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depuratoreCinque i provvedimenti di sequestro degli impianti di depurazione, quello consortile del Comune di Nocera, che riceve le acque reflue dei Comuni di Belmonte, Amantea, Nocera e parte di Falerna e i quattro di Serrastretta.

 

Era il 14 luglio scorso quando i militari della Guardia Costiera di Vibo, delegati dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, avevano provveduto a notificare i provvedimenti di sequestro preventivo, degli impianti di depurazione Comunali di Nocera Terinese, San Pietro a Maida e quattro del Comune di Serrastretta.

Il Pubblico Ministero, Dott. Santo Melidona – come evidenziato nella precedente nota stampa di luglio u.s. - aveva contestualmente previsto, nei provvedimenti di sequestro, il differimento dell’esecuzione, di trenta giorni, così da consentire alle autorità responsabili e ai custodi giudiziali degli impianti, di provvedere a porre in essere le azioni di immediata urgenza per rimuovere gli inconvenienti rilevati dai militari del Servizio Operativo della polizia giudiziaria di Vibo Valentia Marina.

Trascorso il termine di differimento, il Pubblico Ministero, acquisite le relazioni di verifica, scaturite dai sopralluoghi eseguiti dal consulente dell’ATO 1 di Cosenza, nominato in qualità di esperto e dagli ulteriori accertamenti esperiti anche dai Guardacoste, che non hanno soddisfatto le attese di rimessa in efficienza degli impianti, ha disposto, con appositi provvedimenti, che venisse data formale esecuzione ai decreti di sequestro preventivo degli impianti di depurazione di Nocera Terinese e dei quattro impianti di depurazione del Comune di Serrastretta.Stante la situazione relazionata, invece, per l’impianto di San Pietro a Maida, notevolmente migliorato nell’ultimo mese, il Pubblico Ministero ha concesso ulteriori sessanta giorni di differimento per l’esecuzione dell’eventuale provvedimento di sequestro.

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FOTO - DEPURATORE NOCERA TERINESE


I militari della Sezione di Polizia Marittima e Difesa Costiera, coordinati dal Capo Servizio Operativo - T.V. (CP) Antonello RAGADALE – della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, hanno, quindi, provveduto nella giornata di ieri a dare esecuzione ai cinque provvedimenti di sequestro degli impianti di depurazione, quello consortile del Comune di Nocera, che riceve le acque reflue dei Comuni di Belmonte, Amantea, Nocera e parte di Falerna e i quattro di Serrastretta, provvedendo, nel contempo, a notificare gli stessi agli indagati e al consulente nominato dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme. L’attività di polizia ambientale di cui sopra nasce da specifiche informative di reato prodotte dal personale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, al comando del C.F. (CP) Paolo MARZIO, che dal mese di febbraio 2014 al mese di giugno u.s. hanno sottoposto a controllo più di 85 impianti di depurazione comunali e privati, presenti sia sulla fascia costiera che nell’entroterra dei comuni ricadenti nel Compartimento Marittimo, che abbraccia 36 comuni costieri e 4 provincie (Potenza-Cosenza-Catanzaro-Vibo) del versante tirrenico calabro lucano.

L’operazione complessa denominata “MARECHIARO 4“, ha visto operare più di 50 militari destinati nei vari Comandi del Compartimento Marittimo, i quali hanno esperito ben 116 missioni percorrendo più di 8.000 Km di vigilanza, ispezionando 66 Comuni, 309 stazioni di sollevamento, dalle cui verifiche sono scaturiti 36 verbali amministrativi per un ammontare di oltre 217.000 euro e nr.30 notizie di reato indirizzate alle Procure competenti per territorio (Lagonegro-Paola-Lamezia-Vibo).Oltre all’attività già relazionata all’A.G. gli uomini e le donne dei comandi Guardia Costiera ricadenti sotto la giurisdizione della Compartimento Marittimo di Vibo continueranno senza soluzione di continuità le attività di monitoraggio ambientale al fine di scongiurare eventuali inquinamenti del mare e delle coste.

 

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In silenzio il Movimento 5 Stelle si prepara per le elezioni regionali in Calabria.

Primarie, secondarie, terziarie, in Calabria ancora si discute

Addirittura in una regione alla fame si legifera su primarie i cui costi graveranno sulle finanze pubbliche, un ulteriore esempio di sperpero di denaro pubblico, l’ennesima anticipazione delle nuove e maggiori tasse saremo costretti a pagare.

Ed incredibile c’è chi si candida alle primarie gratuite solo per essere ricordato, praticamente per essere visibile salendo sul palco e contribuendo a sperperare denaro pubblico in nome della democrazia. Sic!

Liti e guerre negli schieramenti per scegliere :

-tra il vecchio od il nuovo

-tra una donna od un uomo?

-se di Reggio, Cosenza o Catanzaro?

Ed ecco il diverso; come al solito il Movimento 5 Stelle.

Sia per la Calabria che l'Emilia i candidati si sceglieranno con il consueto metodo delle "regionarie" tra gli iscritti come già avvenuto in Abruzzo e Piemonte.

Nei meetup gli attivisti lavorano già da tempo a un programma condiviso e con un occhio attento ai problemi del territorio.

La cosa più importante di tutte, ancora più degli stessi candidati

Poi seguirà una votazione on line, aperta agli iscritti certificati che ne avranno diritto, della squadra dei candidati al ruolo di consigliere.

In una seconda fase fra questi, verrà selezionato il candidato grillino alla presidenza della Regione. 

Finora il M5S ha preso parte alle elezioni regionali in Abruzzo, Piemonte, Sicilia, Emilia Romagna, Molise, Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Veneto, Trentino Alto Adige e Basilicata.

Speriamo che in Calabria non succeda quanto successo in Sardegna, dove alle elezioni del febbraio scorso, Beppe Grillo decise di non concedere l’utilizzo del simbolo M5S a causa delle liti locali tra i diversi meetup.

Ovviamente nel rispetto delle sue regole, è stato evidenziato, il M5S non farà alleanze con i partiti, né darà vita a "liste civetta".

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Si è conclusa l'attività dei finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza che avevano scoperto una mega evasione fiscale internazionale nel settore della commercializzazione delle carni. Grazie a delicate indagini di polizia giudiziarie e di polizia tributaria, gli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria erano riusciti, già a fine 2012, a smascherare una società romana, con il ruolo di "cartiera" (c.d. "Missing Trader"), creata "ad hoc" per interporsi tra i fornitori comunitari e le imprese nazionali italiane clienti della stessa società.

L'obiettivo prioritario era quello, ovviamente, di evadere l'Iva. Grazie a tutto questo, le imprese nazionali "clienti" della società "filtro" hanno potuto praticare ai consumatori finali prezzi convenienti e concorrenziali. Il sistema di frode utilizzato è quello ormai tristemente noto delle "frodi carosello", utilizzato nelle operazioni commerciali illecite con operatori intracomunitari in regime di esenzione Iva al momento dell'acquisto. In sostanza, con l'interposizione fittizia di un'impresa "cartiera" italiana (che non pagherà mai le imposte dovute!), si crea la possibilità per l'acquirente finale della merce di rifornirsi a prezzi estremamente vantaggiosi e di generare un falso credito relativo all'Iva che, di fatto, non è mai stata corrisposta alla cartiera.

L'atto conclusivo è stata l'esecuzione di una verifica fiscale che ha consentito di individuare - oltre ad un giro di fatture false emesse per oltre 40 milioni di euro ed un'Iva non versata all'Erario per oltre 4 milioni di euro - altrettanti importi milionari, quali costi indeducibili da parte della società e a rilevare ulteriori elementi di responsabilità in capo ai due amministratori della società, che sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria. In un momento di particolare sofferenza economica per il nostro Paese, un'attività di indagine come quella portata a termine testimonia, ancora una volta, l'impegno profuso dalla Guardia di Finanza, nel suo ruolo di polizia economico-finanziaria a tutela dell'economia legale e del bilancio nazionale e comunitario

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