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Quasi un successo” per i gior nali regio nali , un fallimento per il mini stro dell ambiente.

 

 

 

 

 

 

Raddoppiate schede su rifiuti dai Comuni titolano giornali e blog in calabria e vantano il fatto che quest’anno i MUD rimessi dai comuni sono stati , 191 su 409, pari al 46,69% del totale.

Cioè 218 comuni hanno evaso l’obbligo di inviare i dati

In sintesi le schede inviate all’Arpacal sono così ripartite

Provincia di Cosenza con 91 comuni su 155 (pari al 58,71%)

Provincia di Catanzaro con 43 comuni su 80 (pari al 53,57%),

Provincia di Vibo con 22 comuni su 50 (pari al 44%),

Provincia di Crotone con 11 comuni su 27 (pari al 40,74%)

provincia di Reggio con 24 comuni su 97 (pari al 24,74%.

Poi parla il Ministro Galletti che in una conferenza stampa tenutasi a Rosarno (Reggio Calabria) sulla raccolta differenziata in Calabria dice: “non sono soddisfatto”

Ed aggiunge che la raccolta differenziata in Calabria è ancora troppo carente

“Non sono soddisfatto dei dati ambientali che riguardano la Calabria, anzi sono amareggiato perché mentre altre regioni si accingono a raggiungere gli standard europei per la raccolta differenziata, alcuni addirittura con l’80%, Reggio Calabria ha l’11.7% della differenziata, la regione complessivamente il 18,6% e Rosarno il 5,9%”.

Un bilancio sterile, dunque, per quanto riguarda l’orizzonte ambientale calabro.

Poi Galletti ricorda che su 155 discariche abusive in tutta Italia, 43 si trovano in Calabria.

Una vera e propria denuncia al sistema di controlli; una regione dove nessuno vede niente salvo poi fare l’elenco delle discariche abusive!

Infine Galletti ricorda che oltre ben 141 depurazioni sono nel mirino dell’Ue e rischiano il commissariamento.

“Per esempio –continua Galletti– Rosarno nella gestione dell’acqua è fuori legge perché l’acquedotto e la fognatura sono gestiti in economia, mentre la depurazione ad un privato. Questo la legge non lo prevede”.

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Non c’era certo biso gno di un’altra prova della forza e del coraggio del M5s in Calabria nel denun ciare le co se che non vanno,

ma domani Martedì 24 maggio, alle ore 10,45 davanti all'ingresso del palazzo della Giustizia, i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela terranno a Catanzaro una conferenza stampa sulla «gestione mafiosa nella sanità calabrese».

Prima dell'incontro con i giornalisti, i due parlamentari saranno ricevuti dal nuovo procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, al quale avevano scritto, in una recente lettera pubblica di auguri per l'insediamento: «Nella sanità e in materia ambientale ci sono stati e continuano troppi abusi, intanto per la dilagante certezza dell'impunità.

La nostra piccola esperienza ci ha mostrato addirittura un fare sfacciato e compiaciuto di non pochi responsabili della gestione sanitaria, evidentemente protetti da alte sfere o collegati ad apparati di insabbiamento della verità, che in Calabria coincide con la legge, con la voce del più forte».

All'insigne magistrato, Nesci e Parentela avevano anticipato nella missiva: «Ci sono diverse questioni che, sulla base dei nostri numerosi esposti alla Procura di Catanzaro, desideriamo affrontare con lei, procuratore Gratteri, nella consapevolezza che la sua coscienza di uomo, prima che di magistrato, è una garanzia per il rispetto della legge, nella nostra terra calpestata come la dignità del suo popolo».

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levaCome per Marcel Duchamp, anche per chi scrive, l'opera d'arte sarebbe vuota e statica senza la presenza di un “fruitore”, dal momento che il lavoro ha valore solo fintanto che ha l'essere, e il compito primario del fruitore è quello di soddisfare questo essere. In questo breve scritto non verrà usato il termine “spettatore” perché inadeguato e riduttivo. E molto legato al solo “vedere” e ad un modo distaccato di rapportarsi all’arte. Più consono sembra essere il termine “fruitore”, più universale, anche se un po’ inusuale. Bisogna riconoscere che molti, nell’ambito dell’estetica analitica, sottolineano l’importanza del momento della fruizione nella spiegazione dell’arte. Negli ultimi cinquant’anni si è discusso molto sull’importanza della ricezione, e della interazione. Forse è arrivato il momento di provare a capire il significato dell’arte per le persone, cosa accade quando ci si trova di fronte ad un’opera, perché coinvolge o perché la si rifiuta. Forse, ciò che l’opera stessa si aspetta dal pubblico è, prima di tutto, il suo completamento. Stabilendo così una giusta reciprocità del rapporto tra artista e fruitore. Le differenze tra oggetti estetici e oggetti generici devono essere considerati, poiché ogni oggetto richiede il riconoscimento di un soggetto che percepisce. E 'l'esperienza comune di tali oggetti di uso quotidiano che permette di comprendere i loro vari usi. Al contrario, l'oggetto estetico deve essere vissuto in prima persona. Un quadro pittorico viene creato per essere fruito. Esser visto ad una certa distanza e da un certo punto di osservazione. Ecco cosa dice Michel Foucault: “L'oggetto è ciò che ci dice chi ci parla.” Si confronta dunque con la storia delle idee, con la storia delle scienze. L'oggetto è il risultato di un'elaborazione concettuale dove “l'archeologia” rimpiazza “la Storia”. È a partire da questo concetto e dal suo rapporto con l'archeologia, che Foucault si afferma come il pensatore della discontinuità storica, pensatore della rottura. Foucault è considerato come uno dei principali filosofi e storici della cultura del Novecento, soprattutto per merito di una visione del mondo multiforme e di uno stile speculativo interdisciplinare. L’analisi di Foucault si applica alle dinamiche del sistema di potere in seno al contesto sociale, alle relazioni tra potere collettivo ed identità individuale, oltre che stabilire una sorta di mappa delle regole rivolta archeologicamente al passato, ma al fine di trarre delle interpretazioni e delle valutazioni utili per il presente. Per molti artisti postmoderni, al fine di concepire il mondo, si deve fare uso delle caratteristiche del mondo stesso. Qualsiasi concetto dell’immaginario deve svilupparsi ed essere radicato nella realtà, nelle forme reali e composizioni; ciò che immaginiamo è un amalgama di quelle cose che abbiamo visto. Per Foucault la cultura non è determinata in alcun modo dal soggetto, che, come hanno dimostrato le scienze umane, è influenzato più di quanto non sembri da infrastrutture mentali inconsce. Nella sua Storia della follia nell'età classica, Foucault realizza una analisi della follia, intesa socialmente, come un fenomeno da reprimere, controllare, imbrigliare in qualche modo. Foucault sottolinea altresì l’energia creativa, vitalistica della follia, che è stata rimossa con la volontà di costruire un argine tra normali e non. A prima vista, non sembra esserci alcuna cosa in comune tra il mondo dell'oggetto estetico e il mondo reale - cioè, se si identifica il "reale" con "oggettivo". L'oggetto estetico rivela un mondo che è soggettivo. Dunque, non è con il mondo oggettivo, come concepito dalla scienza, che si dovrebbe confrontare l'oggetto estetico. Il confronto deve essere con il mondo reale. Con la realtà dell’uomo. Si sente spesso lodare l’arte e la sua bellezza. Poi però Pompei crolla per incuria. Non è più convincente la versione che di fronte ai tanti eventi vergognosi che hanno coinvolto il patrimonio artistico nazionale si limita a puntare il dito contro questo o quel politico, contro questo o quell’altro amministratore incapace. Senza dubbio, la classe dirigente di questo paese ha più volte dato prova di ignoranza, malafede e incapacità. Tuttavia quello che più conta, credo, è capire il pensiero che fa da sfondo all’incapacità politica e amministrativa. Sotto il velo all’ignoranza di alcuni amministratori c’è la totale mancanza di comprensione del valore dell’arte, sotto alla malafede di chi lascia devastare il patrimonio artistico c’è l’idea che tutto sommato “l’arte non è commestibile”. Potrebbe risultare indigesta. “L’arte è bella però…”. E’ un problema politico-culturale, non amministrativo. La fruizione di un’opera d’arte non è e non potrebbe mai essere “asettica”, il fruitore entra in rapporto con essa, gioca con essa, interagisce con essa. Andando alla ricerca di definire la società attuale e a delinearne possibili futuri. Oggi, come mai prima, il fruitore di opere creative sembra occupare una posizione meno passiva che in passato. Lo stesso, per esempio, consente all’opera bidimensionale di acquisire caratteristiche tridimensionali: l’artista dipinge su una tela bidimensionale un paesaggio che il fruitore vede come dotato di profondità; così facendo attribuisce all’opera un significato altro. Un significato che gli potrebbe indicare il solco da tracciare per costruirsi un futuro diverso.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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