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Redazione TirrenoNews

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I comuni vanno in dissesto, i consorzi no!

Giovedì, 15 Febbraio 2018 22:24 Pubblicato in Alto Tirreno

Il Consorzio di Bonifica ex Valle Lao ha un debito di oltre 8 milioni.

Ora interviene la politica.

Il Consigliere Regionale Mauro D’Acri ha incontrato i sindaci ed ha annunciato nuovi interventi

 

 

Ecco cosa ha affermato il Consigliere Regionale Mauro D’Acri, delegato del Presidente Oliverio per le politiche agricole, al termine di un incontro con i sindaci del Consorzio ex Valle Lao, che ha visto anche la partecipazione di rappresentanti di alcune organizzazioni sindacali e dei cittadini.

“Il Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino, noto come ex Valle Lao di Scalea, si trova in una situazione particolarmente difficile, ma è bene ricordare come la sua condizione attuale sia la diretta e pesantissima conseguenza di amministrazioni che, nei decenni passati, sono state in grado di causare un disequilibrio gestionale ed economico di immani proporzioni”.

Come a dire : La colpa è di quelli di prima.

Poi ha proseguito : “Gli ultimi dati finanziari mostrano, ad esempio, come a fine 2017 l’ente consortile abbia registrato un disavanzo pari ad oltre un milione e mezzo di euro per un debito complessivo del Consorzio che supera gli 8 milioni e mezzo.

Il Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino è un caso limite, si tratta di un ente nel quale le storture del passato hanno raggiunto l’apice ma non c’è dubbio che quella dei Consorzi di Bonifica sia una materia ben più vasta e che va affrontata in un’ottica di insieme.

Senza considerare le quotidiane richieste di pignoramenti che aggravano ulteriormente una situazione già tragica.  

Con un disavanzo consistente, 52 dipendenti ed una gestione annuale che supera il milione e quattrocentomila euro ci troviamo, insomma, di fronte ad un classico caso di insostenibilità.

I numeri, che hanno una loro drammatica evidenza, impongono a tutti coloro i quali hanno ruoli e funzioni in materia un surplus di responsabilità; ecco perché ho partecipato alla riunione chiesta e convocata dai sindaci dei Comuni che ricadono nel comprensorio consortile e procederemo alla nomina del nuovo Commissario.

Infine ha aggiunto: “ La strada che abbiamo tracciato prevede, infatti, l’indizione delle elezioni consortili e la predisposizione di un sostenibile piano industriale; nelle more di questo percorso, a testimonianza di un approccio che non potrebbe essere più rigoroso ed attento, sarà operativo e costante un tavolo tecnico che monitori la situazione complessiva del Consorzio e preveda la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti”

Ovviamente si tratta di un tavolo miracoloso nei cui cassetti saranno trovati i milioni di euro necessari per sanare il bilancio del consorzio

Ove non funzionasse il tavolo tecnico proposto Consigliere Regionale Mauro D’Acri e dai suoi cassetti non uscissero i soldi necessari, saranno attivati i cassetti della giunta regionale.

Conclude D’Acri “Nello specifico è bene evidenziare, tuttavia, che la Regione – ed il Dipartimento Agricoltura in particolare – hanno fatto fino ad ora quanto nelle loro possibilità; l’approvazione dei Piani di Classifica, ad esempio, ha rappresentato e rappresenta uno strumento fondamentale ed insostituibile per regolamentare il contributo di bonifica ed il perimetro di contribuenza. Ecco perché sui Consorzi sono necessari un ragionamento complessivo, un’attenzione costante, il contributo di tutti, una collaborazione fattiva che impedisca il nascere di contrapposizioni che accendono gli animi e poco o nulla hanno a che fare con la soluzione concreta dei problemi”.

Insomma dopo il 4 marzo sarà trovata la miracolosa soluzione.

E tanti dipendenti comunali aspettano lo stesso miracolo politico.

Belluno, 15enne violentato con un tubo dai coetanei.

Giovedì, 15 Febbraio 2018 21:42 Pubblicato in Italia

I fatti risalgono al 2013 quando un gruppo di ragazzini si trovava nel centro di Misurina per migliorare la propria respirazione.

Durante una notte tre ragazzi ospiti della struttura, di età compresa dai 14 ai 16 anni, si sarebbero intrufolati nella stanza di un 15enne e lo avrebbero violentato.

Nessuno si sarebbe accorto di quanto stava accadendo in una delle camere, o forse chi stava vigilando per i corridoi non ha voluto vedere.

Lo avrebbero prima immobilizzato a letto, legandogli mani e piedi con lo scotch, poi costretto a subire violenze sessuali, utilizzando anche un tubo.

È quanto accaduto in una struttura extra-ospedaliera, immersa nelle dolomiti bellunesi, accreditata con il Servizio sanitario nazionale come centro per la cura e la riabilitazione dell’asma infantile.

Un posto paradisiaco, meta dei giovani che durante l'estate vi soggiornano per curare i loro problemi respiratori. Un'oasi di pace e aria fresca che si è trasformata in un inferno per un giovane 15enne, vittima innocente di atti di violenza.

A processo, ieri a Belluno, è finito il sorvegliante notturno, Alberto Sandini, ritenuto "complice" del branco di ragazzini accusati di violenza sessuale.

Il 32enne ingegnere, originario di Vicenza, all’epoca dei fatti aveva il compito di controllare che durante la notte tutto fosse tranquillo.

I reati a lui contestati sono quelli di violenza sessuale di gruppo aggravata dalla minore età dei ragazzini e omessa vigilanza.

Sotto accusa, davanti al tribunale dei minori di Venezia, anche i giovani protagonisti dell'aggressione.

La struttura ha replicato che :"I presunti episodi di bullismo, risalenti all'estate del 2013, al vaglio della Magistratura, sono stati prontamente segnalati al Tribunale dei Minori di Venezia proprio dall'Opera Diocesana stessa, informata dal personale dipendente, consentendo così l'inizio delle indagini sfociate, oggi, nel procedimento penale. L'Opera Diocesana ha prontamente segnalato alle famiglie delle persone coinvolte la notizia del verificarsi dei presunti atti di bullismo oggi oggetto del procedimento penale, dandone sempre contestuale evidenza e comunicazione anche all'Autorità Giudiziaria competente. L'Opera Diocesana è parte lesa in questa vicenda e non è stata oggetto di nessun procedimento giudiziario, risultando totalmente estranea ai fatti. L'Opera Diocesana ha appreso solo oggi, a distanza di cinque anni, della conclusione delle indagini e dell'inizio del processo"

A poche ore dal servizio delle Iene è arrivata la seconda nota del vescovo nella quale, Mons. Nolè, esprime questa volta la “sua personale tristezza e il dolore della Chiesa cosentino-bisignanense e chiede scusa per lo scandalo e il dolore arrecato: alle vittime della vicenda, prima fra tutti la ragazza interessata, ma anche a quanti sono stati offesi e scossi dalla trasmissione che ha coinvolto una comunità parrocchiale, i sacerdoti e anche un Vescovo che è stato duramente vilipeso da un membro del nostro presbiterio“.

Le due giovani, operatrice e giornalista della trasmissione “Le Iene” non vengono mai citate nonostante siano state aggredite rimediando 18 giorni di prognosi.

Insomma, vicenda dolorosa si, ma nessuna solidarietà alle due giornaliste che, in fondo, hanno fatto il loro lavoro e sono state insultate, aggredite e picchiate.

Nella nota c’è un altro passaggio che sembra andare duramente contro il parroco che avrebbe “vilipeso” un Vescovo e “attorno al quale si stringe – scrive monsignor Francesco Nolè – lui e il Presbiterio per esprimergli affetto e sincera fraternità”.

L’Arcivescovo Nolè si è comunque mostrato “disponibile ad incontrare la ragazza se e quando lei vorrà, per un dialogo fraterno“.

Infine “chiede perdono a quanti, soprattutto ai semplici, che a causa della contro testimonianza degli uomini di Chiesa, vivono sofferenze e subiscono scandali.

La Diocesi, per quanto di competenza, è già impegnata a fare chiarezza sulla vicenda e prenderà seri e opportuni provvedimenti ‘canonici’ nei confronti di quanti hanno dato pubblico scandalo”

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