Abbiamo pubblicato la notizia di una intera classe politica calabrese ( di dx e di sx) che è andata a perorare il problema dei precari della sanità ( per ora, ma poi il problema riguarderà tutti i precari del pubblico impiego ) e ci siamo impegnati a riportare l’evoluzione dell’incontro.
Ci eravamo illusi. Pur essendo presenti oltre a Molinari (M5S), Antonio Gentile, Giuseppe Galati, Gino e Michele Trematerra, Francesco Talarico, Bruno Censore, Jole Santelli, Gianpaolo Chiappetta, nessuno di loro ha emanato una nota stampa od un qualsivoglia comunicato, come peraltro spesso fatto con carattere di Minculpop.
Ne parla stasera solo il senatore Francesco Molinari , sentito dal nostro sito oggi pomeriggio, al titolo “: Basta ai cinici ragionamenti clientelari “.
Ecco il comunicato:
“Ieri, giovedì 12 settembre, su mandato degli attivisti del Movimento, ero presente all’incontro che il Ministro D’Alia della Funzione Pubblica ha avuto con Antonio Gentile, Giuseppe Galati, Gino e Michele Trematerra, Francesco Talarico, Bruno Censore, Jole Santelli, Gianpaolo Chiappetta, i quali volevano far desistere il Governo dall’impugnazione della legge regionale 12/2013 (recante “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio Sanitario nazionale”) dinanzi alla Corte Costituzionale.
Il tema, per me, era delicatissimo : far coincidere la difesa degli interessi dei lavoratori precari della sanità calabrese (troppe volte illusi dai vari governi regionali e sfruttati per mero calcolo elettorale) con i valori della legalità rappresentati dai principi del nostro ordinamento giuridico.
Ho ribadito, a nome del Movimento, che ero lì per dare un contributo solo ed esclusivamente per eliminare la piaga del precariato, iniziando da quelli della sanità : non mi interessa altro che liberare i cittadini da una forma di moderna schiavitù per favorire la loro emancipazione sociale attraverso il lavoro.
Il risultato dell’incontro è stato interlocutorio e non decisivo : pur mostrando, il Ministro, di volersi interessare alla sostanza dell’argomento non ha potuto offrire alcun impegno sullo scopo dei suddetti, portatori degli interessi della vecchia politica calabrese.
La colpa è da annoverare unicamente ad una pessima legge, emanata con grave ritardo rispetto agli interessi da tutelare e per motivi sospetti, ma anche dalla mancata presentazione del Programma Operativo 2013-2015 (la presentazione di questo avrebbe infatti consentito lo sblocco del turnover nella misura del 15% per iniziare, intanto, a riconoscere le legittime aspettative di una parte dei lavoratori) : non sarà facile tutelare gli interessi dei lavoratori precari della sanità, viste le audaci argomentazioni giuridiche portate a sostegno delle pretese dell’attuale “establishment” regionale e la sua inefficienza amministrativa.
Al di fuori di cinici ragionamenti clientelari, il Movimento si impegnerà comunque per trovare in ogni sede la soddisfazione dei lavoratori precari calabresi per la loro piena partecipazione ai diritti sociali, e ciò per ogni settore, produttivo e non, pubblico e privato”