. La figlia trentottenne infatti era ancora frequentante Università di Perugia e strano ma era iscritta alla facoltà di medicina.

Stefania Chiurco comunque al termine dell’interrogatorio la donna è stata poi trasferita nel carcere di Castrovillari.

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“Mi diede dei baci sul collo, io rimasi paralizzata e non riuscivo nemmeno a muovermi. Quell'uomo approfittò del mio stato di disorientamento psicologico e fisico e mi tolse la giacca da jeans e la maglietta, lasciandomi indosso solo il reggiseno. A questo punto mi alzai di scatto, per andare via, ma lui mi fermò, m'afferrò per un braccio e mi tirò a se, facendomi sedere sulle sue gambe. A quel punto mi chiese di togliermi i pantaloni. Io, reagii. Gli feci capire che non avevo nessuna intenzione di farlo. Lui, si alzò e mi riaccompagnò, di nuovo in Chiesa, raccomandandomi che di quello che era successo non ne dovevo fare parola con nessuno».

E’ da questa dichiarazione resa dalla ragazza. Ad iniziare le indagini il luogotenente dei Carabinieri Cosimo Saponangelo. Ed ora la sentenza della cassazione che ha condannato Roberto Sciammarella, bancario 48enne di Trenta, a due anni ed otto mesi.

Il fatto è avvenuto nell’ottobre del 2010 in Cosenza ma fu denunciato solo 5 mesi dopo nel marzo 2011.

L’inchiesta venne affidata al sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza, Antonio Bruno Tridico che, chiese ed ottenne dal gip l'ok per l'arresto del bancario, poi i processi, le condanne e ieri la pronuncia definitiva della Cassazione.

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