Questo il comunicato di Stefania Covello
1)Non è una battuta d'arresto, anche perché il PD ha una capacità di recupero e di ripresa che verrà fuori al ballottaggio.
2)Solo allora sarà possibile fare una valutazione completa e definitiva.
3)Ma certo non è il risultato che ci aspettavamo, soprattutto in alcune realtà, tenendo anche conto del fatto che contro il PD si è scatenata una forza aggressiva e distruttiva senza precedenti!
4)È chiaro che il PD paga una lacerazione territoriale grave, con una mancata azione di coordinamento ai vari livelli. Su questo sarà necessaria una riflessione per avviare un'azione di rilancio territoriale.
5)È andata malissimo a Cosenza, dove al di là della disponibilità politica e umana del candidato Guccione, paghiamo errori e sottovalutazioni, insieme a scelte incomprensibili che hanno cancellato ogni possibilità di recupero in termini di credibilità e di consensi.
6)Da troppi anni a Cosenza il PD perde e non riesce più a recuperare.
7)Ma oggi sta fortemente rischiando l'irrilevanza. Per cui si rende indispensabile una profondissima valutazione di quanto accaduto, al fine di adottare scelte straordinarie per il riscatto del nostro partito.
8)Anche in Calabria siamo certi di recuperare ai ballottaggi, perché nonostante tutto, il PD saprà vincere e convincere in tanti comuni.
On. Stefania COVELLO Responsabile Sud e Fondi comunitari Segreteria Nazionale Partito Democratico
Il sacerdo te avrebbe avvicinato la ragazza, l’avrebbe accarezza ta più volte, stringendo la contro un finestrino e provocando le alcune abrasioni al volto.
Il bus universitario viaggiava in direzione Rende.
A bordo un sacerdote del Cosentino.
A bordo anche una studentessa fuori sede, diretta a casa di un’amica.
Il sacerdote avrebbe avvicinato la ragazza, l’avrebbe accarezzata più volte, stringendola contro un finestrino e provocandole alcune abrasioni al volto.
Poi la ragazza sarebbe riuscita ad allontanarsi da quella situazione alla fermata del mezzo, con conseguente apertura delle porte e corsa dai carabinieri per denunciare l’episodio, ancora sotto choc.
Una ricostruzione che è costata cara al sacerdote.
La Corte di appello di Catanzaro ha inflitto un anno e due mesi, confermando la condanna già disposta in primo grado nei suoi confronti.
La pena è stata richiesta dal pg mentre la difesa del prete è riuscita ad ottenere la derubricazione del reato più grave di tentata violenza sessuale in tentati atti di libidine.
Il legale del sacerdote, che si dichiara innocente, intende – una volta ottenute le motivazioni della Corte di appello – portare la questione dinnanzi ai giudici della Suprema Corte di Cassazione, proponendo ricorso.
Durante una operazione di controllo del territorio gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di San Pietro in Guarano hanno posto sotto sequestro in località “Gidora”nel comune di Luzzi (cs) una area di circa 2500 metri quadri in cui è stato realizzato uno sbancamento.
I lavori sono risultati eseguiti senza alcuna autorizzazione ed erano finalizzati secondo gli investigatori alla coltivazione di una cava.
Durante il controllo è emerso anche che tali lavori, realizzati in area soggetta a vincolo idrogeologico e paesaggistico-ambientale erano stati eseguiti senza alcun nullaosta previsto dagli organi competenti.
Lo sbancamento del terreno che ha interessato anche lo sradicamento di varie ceppaie di cespugli ed essenze forestali, e la realizzazione di cinque gradoni, un piazzale di 500 metri quadri ed una pista di circa 90 metri di lunghezza è stato realizzato su un’area adiacente, e quindi inferiore ai 150 metri dai corsi d’acqua, limitrofi al torrente Gidora iscritto nel registro delle acque pubbliche.
Lo sbancamento iniziale è stato realizzato ai margini di una strada interpoderale che costeggia l’argine del torrente e si estende all’interno di un fondo privato.
I lavori finalizzati all’apertura e alla coltivazione di una cava ex novo, rientrano tra quelle attività che comportano una trasformazione urbanistica del territorio e quindi soggetta al rilascio del permesso di costruire.
Per tali lavori sono stati deferiti all’autorità giudiziaria un uomo di Luzzi, proprietario del fondo e un uomo di Rose esecutore materiale dei lavori effettuati con l’ausilio di mezzi meccanici.