Paola. Il giudice monocratico del tribunale di Paola, il dottor Alfredo Cosenza intorno alle 11 di oggi 26 maggio, si è ritirato in camera di consiglio e dopo le ore 13.00 è rientrato in aula per leggere il verdetto appena emesso.
Giuseppe Liparoto, Nicholas Fusaro, Francesco Bonanata e Luca Bonanata sono stati condannati a 16 mesi, ovvero il massimo della pena, come previsto per via della riduzione relativa alla scelta del rito abbreviato.
Stamattina nel giorno della sentenza, i ragazzi autori del feroce gesto non erano presenti in aula.
Presenti, invece, a Paola alcuni rappresentanti delle associazioni, tra cui gli aderenti al gruppo Facebook l’Urlo di Angelo.
Il giudice ha comunque sospeso la pena sospesa, ma subordinando la sospensione all’esecuzione di sei mesi di lavori di pubblica utilità presso associazioni a tutela degli animali.
I quattro imputati sono stati condannati al pagamento di 2.000 euro di risarcimento danni per ciascuna parte civile costituita, oltre alle spese legali pari ad 800 euro e accessori di legge.
Ricordiamo che nel giugno dello scorso anno i quattro catturarono, torturarono e uccisero il povero randagio“in concorso tra loro e con crudeltà e senza necessità, di un medesimo disegno criminoso, aver torturato un cane randagio, catturandolo, impiccandolo ad un albero, stringendogli una fune intorno al collo, colpendolo ripetutamente e con violenza con una spranga fino a cagionare la sua morte. Il tutto riprendendo la scena in un video successivamente pubblicato su Facebook”
Soddisfatte a metà le associazioni animaliste, che chiedevano pene più aspre mitigate dal fatto che evidentemente in Italia seviziare ed uccidere un cane per futili motivi non è considerato un gesto particolarmente grave.
Resta il fatto che questa sentenza (qualora venisse confermata) costituisce un precedente capace di dissuadere altri malintenzionati dal fare quello che è stato riservato al povero Angelo.