L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Soldi e favori in cambio di benefici ai detenuti legati ai clan mafiosi di Cosenza
Cosenza. I carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di due assistenti della Polizia Penitenziaria, in servizio presso la Casa Circondariale di Cosenza, ritenuti responsabili di concorso esterno in associazione mafiosa.
Le indagini dei militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza, con il coordinamento della Dda di Catanzaro, hanno accertato che, in violazione dei propri doveri e dietro corresponsione di somme di denaro, o di altri benefici di vario genere, i due agenti avrebbero posto in essere condotte finalizzate a favorire detenuti nel carcere di Cosenza, appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta “Lanzino/Ruà/Patitucci”, “Bruni/Zingari” e “Rango/Zingari”.
Dagli accertamenti è emerso che i due appartenenti alla Polizia Penitenziaria si erano messi a disposizione delle consorterie mafiose, garantendo ai detenuti di poter continuare ad avere contatti con l’esterno ed in particolare, con i sodali liberi, veicolando agli stessi messaggi, anche mediante “pizzini”, per sviare indagini in corso su omicidi o per impartire disposizioni sugli imprenditori destinatari di attività estorsiva, per recuperare somme di danaro dovute per pregresse forniture di stupefacente o, ancora, per far filtrare notizie su reclusi che intendevano avviare percorsi di collaborazione con la giustizia.
Nel carcere i detenuti “influenti” ricevevano droga e alcol
Gli approfondimenti, anche sulla base di convergenti dichiarazioni di 9 collaboratori di giustizia, hanno inoltre, portato alla luce un quadro della vita all’interno dell’istituto penitenziario caratterizzato da una sorta di piena libertà di manovra, specie per i detenuti di maggiore caratura, che potevano riunirsi nelle celle, benché sottoposti a diverso regime carcerario, o ricevere stupefacenti, alcolici, generi alimentari o altri prodotti utili a rendere più confortevole la detenzione o, ancora, non essere sottoposti a perquisizioni o avere preventive informazioni sulle attività di verifica pianificate. Nel medesimo contesto risulta indagato un altro appartenente al Corpo, non raggiunto da provvedimento cautelare poiché nel frattempo andato in quiescenza e, quindi, non più in grado di reiterare le condotte in argomento all’interno del carcere di Cosenza.
I dettagli sull’operazione saranno illustrati alle 11 in una conferenza stampa presso la Procura di Catanzaro, alla quale parteciperà il Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri.