Un sub-agente di una agenzia di una nota compagnia assicurativa nazionale avrebbe truffato la sua compagnia ed oltre un centinaio di automobilisti rilasciando falsi tagliandi da esibire sul cruscotto dietro regolari pagamenti dei premi assicurativi.
E' quanto hanno scoperto agenti della Polizia Stradale, che hanno denunciato l'uomo, per truffa, appropriazione indebita e falsità in scrittura privata. L'operazione è stata denominata "Effetto domino".
Secondo quanto accertato, il sub-agente avrebbe annullato le polizze e intascato il denaro il corrispettivo versato.
Gli agenti hanno accertato l'estraneità a qualsiasi reato da parte degli automobilisti, dando loro la possibilità di presentare querela nei confronti dell'uomo.
La compagnia assicuratrice ha denunciato il sub-agente e gli ha revocato il mandato.
Indagini sono in corso per accertare la posizione di molti altri automobilisti assicurati.
Nessuna preoccupazioni è successo a Siracusa, non da noi!
Nel corso della mattinata gli agenti della polizia di Stato hanno prelevato dal proprio posto di lavoro tre tra i rappresentanti dei massimi vertici delle cooperative sociali cosentine. Gli arrestati sono attualmente ospitati dalla Questura di Cosenza per celebrare le formalità di rito. L'inchiesta partita dalla Procura della Repubblica di Cosenza che ha portato agli arresti dei tre presidenti delle cooperative di tipo B alle dipendenze del Comune di Cosenza riguarderebbe, secondo quanto comunicato dalle autorità, gravi irregolarità nella gestione degli appalti. Tra gli arrestati pare vi sia anche Ivan Trinni, presidente da sempre vicino ai lavoratori nella lotta di rivendicazione del diritto a ricevere mensilità arretrate e garanzie occupazionali.
Le indagini, avviate da circa un anno, hanno portato alla luce una realtà definita dal Procuratore Granieri "una pagina oscura della città di Cosenza che dura da troppo tempo". Oltre al presidente Ivan Trinni dietro le sbarre sono finiti anche Maurizio Rango e Domenico Plateroti entrambi pregiudicati. L'accusa che pende in capo ai tre rais delle coop. sociali è di falso ideologico in atto pubblico, corruzione e tentata estorsione. I tre secondo quanto indicato dagli inquirenti avrebbero messo in campo un sistema di truffe ai danni dello Stato attraverso il quale sarebbero riusciti ad ottenere retribuzioni e rimborsi per lavori mai svolti. La condotta criminosa sarebbe stata posta in essere dagli indagati proprio in qualità di gestori delle cooperative sociali di tipo B cosentine. Nell'indagare sull'assegnazione dei fondi alle cooperative da parte del Comune di Cosenza la Digos si sarebbe imbattuta in una spirale di corruttele in cui pare non vi fosse alcun tipo di controlli. I fondi pare quindi venissero assegnati dal municipio alle coop. per la prestazione di alcuni servizi senza che alcun funzionario comunale verificasse l'effettivo svolgimento dei lavori. Attualmente però nessun dipendente di Palazzo dei Bruzi risulta essere iscritto nel registro degli indagati.
"In tale contesto, - si legge in una nota a firma del Procuratore (nella foto) - si aveva modo di accertare, anche per il tramite di consulenza tecnica sulla documentazione acquisita, la assoluta carenza e superficialità dei controlli che avrebbero dovuto essere svolti dal Comune di Cosenza circa l'effettività e la puntuale esecuzione dei servizi affidati alle cooperative". Controlli fantasma. Ma c'è di più. Nel corso delle indagini la Digos avrebbe accertato l'esistenza di "rapporti di natura corruttiva" tra i gestori e il personale addetto alle verifiche preventive indispensabili per la liquidazione dei lavori eseguiti. L'omesso controllo pare quindi essere di natura dolosa e non affatto casuale. Un meccanismo sintetizzabile nella formula: "tu fai finta di lavorare, che lo faccio anch'io: poi dividiamo". Insomma se qualcuno ha agito in malafede, sicuramente era in buona compagnia.
Aggiornamenti in corso
Quicosenza.it
Lunghi servizi di osservazione e pedinamento in un'area rurale in località Tre Ponti di Cassano premiati con un eccezionale ritrovamento.
Rinvenuti e sequestrati 5,5 kg di Eroina pura , 3 kg di marijuana, 1,1 kg di hascisc e 500 grammi di cocaina.
Inoltre sono stati trovati due fucili provento di un furto perpetrato a Corigliano Calabro nell'aprile scorso.
Infine i carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno arrestato Guido e Marco Rizzo, di 40 e 32 anni, già noti alle forze dell'ordine e ritenuti legati ad una cosca di 'ndrangheta di Cassano.
I due sono stati bloccati all'interno del casolare abbandonato dove i carabinieri hanno trovato la droga, mentre si accingevano a depositare una partita di stupefacente