L’assessore al turismo del comune di Lago, Enzo Scanga, ha reso noto il cartellone delle iniziative che coinvolgeranno gli abitanti del centro collinare, e non solo, per tutto il periodo natalizio.
«Dopo l’anteprima affidata alla locale sezione dell’Avis – spiega lo stesso Scanga – per la raccolta fondi da destinare a Telethon e alla ricerca scientifica, ci apprestiamo a vivere queste vacanze con serenità e voglia di stare insieme. Il programma di quest’anno è figlio del volontariato e dell’impegno delle aziende che operano in loco e che hanno supportato egregiamente il lavoro dell’amministrazione comunale. Il prossimo 23 dicembre, a partire dalle ore 18, in piazza del Popolo avrà luogo il “Natale dei bimbi”. La notte della vigilia ci sarà l’apertura al pubblico del presepe di San Giuseppe che quest’anno celebra il quarantennale e nel giorno della celebrazione della nascita di Gesù Bambino arriveranno in paese le renne di Babbo Natale. Il 27 dicembre alle ore 16.30 nel centro storico avrà luogo il presepe vivente. Il giorno dopo, invece, spazio alla cultura: la sala consiliare, a partire dalle ore 18, ospiterà l’incontro con Francesco De Pascale, l’unico italiano a far parte dell’executive board del “Young Scientists Club” (YSC). De Pascale, dottore in geografia e scienze della terra, ha compiuto gli studi all’Università della Calabria: la sua tesi di laurea tratta specificamente di geoetica. Il 29 dicembre alle ore 18 nella chiesa dell’Annunziata si terrà il concerto del coro gospel “Christmas gleamin live”, mentre il 30 dicembre ed il primo giorno dell’anno avranno luogo le due serate dedicate al “Festival della strina laghitana”. Il 2016 sarà salutato con una bellissima festa in piazza, a partire dalle 22.30 in poi».
Nell'ambito dell'inchie sta Acheruntia condotta dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, la Dda aveva chiesto l’arresto di Trematerra per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato dal favorire una consorteria di ndrangheta ma lo scorso 7 luglio il gip di Catanzaro aveva negato l'arresto del politico perché “non emerge la prova di un concreto ed effettivo contributo prestato da Trematerra a favore dell’associazione”.
La Dda di Catanzaro ha proposto appello sollecitando l’arresto del politico della UDC e sostenendo che non possono esservi dubbi «che il Trematerra fosse perfettamente a conoscenza del ruolo 'ndranghetistico di Gencarelli», anzi è lo stesso gip, nella sua ordinanza che scrive che «l'ex assessore regionale fosse consapevole della caratura criminale 'ndranghetistica del coindagato». «Pertanto - continua il pm - va evidenziato e sottolineato, al fine di smentire la natura personalistica e amicale delle condotte di favore poste in essere dal Trematerra al Gencarelli Angelo che tali condotte di favore hanno visto come beneficiari, non solo lo stesso Gencarelli Angelo ma anche Salvatore Gencarelli quindi l'articolazione imprenditoriale della cosca costituita dalla società "La fungaia"».
E nei giorni scorsi si è svolta la udienza presso il TdL presenti nella udienza gli avvocati del politico di Acri, Salvatore Staiano e Sergio Calabrese, e il sostituto procuratore della Dda Pierpaolo Bruni.
Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha rigettato l'appello sostenendo nella ordinanza la esclusione di gravi indizi di colpevolezza a carico di Trematerra per il reato di concorso esterno.
Al contrario, sempre secondo il Tribunale della Libertà, sussistono i gravi indizi di colpevolezza a carico dell'ex assessore calabrese per l'accusa di corruzione elettorale aggravata dall'articolo 7 "sotto forma di agevolazione della consorteria mafiosa di Angelo Gencarelli".
"Il patto - si legge nell'ordinanza - ha comportato, a seguito dell'elezione di Michele Trematerra al consiglio regionale, un rafforzamento del prestigio esterno della consorteria, che poteva vantare e, all'occorrenza, sfruttare e avvalersi per il raggiungimento delle sue finalità, la presenza di un soggetto inserito negli organi istituzionali della Regione Calabria". (AGI)
E così l’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra può tirare un parziale sospiro di sollievo.
Era gennaio 2013 quando i carabinieri della Stazione di San Ferdinando arrestarono il 75enne , Antonio Columbro, residente a Vibo Valentia, con l’accusa di pedofilia.
I carabinieri di San Ferdinando avevano condotto un’accurata indagine alla quale era conseguita una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro.
Nella sua abitazione il Columbro conservava oltre un migliaio di fotografie pedopornografiche.
A novembre dello stesso anno Antonio Columbro, già recidivo, e noto alla giustizia per reati simili, veniva condannato a 2 anni e 3.500 euro di multa ed anche “all’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonchè da ogni ufficio e servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori”..
Secondo i carabinieri sarebbero stati diversi gli episodi in cui l'anziano avrebbe abusato di almeno nove ragazzini nel periodo tra agosto e novembre
Li adescava offrendo pacchetti di sigarette, ricariche cellulari, dolciumi. Cercava, e spesso ci riusciva, di guadagnare la loro fiducia attraverso dei doni difficili da rifiutare, poi si scambiavano il numero di telefono che utilizzava per inviare messaggi scabrosi, censurabili.
L'inchiesta era partita qualche settimana addietro da un'attività autonoma messa in atto dal comandante della Stazione di Pizzo Paolo Fiorello e dai suoi uomini che ha consentito, tramite filmati, appostamenti, acquisizioni di testimonianze, di entrare in possesso di elementi probatori gravi nei confronti dell'uomo che adesso si trova in carcere, su disposizione del gip Gabriella Lupoli.
Una sua foto, che era finita su Facebook, aveva suscitato la rabbia delle persone, alcune delle quali avevano manifestato l'intenzione di farsi giustizia da sole.
Il procuratore capo Mario Spagnuolo ha dichiarato«Non c’erano assolutamente alternative al carcere e rassicurare la collettività è stato il motivo di questa conferenza stampa. Voglio rimarcare che la Procura agisce con grandissimo vigore nell’acquisizione degli elementi di prova tanto che il soggetto, che probabilmente è una persona malata, è stato “marcato a uomo” quando la notizia era già stata trapelata».