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L’assessore al turismo Concetta Veltri, pur non avendo potuto partecipare in prima persona all’evento motoristico che ha allietato turisti e vacanzieri in questo primo fine settimana di luglio, ha voluto rimarcare la riuscita del raduno organizzato dal gruppo “Cenaturi del Tirreno”, non solo dal punto di vista numerico, grazie all’elevata presenza di bikers provenienti da ogni dove, ma anche per la perfetta pianificazione operata in tutta sicurezza, allo scopo di far vivere appieno la festa. Un plauso rivolto anche alle forze dell’ordine per la preziosa opera di supporto e di controllo.

 

«Voglio esprimere non solo il mio personale grazie agli organizzatori del motoraduno che nei giorni scorsi ha colorato la città, ma anche quello dell’intera comunità. Amantea ha un tessuto sociale articolato e complesso, il suo territorio ha necessità di aprirsi verso diverse forme di turismo, creando così i presupposti per avviare un lento ma deciso processo di destagionalizzazione che le attività ricettive e gli imprenditori hanno sempre auspicato e che ora sembra essere finalmente a portata di mano. L’esecutivo guidato dal sindaco Mario Pizzino è dalla parte di chi opera e lavora per il bene comune, per rendere il nostro comprensorio migliore di quello che è attualmente, ma soprattutto per inseguire un’idea di sviluppo che sia sostenibile con l’ambiente e con quella che è l’identità dei luoghi».

 

«Un momento di unione – ricorda la Veltri – che ha inteso ricordare Andrea Bruno, un giovane del comprensorio prematuramente scomparso che amava prendere parte ai raduni rappresentando la sua terra. I “Centauri del Tirreno”, il gruppo che ha voluto fortemente la realizzazione di quest’iniziativa, è in piena corsa per portare a casa la vittoria nel “Campionato italiano turismo”. Il moto club amanteano, attualmente, è in testa a questa particolare classifica. I soci, complessivamente, hanno totalizzato 58 presenze che gli hanno consentito di ottenere 111 punti. Una quota che relega più indietro le compagini laziali dei “Lupi bianchi” e campane dei “Vesuviani”. Sono personalmente convinta che, dopo il bagno di folla dei giorni scorsi la voglia di vedersi consegnare la coppa sia ancora più forte. Tifiamo dunque tutti per loro, in un ideale abbraccio sportivo. Del resto i “Centauri del Tirreno” sono in prima linea anche per quanto riguarda i trofei turistici suddivisi per area geografica: Amantea primeggiare nella categoria “Trofeo turismo Sud” con 42 presenze e 144 punti. Sul fronte delle classifiche individuali, al primo posto ex aequo Antonio Gelsomino e Antonio Launi, con 6 presenze e 142 punti».

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Tortora. E' in programma per oggi pomeriggio alle ore 17.30 un convegno legato alla recente campagna di scavi archeologici sul colle Palècastro.

Un'attività che ha aperto interessanti prospettive anche rispetto al periodo precedente a quello attualmente indagato.

Il tema del convegno è: “Le ricerche nel Foro di Blanda (2016-2017)” e racchiude l'attività delle cinque settimane di scavo sul colle Palècastro.

Le novità più importanti e significative sono riferibili al settore posto alle spalle del tempio A, del Capitolium, dove è stato rinvenuto un poderoso livello di materiali arcaici, riferibili ad un abitato enotrio posto sulla parte sommitale del colle.

“Si tratta – riferiscono - delle prime attestazioni di un insediamento indigeno databile nella prima metà del VI sec. a.C.; una delle più grandi scoperte degli ultimi anni, considerato che per la prima volta è emerso un livello arcaico relativo al 560-550 a.C., più antico delle tombe della prima fase della necropoli, databili invece tra 540 e 520 a.C.; un orizzonte dove i contatti degli indigeni con il mondo greco sono labili e sfuggenti”.

L’incontro si terrà domani nella sala consiliare, alle ore 17.30, ed è stato organizzato dal dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’università degli studi di Messina, con il patrocinio del comune di Tortora.

Tra gli interventi previsti: il sindaco, Pasquale Lamboglia; il funzionario archeologo, Simone Marino; il professore Dicam dell’università degli studi di Messina, Fabrizio Mollo; la professoressa dello stesso ateneo, Mariangela Puglisi; il professore dell'università di Messina, Eugenio Donato.Dalla fine di maggio, il sito di Blanda è stato indagato dal Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, sotto la direzione scientifica del Prof. Fabrizio Mollo, in strettissima collaborazione con il Comune di Tortora che, ancora una volta, ha messo a disposizione attrezzature, ospitalità e supporto logistico, e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, nelle persone del Soprintendente dott. Mario Pagano e del Funzionario Responsabile, dott. Simone Marino.

Lo scavo ha visto la partecipazione di oltre quaranta ricercatori (studenti, laureati, specializzati e specializzandi) provenienti non solo dall’Università di Messina, ma anche dall’Unical e da altri Atenei italiani.

Oggetto delle ricerche la città di Blanda Iulia, colonia di veterani romani, databile alla fine del I sec. a.C., in vita sino all’età di Alarico, come importante centro amministrativo dell’area del golfo di Policastro, nato in seguito alla guerra annibalica, quando fu preso ai Lucani.

Le indagini hanno riguardato ancora l’area del Foro della città romana, con una serie di saggi effettuati per cercare di meglio definire e completare gli interventi effettuati nel 2016.

Sono stati indagati soprattutto i settori sud-ovest e sud-est del Foro stesso, dove sono state intercettate le botteghe che si dispongono intorno ad una porticus triplex, un grande portico coperto, di cui si è individuato un poderoso ed ampio crollo del tetto.

Al fine di meglio comprendere la situazione planimetrica e l’evoluzione della struttura dell’abitato di Blanda, è stata, inoltre, completata l’esplorazione di un edificio pluristratificato che si affaccia sulla plateia A, nel settore meridionale, all’ingresso dell’area del Foro, dove nella prosecuzione della strada è emersa anche la presenza della fogna di epoca romana.

Un esempio da seguire per la nostra Amantea.

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Stamattina un amico ha sentito dire che “ Ieri sera abbiamo riempito i due serbatoi di Campora San Giovanni e stamattina erano vuoti”.

 

In sintesi la domanda che si ponevano era la seguente” Dove è finita l’acqua potabile dei due serbatoi?”.

Bella domanda.

 

Forse che la frazione di Campora San Giovanni ha una intensa vita notturna che determina consumi maggiori di quelli diurni?.

O forse, ancora, i camporesi di notte lavano i panni, si fanno le docce che non possono farsi di giorno e, soprattutto, si fanno le provviste d’acqua per il giorno successivo riempiendo le cisterne?.

Qualcuno avanza l’ipotesi che di buon mattino si irrighino i campi “tanto l’acqua non si paga perché il contatore non è installato, perché non funziona perchè non viene letto e nessuno si perita di notificare il maggiore consumo.

Non è che i buchi della rete sono tali tanti che, comunque sia, l’acqua si perde?

Se così non fosse, allora la domanda da porsi è questa: l’acqua comunale deve servire esclusivamente per le famiglie, per i bar, per i ristoranti e gli alberghi?.

O può essere usata liberamente per le docce a mare, per le piscine, l’industria e l’agricoltura?

 

I regolamenti comunali(?????) impongono la esistenza dei pozzi per piscine, l’industria e l’agricoltura?

Qualcuno ha mai fatto verificare sul serio( a scherzare siamo tutti buoni) la esistenza dei pozzi a fianco degli orti, delle piscine ( prima di autorizzarne la costruzione), per le industrie(prima di permetterne il funzionamento)?.

Se dovessimo osservare il territorio diremmo di no!

Per le docce a mare, talvolta lasciate aperte, basterebbe una gettoniera da 20 centesimi per ogni doccia temporizzata.

Per la villa di Amantea basterebbe usare il pozzo esistente e non l’acqua comunale.

Per la fontanella di Piazza cappuccini che spreca migliaia di mc all’anno basterebbe un rubinetto.

Lo stesso per ogni altra fontanella con zampillo, come nella villa comunale( se l’acqua ci fosse per tutti potremmo anche sopportarla, ma se manca questi sperperi dovrebbero essere evitati).

D’altro canto tutto il sistema delle tariffe poggia illogicamente sulla parte fissa e non soltanto sui consumi come dovrebbe per ridurli.

Un tempo c’era “Franciscu u letturista” una brava persona che si presentava gentilmente in ogni casa e faceva la lettura dell’acqua.

Poi “l’intellighenzia” decise che se ne poteva fare a meno.

Sono errori passati?

 

Ma certamente. Come tutti gli altri.

Amantea è quella città dove gli errori provengono sempre da ogni passato e si trasferiscono nel futuro.

Amantea è quella città dove il passato e gli errori fatti non vengono mai giudicati per non giudicare coloro che li hanno commessi.

Già se si prendesse questo vizio ognuno potrebbe essere giudicato e forse anche punito.

Non è possibile, non deve essere possibile,anzi che nessuno ne parli!

Cercasi Francesco!

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