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Pubblichiamo il comunicato di Gianpaolo Chiappetta, capogruppo Pdl, consiglio regionale di replica a Mario Monti che ha denunciato la inadeguatezza della classe politica calabrese.

“Le ultime settimane di campagna elettorale – e soprattutto i giorni finali – segnalano l’attivismo del compassato e apparentemente imperturbabile professor Monti, già tecnico terzo tramutatosi con estrema facilità in un - nemmeno simpatico - polemista.

In un crescendo di dichiarazioni – il più delle volte contraddittorie – il Presidente del consiglio non perde occasione per interpretare l’urticante ruolo di chi da patenti di attendibilità e pronuncia giudizi categorici sull’altrui lavoro e impegno; ci sarebbe da tacere per l’evidente moto di antipatia che suscita nei cittadini, ma di fronte a contraddizioni e illogicità è bene fare alcune precisazioni. Afferma - infatti - il presidente Monti che i politici calabresi sarebbero inadeguati e nel farlo – parlando di Calabria – dimentica che spesso i giudizi privi di una conoscenza concreta e fondati su sterili generalizzazioni rischiano di essere facilmente classificati come vere e proprie castronerie. Ciò premesso vorremmo sommessamente ricordare al Presidente del consiglio che i politici inadeguati di cui parla governano – e bene - la regione Calabria e lo fanno assieme all’Udc.

La domanda è lecita e inevitabile, il professor Monti qualifica come inadeguata la classe politica che governa la regione e in essa anche i componenti di quell’Udc che con impegno lo sostengono?

Non vorremmo però che a furia di sentirsi ripetere la qualifica di terzo sia divenuto – più semplicemente – doppio; da un lato accoglie con favore l’impegno di quanti lo sostengono, dall’altro li qualifica come inadeguati. Cose da tecnici.”

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Il viso tirato e gli occhi lucidi, Nicola Adamo si è presentato puntuale in conferenza stampa, in una sala gremita nonostante l'ora, le 13.30 nel centro storico di Cosenza. Gli appunti scritti a mano, accanto il suo avvocato Ugo Luciano Celestino. All'indomani della notifica del provvedimento di sequestro preventivo nell'ambito dell'inchiesta sull'eolico l'ex vicepresidente della giunta regionale ha detto - “Mi voglio difendere – ha aggiunto- nel processo e non fuori dal processo. Piena fiducia nella magistratura” “ Accetterò- ha aggiunto- qualunque sia il giudizio” “ Il timore – ha spiegato è che la stessa serenità ed equilibrio che riconosco alla magistratura giudicante non ci sia stata durante le indagini”

Non voglio- ha aggiunto – lanciare accuse, ma l'esame delle carte processuali mi porterà ad individuare pupi e pupari di questa vicenda”.

Nicola Adamo ha poi raccontato della notifica dell'atto giudiziario “hanno bussato alle 8:30 alla mia porta, poi gli agenti sono rimasti con me quattro ore ad attendere il via libera per l'esecuzione del provvedimento”. “ Mentre vi parlo- ha sottolineato- in questo momento non mi è stato ancora notificato l'esecuzione del provvedimento” “ Stamattina – ha precisato infine – ho scoperto in banca che il provvedimento era stato eseguito”

“ La cifra a me sequestrata è di 875 euro”

“ Il mio patrimonio- ha detto – consta in una casa di mia proprietà e di una casa dove vivo intestata a mia moglie.”

“ Non credo- ha concluso alla cosiddetta giustizia ad orologeria- ma è una coincidenza che il provvedimento mi venga notificato a due giorni dal voto”.

Infine ha reso noto che sarà attivo un sito in cui aggiornerà mese dopo mese, la sua situazione economica” GdS

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Era ottobre 2012 quando la Digos, guidata dal dirigente Pietro Gerace, dava inizio alle prime perquisizioni di alcune società cooperative di Cosenza. Ed al tempo già si riteneva che in Procura fosse stata formata una lista di nomi , al tempo ancora top secret, da sottoporre ad indagini.

Parliamo delle cooperative di tipo B, quelle che la legge tutela forse oltre ogni opportunità e parliamo della indagine dal procuratore aggiunto Domenico Airoma e dal sostituto Antonio Bruno Tridico. Tante le carte acquisite. Carte studiate dai magistrati cosentini.

Ed oggi si sa che le persone interessate dalle indagini sono 10 e che tra queste ci sono dirigenti comunali e alcuni responsabili di alcune delle cooperative.

Due i reati contestati , truffa ai danni di un ente pubblico( il comune di Cosenza) ed il falso ideologico.

Ma stiamo parlando di sole 7 cooperative sulle 47 utilizzate e che impiegano circa 500 persone.

Non appare quindi improbabile che il numero degli indagati possa lievitare

Si sospettano anche pressioni e minacce da parte criminali locale per favorire questa o quella cooperativa o per assumere determinate persone

Sembra che siano state pagate anche persone agli arresti. Da qui l’interesse della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che seguendo con attenzione la vicenda investigativa.

Nel frattempo il comune di Cosenza ha dichiarato lo stato di predisse sto per cui appare probabile che in futuro non siano più sostenibili i costi sociali di 47 cooperative. Una condizione questa che potrebbe dare luogo a situazioni sociali non felici.

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