“Mi diede dei baci sul collo, io rimasi paralizzata e non riuscivo nemmeno a muovermi. Quell'uomo approfittò del mio stato di disorientamento psicologico e fisico e mi tolse la giacca da jeans e la maglietta, lasciandomi indosso solo il reggiseno. A questo punto mi alzai di scatto, per andare via, ma lui mi fermò, m'afferrò per un braccio e mi tirò a se, facendomi sedere sulle sue gambe. A quel punto mi chiese di togliermi i pantaloni. Io, reagii. Gli feci capire che non avevo nessuna intenzione di farlo. Lui, si alzò e mi riaccompagnò, di nuovo in Chiesa, raccomandandomi che di quello che era successo non ne dovevo fare parola con nessuno».
E’ da questa dichiarazione resa dalla ragazza. Ad iniziare le indagini il luogotenente dei Carabinieri Cosimo Saponangelo. Ed ora la sentenza della cassazione che ha condannato Roberto Sciammarella, bancario 48enne di Trenta, a due anni ed otto mesi.
Il fatto è avvenuto nell’ottobre del 2010 in Cosenza ma fu denunciato solo 5 mesi dopo nel marzo 2011.
L’inchiesta venne affidata al sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza, Antonio Bruno Tridico che, chiese ed ottenne dal gip l'ok per l'arresto del bancario, poi i processi, le condanne e ieri la pronuncia definitiva della Cassazione.