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Talvolta si avvia l’indagine per una intercettazione , ma questa fattispecie presuppone un giudice tanto sereno e forte da non temere le reazioni della politica e della magistratura malata.

 

 

Altre volte magari una dichiarazione ad un giornale.

E’ il caso di quelle dell’avvocatoEnzo Paolini alla Gazzetta del Sud:“Tutti sanno che in alcuni casi c’è stata una compravendita di voti, in altri si è assistito alla apparente sparizione di alcune schede, in altre alla difformità della registrazione dell’espressione di voto rispetto al verbale degli scrutatori. Se si dovesse fare un nuovo conteggio o una verifica potrebbe cambiare la composizione del Consiglio”.

Queste dichiarazioni di Enzo Paolini rilasciate alla Gazzetta del Sud sono diventate (ed era ora!) notitiae criminis e hanno indotto la procura di Cosenza a convocare l’avvocato come persona informata sui fatti.

Ha condotto l’interrogatorio il pm Antonio Bruno Tridico.

A coordinare le indagini sono il procuratore capo Mario Spagnuolo e l’aggiunto Marisa Manzini.

Ora si tratterà di vedere a quale candidato viene imputata questa compravendita ma guardando il risultato elettorale non serve un profeta per capirlo.

E poi resta da vedere chi sarebbe stato l’intermediario scelto dal candidato che comprava i voti.

Se l’intermediario ha qualcosa a che vedere con la criminalità, non c’è dubbio che entriamo nel campo del voto di scambio, che è materia della DDA di Catanzaro.

Antimafia che lavora da più tempo ormai sul voto di scambio a Cosenza, già per le elezioni del 2011, ma anche altrove.

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Questi sono i nove consiglieri presenti al consiglio provinciale convocato per oggi da Di Natale.

 

Oltre lo stesso Di Natale Graziano (Provincia Democratica), c’erano Iacucci Francesco (Provincia Democratica) , Figliuzzi Aldo ( Laboratorio Civico) , Nicoletti Lucantonio ( Patto tra i comuni), Rizzo Giuseppe (Provincia Democratica) , Capalbo Pino (Provincia Democratica), Lucisano Pietro ( Patto tra i comuni) , Nociti Ferdinando (Provincia Democratica) e Pascarelli Franco (Insieme per la provincia).

 

Questi, invece, erano i sette consiglieri della provincia di Cosenza non presenti:

Bruno Francesco Giuseppe (Calabria Futura), Campolo Gioacchino ( Patto tra Comuni), Di Nardo Lino (Calabria Futura),Lamboglia Pasquale ( Patto tra Comuni),Serra Giulio (Nuova Provincia) Tenuta Nicola (Nuova Provincia), Ramundo Gianfranco (Italia del Meridione).

 

Il consiglio, tra l’altro, ha approvato la presa d'atto della decadenza di Occhiuto.

Mentre il consiglio dichiarava la decadenza di Occhiuto sul sito riattivato si trova ancora la faccia del presidente Occhiuto.

Vacci a capire!

Ci stiamo chiedendo se una cosa similare sia mai successa in altre parti .

Poi scopriamo Due re senza corona la vecchia Canzone dei Nomadi.

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“Non mi faccio intimidire da Occhiuto”ha dichiarato Di Natale.

 

 

 

 

 

 

Come aveva detto il consigliere anziano Graziano Di Natale che si ritiene investito dell’onere della presidenza ( in pectore) della provincia di Cosenza, ieri mattino era andato in Provincia per prendere possesso del suo ufficio ha trovato le barricate di Occhiuto

“Se Occhiuto e i suoi burocrati pensano di intimidirmi – ha scritto poco fa Di Natale su FB – hanno sbagliato indirizzo.

Intanto ho provveduto ad avvisare, questa mattina, la Questura di Cosenza, che vi è una illegittima interferenza nelle esercizio delle mie funzioni con una occupazione fisica delle stanze della Provincia di Cosenza.

Poi ho protocollato la presa d’atto della decadenza di tutta la burocrazia esterna nominata da Occhiuto e pagata dai cittadini”.

In sostanza Di Natale ritiene di avere la legge dalla sua parte e che stamattina

Di Natale ha anche reso noto di avere presentato un esposto sulla vicenda alla procura di Cosenza.

Secondo tempo:

Anche occhiuto denuncia Di Natale per esercizio arbitrario delle proprie ragioni e lo accusa di aver occupato alcune stanze e di aver minacciato i dipendenti.

«Alla Provincia le leggi si rispettano, nessuno ha mai pensato il contrario»

Occhiuto ha spiegato che «Tale ordinanza dichiara illegittima la nomina vicepresidenziale in favore di Franco Bruno adottata l'8 febbraio 2016. Presone atto, mi riservo di comunicare eventuale nuova nomina a vicepresidente. Ciò detto appare gravissimo il comportamento tenuto in questa vicenda dal consigliere Graziano Di Natale, il quale oggi è arrivato in Provincia con toni minacciosi, allertando, in maniera farsesca, addirittura la Questura, adducendo questioni di ordine pubblico, assolutamente inesistenti, posto che il personale dipendente, al quale va il mio ringraziamento per il contegno mantenuto, non è caduto nella sua trappola provocatoria. Ai funzionari della Questura intervenuti, ho sottoposto, anzi, denuncia penale per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, consumato dallo stesso mediante la occupazione della stanza di dirigenti e dipendenti, nonché per la formulazione di gravi frasi nei confronti di alcuni dipendenti. Come era già successo qualche settimana fa, quando una dipendente, a causa dei suoi toni, ha dovuto addirittura fare ricorso all'intervento dei sanitari del 118».

Poi occhiuto ha concluso «Trovo davvero arrogante l'atteggiamento di chi continua a pretendere di rivestire un ruolo che non gli è stato affidato nell'esercizio delle funzioni democratiche del voto da nessuno, un ruolo al quale, da consigliere comunale, non può neanche ambire, essendo riservato solo ai sindaci eletti nella provincia. E nessun giudizio è stato emesso su questa fattispecie, che possa smentirmi. Se, in futuro, un giudice dovesse pronunciarsi in merito, non esiterò a mettermi da parte. Ma, come detto, il Consiglio di Stato si è pronunciato solo sulla legittimità della nomina del vicepresidente, in un frangente preciso della vita amministrativa dell'ente. E di quella sentenza abbiamo preso atto».

Terzo tempo

Solonicamente interviene Luigi Guglielmelli il quale ha dichiarato

“Occhiuto, a nostro avviso, sta facendo una forzatura”.

“La legge nazionale e le sentenze dicono che non può essere reintegrato a presidente della Provincia il sindaco che è stato sfiduciato. Quindi farsi scudo dello statuto è una forzatura. L’appello al sindaco Occhiuto è quello di non mortificare ulteriormente l’istituzione, ma di indire le elezioni e lui potrà ricandidarsi, e saranno gli elettori a decidere. Non capisco questa volontà di non lasciare la poltrona”.

Ora la procura ha un indirizzo.

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