Il Comandante della Polizia Provinciale di Cosenza, dott. Giuseppe Colaiacovo, ci precisa quanto segue:
“Il Corpo di Polizia Provinciale di Cosenza, istituito alla fine del 2005 dalla Giunta Provinciale presieduta dall’on. Mario Oliverio e reso operativo nel primo semestre del 2006, ha svolto in questi anni un corposo volume di attività riguardanti la prevenzione e la repressione dei reati ambientali che ha portato al sequestro di una estensione di unmilionecentotrentaseimiladuecentosessanta (1.136.260) metri quadrati di aree e alla relativa denuncia all’Autorità Giudiziaria competente di n° 388 persone.
Per quanto riguarda le aree ricadenti lungo l’asta del fiume Crati, nel periodo compreso tra il 2006 e il 2012, la Polizia Provinciale ha sottoposto a sequestro novecentotremiladuecento (903.200) metri quadrati riguardanti aree in gran parte interessate da impianti agrumicoli e ricadenti, in particolare, nei territori dei comuni di Cassano allo Jonio e Corigliano Calabro.
Il sequestro dell’area pubblicato sul sito della Provincia di Cosenza il 2 marzo scorso è soltanto l’ultimo dei tanti sequestri che la Polizia Provinciale ha effettuato nel corso di questi anni, nonostante la insufficienza degli organici imposta dalla legislazione nazionale vigente.
Affermiamo ciò per evitare che un’informazione non puntale e non rispondente alla realtà dei fatti possa, seppur inconsapevolmente, presentare l’immagine deformata di un Corpo di Polizia che svolge, con costanza ed abnegazione, una funzione di servizio per l’affermazione della legalità e della tutela del territorio, tanto da meritare l’apprezzamento dei cittadini e di importanti associazioni ambientalistiche a livello nazionale.
Tanto si doveva per amore di verità e per una corretta informazione ai cittadini. Cordialmente”.
Cosenza, 06.03.2013 Il Comandante del Corpo di Polizia Provinciale Giuseppe Colaiacovo
Per amore di verità pubblichiamo la nota evidenziando la gravità del fenomeno della occupazione abusiva di aree demaniali fluviali “tra il 2006 e il 2012, la Polizia Provinciale ha sottoposto a sequestro novecentotremiladuecento (903.200) metri quadrati riguardanti aree in gran parte interessate da impianti agrumicoli e ricadenti, in particolare, nei territori dei comuni di Cassano allo Jonio e Corigliano Calabro”.
Prendiamo, e diamo, in conseguenza, atto del lavoro fatto dalla Polizia Provinciale cosentina ma continuando a chiederci sempre chi avrebbe dovuto tutelare prima del 2006 le aree demaniali fluviali dall’impianto abusivo di aranceti, uliveti e quant’altro invade gli alvei fluviali e torrentizi “terra nullius”
Corigliano. Questa volta l’abuso su una ragazzina di11 anni.
I fatto risalirebbero alla scorsa estate.
Si tratta di un operaio di 44 anni, tale Antonio Apa.
Ora è nel carcere di Rossano.
Le indagini sono state effettuate dai Carabinieri di Corigliano Calabro
L’ordinanza di arresto è stata emessa dal gip del tribunale di Rossano e notificata dai carabinieri di Corigliano Calabro.
L’uomo è accusato di diversi episodi di atti sessuali
Corigliano. Questa è la Calabria e non mi piace. Un fatto ordinario, anzi normale, diventa un fatto eccezionale. Gli agenti della Polizia provinciale, competenti al controllo del demanio fluviale trovano nell’alveo del torrente Malfrancato in località Torricella Superiore nel comune di Corigliano un’area di ben 6000 mq coltivata ad aranceto e la notizia riempie i giornali.
L’impianto aveva natura permanente e, quindi, costituiva un reale pericolo al deflusso delle acque.
Dobbiamo, cioè, supporre che non si trattasse di un aranceto impiantato da pochi giorni o da pochi mesi, bensì di una occupazione perdurante da molto tempo.
Il responsabile è stato individuato nel signor M.G., di anni 61, residente a San Giorgio Albanese.
L’area, quindi, è stata sequestrata e l’occupante è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Rossano.
Possibile, allora, ci chiediamo, che solo oggi venga scoperta una occupazione abusiva perché priva di qualsivoglia autorizzazione quando tale occupazione non solo non è riferita ad ortaggi ma ad un agrumeto e quindi risale sicuramente a molto tempo fa?
Ed è incredibile che di fronte ad un inaccettabile ritardo nell’accertamento ci se ne faccia perfino un vanto?
Quanti altri casi similari ci sono nella centinaia di fiumi e torrenti in Calabria?
L’assessore od il presidente della provincia competente avranno cura di prendere i dovuti provvedimenti?
Se poi è vero che la dimensione è stata calcolata con il satellite!!!!!!