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Era dicembre 2012 quando il consiglio regionale calabrese si pronunciava sul “ Riordino degli Enti sub regionali”. Distinte e distanti le posizioni.

Scopelliti diceva : «Si taglia per avere risparmi consistenti, sicuramente di 15 milioni di euro e se alla fine saranno di meno poco importa. Il progetto prevede almeno sei aree funzionali: le “Politiche sociali e del lavoro” saranno affidate a “Calabria Lavoro” che assorbirà le attività di Field e “Calabria Etica”; Fincalabra si occuperà dei “servizi dell'assistenza finanziaria alle imprese” e saranno accorpati i Consorzi delle aree industriali in un'unica agenzia. Il disegno che oggi mettiamo in campo ci consente di guardare al futuro con nuova fiducia. Scelte che vanno fatte per il bene della Calabria con l'obiettivo di dimostrare che in questo momento di crisi la politica riesce ad operare i tagli richiesti individuando all'interno degli enti delle sacche di clientelismo e di risorse inutili che presto saranno eliminate. Al centrosinistra chiediamo di prestare la massima attenzione e condividere con noi questo provvedimento. Serve il coraggio di un'intera classe dirigente che sa invertire la tendenza e produrre un risultato ».

Fortemente contrari i consiglieri Idv Domenico Talarico e Giuseppe Giordano i quali dicevano che . «Agli Enti citati nella legge ne vanno aggiunti altri. E' una proposta troppo debole per definirla riforma . ».

Sandro principe ricordava che :''il Pd non si è mai tirato indietro quando è stato chiesto un contributo sulla razionalizzazione dei costi''.

Agazio Loiero pontificava che “siamo ancora al tempo degli slogan''.

Sosteneva invece la proposta Sarra il capogruppo dell'Udc Alfonso Dattolo (trombato dalla richiesta di nomina di Occhiuto) il quale salutava positivamente il provvedimento, dichiarando che : ''Non si può pensare di salvaguardare qualche posto per gli amici di cordata politica. E' venuto il tempo delle scelte difficili''.

Ed invece sembra che i tagli risparmieranno "Calabria Etica"

La versione del presidente della commissione Affari Istituzionali e che sarà illustrata il prossimo 17 aprile non prevede più la soppressione di “Calabria Etica”e Pasqualino Ruberto continuerà nel suo incarico di presidente.

Solo un caso?

Non è certo difficile, a chi usa fare solo proclami verbali allietati dalle della stampa di regime, trovare una giustificazione (ragionevole o meno non importa).

Ma voci maligne non mancano. Qualcuna , ripresa dalla stampa “libera” sussurra che “la decisione di non procedere con il taglio della fondazione capeggiata da Ruberto sia una sorta di “ricompensa” all’impegno profuso da quest’ultimo durante l’ultima campagna elettorale. Ruberto, infatti, era candidato al secondo posto della lista alla Camera di Grande Sud. Quella, per intenderci, dove hanno trovato posto tutti i fedelissimi del governatore.”

Ancora pochi giorni e sapremo se i tagli annunciati in pompa magna dalla giunta regionale saranno stati solo spot utili per conquistare qualche titolo in prima pagina, come diceva Loiero.

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CATANZARO – Il Quotidiano della calabria riporta che “La Regione Calabria è stata ammessa come parte civile nel processo a carico di Michelangelo Tripodi, ex assessore all’Urbanistica della Regione Calabria, accusato di abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta relativa alla nomina di un dirigente generale avvenuta all’epoca della Giunta di centrosinistra di cui Tripodi faceva parte.

Lo ha deciso il tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Pezzo, a latere Fatale e Clausi), che ha inoltre ammesso i mezzi di prova richiesti dalle parti, tra le quali una lista testi presentata dal pubblico ministero, Gerardo Dominijanni. Il processo è stato infine rinviato al 4 novembre prossimo.

Michelangelo Tripodi, difeso dall'avvocato Nunzio Raimondi, è stato rinviato a giudizio lo scorso 2 luglio dal giudice Gabriella Reijllo, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore di Catanzaro, Gerardo Dominijanni. Era stato il dirigente regionale Carmelo Barbaro a denunciare gli esponenti dell'ex giunta calabrese di violazione delle norme che regolano le nomine dei dirigenti nelle pubbliche amministrazioni, per aver nominato, su chiamata diretta, Rosaria Amantea dirigente generale della Regione Calabria, dopo che la stessa non aveva superato l'esame di dirigente e dopo che, per sei mesi, lo avrebbero privato degli incarichi dirigenziali, arrecandogli così un danno ingiusto e, contestualmente, procurando alla Amantea un ingiusto vantaggio patrimoniale. Una vicenda che si sarebbe consumata tra aprile e ottobre del 2008 e per la quale solo l'assessore Tripodi è stato disposto il processo.”

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Nell’immaginario collettivo acqua e rifiuti stanno proprio agli antipodi: mentre la prima richiama alla vita, alla pulizia, a un bene di cui non si può assolutamente fare a meno, quando invece dobbiamo pensare ai rifiuti immediatamente ci viene in mente la sporcizia, il marciume e il fetore.

Eppure acqua e rifiuti, o meglio le loro gestioni, sono due settori che nella nostra regione hanno spesso seguito un percorso comune, fatto di inchieste, di truffe, di sperperi, di incapacità di affrontare e risolvere le tante problematiche che negli anni si sono prodotte.

A confermare questo stretto legame basterebbe solamente citare la Veolia, la multinazionale francese che per anni ha fatto il bello e il cattivo tempo nella gestione dell’acqua, in qualità di partner privato nella Sorical SpA, e dei rifiuti, con la gestione dell’inceneritore di Gioia Tauro e degli impianti del distretto Calabria Sud.

La Veolia, travolta dagli scandali, ha praticamente abbandonato la Calabria, naturalmente con le tasche belle piene e senza aver pagato nulla per le tante nefandezze combinate, a partire dalla vergogna dell’invaso dell’Alaco per arrivare agli impianti di trattamento RSU che funzionano a singhiozzo.

La giunta regionale, piuttosto che apprendere dagli errori commessi, non riesce a proporre altro che le stesse pseudo-soluzioni che fino ad oggi non hanno prodotto un solo risultato positivo, ma hanno accumulato criticità su criticità. A nulla pare sia servito neanche lo schiacciante pronunciamento della maggioranza della popolazione italiana che, nei referendum del 2011, si è schierata per la gestione pubblica dei servizi locali.

L’abbandono della Veolia, insieme alla chiusura della lunga stagione del Commissariamento per l’emergenza ambientale, possono rappresentare un momento di svolta per questa regione, mettendo finalmente e definitivamente da parte logiche “prenditirici” nella gestione dei servizi locali, per puntare a gestione pubbliche, trasparenti, partecipate. Ma così non è, e lo dimostrano i vari interventi degli assessori regionali che insistono ancora sullo stesso modello gestionale.

Per questo abbiamo deciso di proporre una legge di iniziativa popolare che punti a una gestione pubblica del Servizio Idrico Integrato, a partire dall’affidamento delle attuali competenze della Sorical a un’azienda speciale pubblica: l’ABC Calabria.

Con lo stesso spirito abbiamo deciso di aderire alla campagna nazionale per la legge di iniziativa popolare “Rifiuti Zero”, che riteniamo un primo passo necessario per mettere fine alla logica fallimentare della gestione dei rifiuti attraverso il binomio discariche-inceneritori. Un primo passo che, soprattutto in una regione come la nostra dove gestione dei rifiuti è stato spesso sinonimo di ‘ndrangheta o multinazionali, deve proseguire obbligatoriamente nel rivendicare una gestione pubblica del sistema di raccolta e delle discariche di servizio.

Domenica 14 aprile, in concomitanza con il resto del Paese, saremo in piazza per il Firma Day, ossia l’apertura ufficiale della campagna per la legge “Rifiuti Zero”. Nei nostri banchetti proporremo entrambe le campagne di raccolta firme, convinti che la realizzazione di una società migliore passi attraverso la ripubblicizzazione di tutti quei servizi locali affidati ai privati in anni di ubriacatura neoliberista. A tutti i comitati e le realtà locali impegnate nell’una o nell’altra campagna, chiediamo di fare altrettanto.

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