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liberazioneIn uno scritto autobiografico Luigi Settembrini scriveva: “Quando le strade comunali, provinciali, e ferrovie metteranno i Calabresi in facili comunicazioni tra loro e con le altre genti d’Italia, allora si scioglierà quell’antica lotta chiusa in ogni paesello tra il proprietario sempre usuraio lì, e il proletario sempre debitore, si ammansirà quell’odio per oltraggi antichi che è la vera cagione del brigantaggio.

 

Quando quelle genti avranno lavoro, istruzione e giustizia, quelle loro nature sì gagliarde nei delitti saranno gagliarde nel lavoro, nelle industrie, nelle arti, nella guerra santa e nazionale.

In nessuna contrada ho veduto più ingegno che in Calabria, lì schizza proprio dalle pietre, ma raramente è congiunto a bontà, spesso è maligna astuzia”. Ed io aggiungo, malaffare e corruzione.

Bisogna innanzitutto sforzarsi di capire il significato etimologico di questa parola. Corruzione: dal latino: corruptio. Degenerazione spirituale e morale, depravazione, totale abbandono della dignità e dell’onestà.

Derogare e indurre a derogare i propri e altrui doveri in cambio di denaro o di altri vantaggi personali. Questa è la definizione che i dizionari danno di tale parola.

Per capire la vastità del fenomeno in Calabria è importante scorrere i titoli dei giornali che quotidianamente escono in edicola. Si viene a scoprire l’acqua calda. Cioè il risultato è un sistema parassitario-clientelare, espressione di un blocco affaristico in cui convergono interessi politici, imprenditoriali e criminali, che registra il protagonismo di figure "cerniera" in grado di favorire le istanze degli “imprenditori” malavitosi.

 

La sintomatica presenza di insidie nell’Organizzazione pubblica, evidenzia, però, che il sistema di discipline normative e la ferma azione di contrasto al degrado non sono sufficienti a soddisfare le cautele che il settore degli “appalti” richiede. Secondo Shakespeare L'onestà sarebbe più potente della corruzione.

Il grande Drammaturgo conosceva il Volgare italiano come linguaggio, ma non conosceva gli italiani ed in particolare non poteva conoscere gli Amministratori della cosa Pubblica di oggi in Calabria. La corruzione malavitosa e non solo, in Calabria è evidente che riesce a penetrare in ogni livello, da quello istituzionale, dai Comuni alle magistrature; la collusione con la delinquenza è a livelli impensabili. Qualcuno, ingenuamente, si chiede che fine abbia fatto lo Stato.

Quale Stato quello borbonico o quello Savoiardo con le sue emanazioni attuali. La realtà è che la presenza dello Stato liberal-democratico volutamente e rispettosamente si astiene dopo aver consegnato questa Terra in comodato d’uso all’andazzo malavitoso piccolo e grande che sia. Questo è ciò che la popolazione percepisce.

 

Di fatto non sono solo io a scriverlo, lo svela la Direzione Nazionale Antimafia che nella sua annuale relazione espone un quadro allarmante sulla situazione del territorio calabrese.

Tutti gli occhi sono rivolti ad altre regioni italiane senza rendersi conto che al sud, in Calabria, la malavita e gli atteggiamenti malavitosi quotidiani hanno sostituito lo Stato.

Le condanne per corruzione in Calabria sono le più basse d’Italia. “Allora delle due l’una, o la Calabria ha la migliore classe politica del Paese e il miglior livello istituzionale oppure c’è qualche problema anche nella magistratura calabrese”.

Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris commentando la sentenza del Tribunale di Salerno che ha assolto tutti gli imputati nel procedimento basato sull’ipotesi che le inchieste ‘Why not‘ e ‘Poseidone‘, condotte da De Magistris quando era magistrato a Catanzaro, gli furono sottratte sulla base di un complotto.

 

Sempre più di frequente, infatti, il tema della ‘grande’ e ‘piccola’ corruzione appare su tutti i quotidiani: favori, doni (più o meno consapevolmente accettati) e mazzette sono la norma.

Un tempo l’illegalità era concentrata nel settore edilizio, tra licenze, piani di lottizzazione e cambiamenti di destinazione. Poi ha guadagnato terreno: sono comparsi il ‘pizzo per esistere’ (per ottenere certificati di residenza e permessi di soggiorno), il ‘pizzo sulla cittadinanza’ (basti pensare al voto di scambio), il ‘pizzo per un tetto’ (in vista dell’assegnazione di case popolari o dell’imminenza dello sfratto), il ‘pizzo per lavorare’ (assunzioni per concorso, autorizzazioni all’esercizio di attività commerciali e licenze per i liberi professionisti), il ‘pizzo per sopravvivere’ (pensioni e farmaci) e infine il ‘pizzo per riposare in pace’ (trovare un posto al camposanto è sempre più arduo). Una struttura sanitaria incompleta per poter pagare ad alcuni amici affitti per l’utilizzo di appartamenti privati.

In Questo Amantea è sempre stata maestra. Per anni le uniche strutture scolastiche ospitate in edifici costruiti per tale fine sono stati la Scuola Elementare di Via Garibaldi e le Scuola Media in Via Elisabetta Noto. “Quanta acqua può bere un pesce che nuota liberamente nell’acqua?” Così il bramino Kautilya nel IV secolo a.C., nel suo libro ‘Arthashastra’, affrontava il tema della difficoltà nel riuscire a provare la disonestà finanziaria di un pubblico ufficiale.

 

La società va trattata tenendo conto che è composta di persone sensibili alla corruzione, al disprezzo, all'adulazione. Usando queste tre leve non dovrebbe essere difficile dominarla.

Ennio Flaiano

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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imFranco Laratta e Carlo Guccione visitano l'azienda Percacciante che ha subito un grave attentato: "In Calabria è in corso una forte aggressione della criminalità organizzata contro le aziende agricole. Vogliono spaventarle e poi controllarle". 

 

Una visita all'azienda agricola di Antonio Percacciante nella Piana Sibari. Un'area a fortissima vocazione agricola, terra di eccellenze e alta qualità nel settore trainante dell'Agroalimentare. Centinaia la imprese, migliaia di addetti. 

 

Ma dove c'è buona economia e sviluppo  c'è la 'ndrangheta!

Lanciano l'allarme Franco Laratta e Carlo Guccione in visita all'azienda Percacciante che ha appena subito un gravissimo atto intimidatorio di stampo mafioso: un incendio doloso che ha distrutto il capannone con tutti gli automezzi dell'azienda. Un danno di circa 1,5 milioni di euro, con a rischio la raccolta imminente e il posto di lavoro per 150 stagionali. 

 

Guccione e Laratta hanno visitato i terreni interessati e incontrato la proprietà: " In Calabria è in corso una forte aggressione della criminalità organizzata contro le aziende agricole. Vogliono spaventarle, vogliono infiltrarsi e poi puntano a controllarle .

Gli imprenditori resistono, sanno che non possono e non devono cedere, ma spesso pagano prezzi altissimi. Lo Stato non può lasciarli da soli a lottare. Occorrono misure efficaci di prevenzione e repressione, occorre il sostegno delle istituzioni regionali e nazionali verso gli imprenditori colpiti".

In effetti, nell'incontro  con Laratta e Guccione, in un'atmosfera cupa, mentre la puzza di bruciato ancora si avverte fortemente, emerge chiaramente come la sibaritide stia subendo continue aggressioni e intimidazioni nelle aziende agricole più importanti e anche in quelle più piccole. Quasi mai i colpevoli sono stato individuati.

 

Nella zona c'è preoccupazione, come in molte parti della Calabria. Preoccupa il silenzio e l'indifferenza generali. Come se tutto fosse normale, come se lo Stato, la Regione, gli stessi cittadini non avvertissero più la necessità di reagire, di combattere, di non arrendersi. 

Per questo la visita di Guccione e Laratta è stata molto gradita. Nella speranza che serva a smuovere qualcosa.

Il governo e la regione saranno informati e coinvolti, ma si spera che le misure necessarie e urgenti vengano adottate al più presto.   

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Due le notizie di riferimento.

La prima è la assoluzione in primo grado dei sei imputati nel processo per le inchieste ‘Why Not’ e ‘Poseidone’ condotte a Catanzaro dall’ex Pm.

 

La seconda l’arrivo di Gratteri a Catanzaro

Relativamente alla prima, De Magistris esprime il proprio “rammarico” e la propria “amarezza”.

E poi, a margine di una conferenza stampa a palazzo San Giacomo, spiega ai giornalisti che la sentenza di ieri “non la considero una sconfitta di Luigi De Magistris ma un’occasione persa per ricostruire una verità giudiziaria, io continuerò a portare quella verita’ fuori dai luoghi istituzionali, sono un uomo delle istituzioni e un uomo di strada.

 

E’ grave che la magistratura non riesca ancora, in alcuni casi, ad avere la forza di ricostruire la verità in vicende molto gravi ma non perdo la fiducia che un giorno si possa ricostruire un puzzle della verita’”.

Poi, De Magistris ricorda che il processo “è stato minato sin dall’inizio da un punto di vista istituzionale. E’ chiaro che i principali responsabili sono coloro i quali decisero non solo il mio trasferimento da Catanzaro ma soprattutto chi si rese protagonista di un trasferimento assolutamente illegittimo. Non sfugge a nessuno – conclude l’ex Pm – che se un giorno all’improvviso sposti i magistrati che stanno con pazienza, coraggio, professionalità e dedizione da quel tipo di lavoro, che poi fermi, dopo è quasi impossibile ripartire con quel procedimento”.

Infine, ricordando le parole del nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, afferma che “le condanne per corruzione in Calabria sono le più basse d’Italia. Allora- puntualizza il primo cittadino di Napoli- delle due l’una. O la Calabria ha la migliore classe politica del Paese e il miglior livello istituzionale oppure c’è qualche problema anche nella magistratura calabrese”.

In sintesi :“Se (tanta) la corruzione in Calabria è impunita qualche motivo ci sarà”.

 

Relativamente alla seconda.

Non sarà certamente un caso seNicola Gratteri è stato nominato Procuratore Capo della Dda di Catanzaro.

Ne siamo convinti quasi tutti, in Calabria, salvo, ovviamente, chi ha da temerlo.

Leggiamo esserne convinto perfino il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, che gli ha formulato gli auguri affermando che .«La Calabria onesta e pulita non può che gioire e salutare positivamente la nomina del plenum del Csm di Nicola Gratteri a Procuratore Capo della Dda Catanzaro».

E poi Oliverio ha concluso «È una bella notizia per la Calabria che crede nel riscatto e nella possibilità di costruire un futuro diverso»

Quale riscatto sig presidente?

Quello della onestà contro la disonestà?

Quello della legalità contro gli imbrogli ed il malaffare?

Quello della buona politica contro la mala politica?

Quello dei buoni politici contro i cattivi politici?

Quello della buona magistratura contro la magistratura inefficiente?

Ce lo spieghi presidente, ce lo spieghi; e ci dica anche come intende contribuire !

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