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Una bella festa quella svoltasi a Belmonte Calabro ieri sera 18 maggio, con Gatto Panceri ed i fuochi artificiali.

Poi la gente è andata via.

 

 

 

 

 

Ma un incidente mortale avvenuto sulla statale 18 ha funestato la prima mattinata di oggi 19 maggio intorno alle 2,15.

E’ morta una ragazza, Marilena Briglio di Campora San Giovanni, di 33 anni.

La ragazza viaggiava sulla moto Ducati di Francesco D.M.

La moto restava coinvolta in uno contro con una Golf sbalzando sulla strada e restando travolta da una secon da auto

L'uomo Francesco .D.M., rimasto gravemente ferito, è stato invece trasferito in ospedale a Cosenza.

Sul posto intervenuti i sanitari del 118, carabinieri e vigili del fuoco.

Sul posto anche il medico legale Zuccarelli.

La strada è rimasta chiusa per tre ore in entrambi i sensi di marcia.

La dinamica del sinistro è al vaglio dei carabinieri della Compagnia di Paola. 

Sgomento per il tragico incidente nell'intero comprensorio dove Marilena era conosciuta in quanto attiva nell'ambito del volontariato.

Sembra che un’ auto coinvolta nell’incidente sia scappata e se ne cerca il conducente.

 

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Ecco i preziosi suggerimenti di Francesco Gagliardi

Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un articolo intitolato:- Torna a casa Salvini. Molla il Movimento 5 Stelle-, invitando il leader leghista a mollare i compagni di avventura che stanno facendo di tutto per affossarlo.

 

 

Avevamo anche previsto che nei ballottaggi in Sicilia ci sarebbero stati alcuni scambi di voti tra Lega e M5S.

Gli scambi ci sono stati però solo a favore del Movimento 5 Stelle.

Infatti, il Movimento uscito sconfitto nelle elezioni di aprile, è riuscito vincitore nei ballottaggi espugnando Caltanissetta e Castelvetrano.

Queste vittorie hanno fatto festeggiare Di Maio. Mala tempora currunt, caro Matteo Salvini.

Brutti segnali sono arrivati dalla Sicilia.

Due vittorie per il M5S, due sconfitte per la Lega a Gela e a Mazara del Vallo.

Hai sbagliato a voler correre da solo e a farti rappresentare dai riciclati di altri partiti provenienti dalla vecchia politica.

Il messaggio che ti è arrivato dalla Sicilia è chiaro, da solo anche col 35% dei voti nelle eventuali elezioni anticipate, non andrai da nessuna parte.

Non sottovalutare il voto siciliano anche se circoscritto a poche migliaia di voti.

Ricordati che spesso in passato il voto in Sicilia ha preannunciato scenari nazionali. E non sottovalutare anche le contestazioni ricevute e che purtroppo riceverai ovunque andrai. E non sono soltanto frutto dei centri sociali.

Hai tirato troppo la corda.

La sconfitta in Sicilia e il rospo che hai dovuto ingoiare per il disarcionamento del Sottosegretario Siri ti hanno fatto perdere la testa.

Troppe comparsate in televisione, troppi conflitti con l’alleato, troppi comizi elettorali, troppi selfie, non ti hanno fatto e non ti faranno guadagnare voti.

La tua strategia non ha funzionato a dovere. Il paese reale è molto diverso da come tu lo racconti e lo vedi. I porti sono chiusi ripeti come un disco incantato, invece sono aperti.

Ogni giorno arrivano immigrati nei porti italiani e dei 600 mila clandestini promessi che li avresti mandati indietro sono ancora qui da noi.

Hai attaccato la famiglia Rom assegnataria di una casa popolare a Roma, mentre il Papa ha deciso di incontrarla.

Un Cardinale di Santa Romana Chiesa ha allacciato la luce elettrica a 450 persone che occupano abusivamente un edificio e tu spocchiosamente hai invitato il prelato a pagare gli arretrati.

La caccia all’immigrato, la caccia alle navi ONG, la caccia al negro e al rom fino ad oggi non ha pagato.

Gli italiani anche se dici come un mantra prima gli italiani si aspettano qualcosa di più magari qualche riforma vera e sono tante.

Quelle che hai promesso in campagna elettorale dove sono andate a finire?

Gli italiani che hanno perso il posto di lavoro, che faticano a trovarne uno, i senza tetto, i giovani, quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese, se ne fregano dei ragazzi della scuola elementare se saranno costretti ad indossare il grembiulino come una volta.

Ieri sera nel Pronto Soccorso di Cosenza c’è stato un trambusto, una protesta, un panico perché c’erano troppi pazienti e i medici erano scarsi.

Questi sono i problemi da risolvere.

Per una visita medico specialistica bisogna aspettare mesi e mesi.

Questi sono i veri drammi degli italiani, non il disarcionamento dell’On. Siri.

L’On. ha conservato il posto di Deputato e avrà i soldi necessari per campare.

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belmonte-A Belmonte, in provincia di Cosenza, c’è l’unico albergo diffuso di tutta la Calabria: eco-sostenibile e rispettoso del territorio, ha fatto rivivere un intero borgo in via di abbandono. Un esempio virtuoso di come il turismo sostenibile possa favorire la rinascita di piccoli centri italiani che rischiano di sparire a causa dello spopolamento.

Case abbandonate dagli anni ‘70, un paese in via di abbandono, con tanta storia alle spalle ma lasciato a se stesso. Questo è il panorama che i membri dell’associazione A Praca si sono trovati di fronte quando hanno deciso di cimentarsi, con le proprie forze, in un’impresa sul proprio territorio e cioè in un albergo diffuso a Belmonte Calabro, in provincia di Cosenza. L’albergo diffuso è una tipologia di albergo per turisti che si basa su presupposti completamente diversi da quelli standard e che fondamentalmente ha lo scopo di inserire gli ospiti direttamente in piccole case che fanno parte del borgo stesso, le une vicine alle altre, gestite in maniera unitaria e con responsabilità nei confronti dell’ambiente.

“Abbiamo iniziato il restauro delle case di Belmonte quindici anni fa”, ci racconta Gianfranco Suriano, che fa parte dell’associazione che ha lanciato questa impresa, ideata da Pino Suriano. All’epoca si trattava di una vera e propria scommessa, nata dalla passione e anche da una buona dose di coraggio: “Noi volevamo pensare e credere che questa cosa avrebbe potuto funzionare, portando ad un beneficio non soltanto nostro ma anche per l’intero paese che era in stato di abbandono: da 4.000 abitanti eravamo arrivati a 2.000, con tutto ciò che ne consegue”.

Gianfranco e gli altri iniziano dunque a lavorare, ripristinando l’antico centro storico di Belmonte e utilizzando materiali di bio-edilizia o recuperando quelli già utilizzati anticamente. Il borgo, infatti, essendo stato abbandonato aveva preservato la sua integrità. Fanno tutto con investimenti privati, si entusiasmano, fondano l’associazione “A Praca”, un’impresa sociale, e girano in tutta Europa per pubblicizzarsi, farsi conoscere. E poi le “cose cominciano a girare per il verso giusto”: coinvolgono gli abitanti del paese e si innesca come un circolo virtuoso che negli anni lo fa rivivere.

Adesso, infatti, sono due anni che la stagione turistica non è limitata soltanto alla primavera-estate, ma attrae anche d’inverno. Tutto il resto è nato spontaneamente: ad esempio, ora ci sono alcune associazioni nel paese che si occupano di passeggiate nella natura (come “Living Nature”) o di escursioni in mountain bike. E di conseguenza giovani e disoccupati hanno trovato lavoro e sono rimasti a Belmonte invece di andarsene. Poi è nata anche un’associazione a livello regionale, “Borghi da ri…vivere”, che vuole porsi come interlocutrice a livello più ampio per salvare le bellezze nascoste della Calabria, per smuovere qualcosa, per fare ciò che la politica non riesce a fare. Lo scopo è quello di riqualificare i centri storici dei borghi, ma soprattutto di sensibilizzare gli imprenditori e i giovani, che sono gli unici che “responsabilmente possono far rinascere i piccoli borghi”.

“L’intento è stato quello di riqualificare il borgo senza però perderne l’identità, salvando l’antica tradizione millenaria che stava morendo”. E, ad esempio, soggiornare nell’albergo diffuso di Belmonte Calabro significa anche immergersi nel suo linguaggio, nella sua storia, nei suoi sapori: ogni casa ha il nome di una frazione del paese, che anticamente era collegata ad un sapere, ad un mestiere, e i prodotti tipici (come il bergamotto o il liquore al finocchietto selvatico) sono ancora lì, a disposizione degli abitanti e del turista.

“Abbiamo avuto tanti riconoscimenti e ne siamo contenti, ma non bastano”, commenta infine Gianfranco Suriano. Per riprendere in mano un paese – anzi, i paesi – della Calabria e non solo, ci vogliono i giovani e ci vuole chi investa sul territorio in modo responsabile. Quelli de “A Praca” lo hanno fatto e hanno innescato in circolo virtuoso. La Calabria è piena di storie simili a quelle di Belmonte, di paesini che aspettano di rivivere grazie alle loro stesse forze. Consapevolezza, amore per il territorio e un pizzico di follia sono gli ingredienti giusti per iniziare qualcosa, con i giusti investimenti. E poi il resto verrà da sé.

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