
Ieri sera si è ufficialmente aperta la vera crisi di governo con le dimissioni presentate al Capo dello Stato da parte del Premier Conte. Oggi e domani cominceranno le consultazioni con i vari partiti politici, ma sono una farsa, perché già Pd e Movimento 5 Stelle in contatto da diversi giorni hanno concluso l’accordo. Voi chiamatelo come volete, io lo chiamo inciucio. Avremo così un governo giallorosso che sostituirà quello gialloverde.
Ho ascoltato con la massima attenzione le dichiarazioni dei vari partiti politici e in particolar modo la presa di posizione del Pd. Il Pd vuole andare al governo a tutti i costi, non vuole le elezioni politiche anticipate. E allora è prontissimo a collaborare col M5Stelle però ad una condizione: discontinuità da quanto visto in questi mesi. In altre parole il M5S dovrebbe dire agli italiani di avere sbagliato e rinnegare tutto quello che di buono si è fatto in un anno di legislatura insieme alla Lega di Salvini. Lo faranno, lo faranno, perché no? A loro cosa costerebbe? Nulla. Alle giravolte del M5Stelle ci siamo ormai abituati. Anche il Premier Conte, arrivato al capolinea, ieri pomeriggio, al Senato, improvvisamente ha cambiato idea e ha incominciato a criticare e a inveire contro Salvini, fino a prova contraria ancora suo Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, che osannava e fedelmente seguiva. Tutti gli atti di Salvini sono stati controfirmati da Conte. Si stringevano le mani ( anche ieri pomeriggio prima di parlare gli ha stretto le mani e gli ha chiesto come stava), orgogliosamente si battevano le mani sulle spalle. Ora, tutto ad un tratto, il suo Vice è diventato inaffidabile, cattivo, razzista, irresponsabile di aver agito per interessi personali e di partito e pure scansafatiche. Mentre lui a Palazzo Chigi lavorava, il suo Vice se ne stava sulle spiagge italiane in un tour elettorale e faceva selfie con i simpatizzanti della lega, disertando le riunioni dei Ministri dell’Interno europei e mai mettendo piedi al Viminale. Ma queste cose perché non le ha dette prima? Lui dov’era? Fino ad ieri erano insieme, felici e contenti. Oggi si sono separati. Si odiano, si sono scagliate battute al vetriolo che hanno fatto venire la pelle d’oca a vari parlamentari. Conte ha infierito contro il capo leghista e ha provato a farsi una verginità nella speranza che sia lui a formare una nuova maggioranza diversa. Si è scoperto di sinistra e ha aperto al Pd. Avrà l’appoggio di Zingaretti, segretario del Pd? Di Veltroni, di D’Alema, di Gentiloni, di Franceschini, di Renzi, di altri falliti e trombati dagli elettori certamente. Questi sono in crisi di astinenza di poltronite. Ma non vi sembra davvero ridicolo un governo Pd- Movimento 5 Stelle, dopo tutto quello che si son detti in questi anni? Ma in politica, dirà qualcuno, tutto cambia in fretta e così i supporters dell’ineffabile Grillo ci diranno che quelle sono cose oramai morte e sepolte. Oggi, invece, per il bene del paese (leggi per conservare le comode poltrone e percepire un lauto stipendio parlamentare) siamo costretti a turarci il naso e formare un nuovo Governo anche col Pd, il nostro acerrimo nemico, per non andare al voto e per non consegnare all’odiato, al fascista, al nazista, al razzista Salvini il Governo su un piatto d’argento.
Ieri sera si è ufficialmente aperta la vera crisi di governo con le dimissioni presentate al Capo dello Stato da parte del Premier Conte. Oggi e domani cominceranno le consultazioni con i vari partiti politici, ma sono una farsa, perché già Pd e Movimento 5 Stelle in contatto da diversi giorni hanno concluso l’accordo. Voi chiamatelo come volete, io lo chiamo inciucio. Avremo così un governo giallorosso che sostituirà quello gialloverde. Ho ascoltato con la massima attenzione le dichiarazioni dei vari partiti politici e in particolar modo la presa di posizione del Pd. Il Pd vuole andare al governo a tutti i costi, non vuole le elezioni politiche anticipate. E allora è prontissimo a collaborare col M5Stelle però ad una condizione: discontinuità da quanto visto in questi mesi. In altre parole il M5S dovrebbe dire agli italiani di avere sbagliato e rinnegare tutto quello che di buono si è fatto in un anno di legislatura insieme alla Lega di Salvini. Lo faranno, lo faranno, perché no? A loro cosa costerebbe? Nulla. Alle giravolte del M5Stelle ci siamo ormai abituati. Anche il Premier Conte, arrivato al capolinea, ieri pomeriggio, al Senato, improvvisamente ha cambiato idea e ha incominciato a criticare e a inveire contro Salvini, fino a prova contraria ancora suo Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, che osannava e fedelmente seguiva. Tutti gli atti di Salvini sono stati controfirmati da Conte. Si stringevano le mani ( anche ieri pomeriggio prima di parlare gli ha stretto le mani e gli ha chiesto come stava), orgogliosamente si battevano le mani sulle spalle. Ora, tutto ad un tratto, il suo Vice è diventato inaffidabile, cattivo, razzista, irresponsabile di aver agito per interessi personali e di partito e pure scansafatiche. Mentre lui a Palazzo Chigi lavorava, il suo Vice se ne stava sulle spiagge italiane in un tour elettorale e faceva selfie con i simpatizzanti della lega, disertando le riunioni dei Ministri dell’Interno europei e mai mettendo piedi al Viminale. Ma queste cose perché non le ha dette prima? Lui dov’era? Fino ad ieri erano insieme, felici e contenti. Oggi si sono separati. Si odiano, si sono scagliate battute al vetriolo che hanno fatto venire la pelle d’oca a vari parlamentari. Conte ha infierito contro il capo leghista e ha provato a farsi una verginità nella speranza che sia lui a formare una nuova maggioranza diversa. Si è scoperto di sinistra e ha aperto al Pd. Avrà l’appoggio di Zingaretti, segretario del Pd? Di Veltroni, di D’Alema, di Gentiloni, di Franceschini, di Renzi, di altri falliti e trombati dagli elettori certamente. Questi sono in crisi di astinenza di poltronite. Ma non vi sembra davvero ridicolo un governo Pd- Movimento 5 Stelle, dopo tutto quello che si son detti in questi anni? Ma in politica, dirà qualcuno, tutto cambia in fretta e così i supporters dell’ineffabile Grillo ci diranno che quelle sono cose oramai morte e sepolte. Oggi, invece, per il bene del paese (leggi per conservare le comode poltrone e percepire un lauto stipendio parlamentare) siamo costretti a turarci il naso e formare un nuovo Governo anche col Pd, il nostro acerrimo nemico, per non andare al voto e per non consegnare all’odiato, al fascista, al nazista, al razzista Salvini il Governo su un piatto d’argento.
In questi giorni di crisi di governo molti uomini politici si stanno riempiendo la bocca facendoci credere che quello che stanno per fare lo fanno per il bene della nostra Italia. Dicono a parole che per loro l’Italia viene sempre prima di tutto. Balle! Una balla colossale che non sta in cielo né in terra.
Puntano a chiudere la crisi perché non vogliono elezioni politiche anticipate, non vogliono, Dio ce ne liberi!, consegnare su un piatto d’argento il Governo a Matteo Salvini, l’uomo solo al comando che ha chiesto pieni poteri al popolo, al fascista, al nazista, al razzista, a quello che ha chiuso i porti italiani ai poveri derelitti provenienti dai paesi africani ed asiatici fuggiti dalle guerre sanguinose. E così nei vari talk show giornalieri delle varie reti televisive e a tutte le ore del giorno siamo bombardati di commenti sulla crisi voluta da Salvini, sulla imminente sfiducia al Governo Conte, sul rimpasto di Governo, sul rimpastino, sul Governo di scopo, sul Governo di transizione, sul Governo di legislatura, sul Governo di responsabilità, sul Governo alla tedesca. Dicono che dobbiamo guardare al futuro e non al passato. E al futuro ci sono vari scenari, tutti diversi, tutti tremendi. Ormai abbiamo capito che la politica italiana, grazie a questi personaggi squallidi quanto fallimentari usciti dalle urne il 4 marzo dello scorso anno è diventata una farsa. Doveva nascere dopo il voto del 4 marzo un Governo formata dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle? Direi proprio di no, perché i due partiti politici avevano ed hanno idee diverse, programmi diversi, fini diversi. Infatti il percorso dopo appena un anno si è ulteriormente complicato dopo il voto al Senato del Movimento 5 Stelle contrario alla realizzazione della Tav e la ridicola apertura della crisi di Salvini, il quale, ora messo alle corde e con le spalle al muro, cerca di rimediare alla grave “cazzata” combinata. Dice Salvini:- Il mio telefono è sempre aperto-. Aspetta una chiamata da Di Maio che gli allungherebbe la vita, ma questi ha risposto a stretto giro di posta:-La frittata è stata fatta-. E se la telefonatina arrivasse per davvero? Non solo salverebbe la vita di Salvini e di Conte, ma anche la sua che mi pare sia anche in pericolo. La crisi di governo sarebbe congelata per mesi, per uno o due anni, in attesa che sia possibile tornare al voto, dopo aver votato il taglio ai parlamentari e una nuova legge elettorale. Salvini sarebbe ancora Ministro degli Interni, lo vedremo sicuramente nelle varie spiagge italiane a fare selfie e a fare strabilianti promesse che difficilmente potrebbero essere realizzate perché le casse dello Stato sono vuote. E vedremo anche il Premier Conte sempre seduto sulla comoda poltrona di Palazzo Chigi, però alquanto traballante, tirando a campare. Scenario tremendo, governo traballante, opposizione inesistente. E se le cose andassero diversamente? La crisi ha messo al centro della crisi politica personaggi squallidi, dimenticati, fallimentari. I giornali sono pieni di lunghe interviste dei vari personaggi sconfitti nelle urne o rottamati dai segretari dei partiti. E’ ritornato Rensi, Enrico Letta,Walter Veltroni, Bersani, Casini, addirittura D’ Alema! Ma Enrico Letta, quello di “Enrico stai sereno” non era a Parigi che insegnava nell’università”. E Veltroni non avrebbe dovuto lasciare l’Italia dopo la batosta elettorale e essere già in Africa ad aiutare la gente che soffre? E D’Alema dopo essere stato rottamato non doveva essere in mare con la sua barca a vela di 16 metri? Un comunista con una lussuosa barca a vela, amici. E Renzi dopo la batosta subita al referendum e alle elezioni politiche non doveva ritirarsi a vita privata o rinchiudersi in un convento a pregare e meditare? La crisi innescata da Salvini li ha resuscitati. Ha avuto il merito di resuscitare finanche Casini, l’uomo delle 10 legislature che oggi aspira, Zingaretti e Di Maio permettendo,a diventare il prossimo Presidente della Repubblica. Abbiamo assistito al ritorno dei rimossi e oggi pontificano, facendo credere agli allocchi che, loro e solo loro, che hanno fallito e che hanno portato l’Italia allo sfacelo, hanno la ricetta giusta per far ripartire la nave Italia, affondata dal Governo giallo-verde. Se fosse vivo ancora il grande Totò li guarderebbe in faccia e direbbe:- Ma mia faccia il piacere-.
Il Senato della Repubblica ha bocciato la mozione del Movimento 5 Stelle contraria alla realizzazione della TAV e il Governo giallo verde vacilla, sembra sull’orlo del tracollo finale.
Ma quale Governo?
Quello dei grillini o quello della Lega?
Quello di Di Maio o quello di Salvini?
A tutti è noto che il Governo attuale è formato da due partiti in conflitto permanente tra di loro.
Ma il 7 agosto u.s. in Italia c’è stata una novità mai vista prima in un’aula parlamentare.
Si sono presentati nell’aula del Senato due Governi, uno rappresentato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maurizio Santangelo e l’altro rappresentato dal Vice Ministro dell’Economia Massimo Garavaglia.
Il primo invita a votare contro il progetto della TAV, il secondo, invece, invita a votare a favore.
Tutti ora parlano di crisi.
Ma quale crisi! Nessuno la vuole. Nessuno vuole rischiare il posto che occupa, nessuno vuole davvero andare a nuove elezioni.
La chiedono, questo è vero, però per finta.
Infatti tutti la stoppano sul nascere e subito Salvini tratta con gli alleati.
Al comizio di Salvini i politologi si aspettavano che il leader leghista lanciasse una bomba atomica.
Ha lanciato una bombetta che ha fatto un piccolo rumore, senza provocare alcun danno.
Certo, qualcosa si è rotto tra Lega e M5Stelle, però si continua ad andare avanti.
Conte, nella sua conferenza stampa di ieri sera, si presenterà in Parlamento non da dimissionario, ma chiederà alla sua maggioranza un voto di fiducia.
Vedremo chi staccherà la spina. Continueranno Di Maio e Salvini a prenderci per i fondelli?
Fino a quando abuseranno della nostra pazienza? Quanto a lungo ancora questa loro pazzia si prenderà gioco di noi?
E qui mi sovviene la celeberrima poesia del grande Totò “A livella”:- Perciò, stamme a ssentì …nun fa’ ‘o restivo. Sti pagliacciate’e fanno sulo ‘e vive. Nuie simmo serie…………-
Sì, noi siamo seri. Il popolo italiano è serio e paziente. Ma fino a quando?
Per troppo tempo ci stanno prendendo per fessi e poi si lamentano che il popolo italiano non va più a votare. Non ne possiamo più. Noi siamo stanchi.
E’ arrivato ora il momento di reagire. Subito, senza indugio.
Domani sarebbe troppo tardi. Altrimenti ci sveglieremo una mattina e sotto casa troveremo manigoldi con manganelli e bottiglie di olio di ricino e il Parlamento Italiano, sordo e grigio, ridotto a un bivacco di manipoli.
Quo usque tandem……..
La storia è storia, e deve pure insegnare qualcosa.
Queste violente parole pronunciate da Cicerone nel Senato Romano provocarono l’inizio della sconfitta di Catilina e della sua congiura per rovesciare la Repubblica.