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La polizia lo ha trovato in un albergo. Parliamo, Rinaldo Mannarino calabrese di 50 anni, residente a San Lucido (Cosenza).

 

Era ricercato dalla Procura di Lucca.

Deve scontare un anno e quattro mesi di reclusione per reati contro il patrimonio

L'uomo è stato rintracciato in un albergo nei pressi della stazione di Pisa.

La questura pisana riferisce che l’arresto è stato effettuato «grazie a una segnalazione del sistema informatico degli alloggiati collegato alla Polizia di Stato»

Mannarino è stato trasferito presso il carcere Don Bosco per l'espiazione della pena.

L’ordine di carcerazione era stato emesso dalla Procura di Lucca.

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Auguri ai pensionati, agli anziani, ai giovani disoccupati, alle casalinghe, ai lavoratori, alle famiglie che hanno i giovani figli lontano in cerca di quel lavoro negato in Patria. Auguri alle Giunte Comunali ed ai rispettivi consigli comunali del comprensorio di Amantea.

 

“I nostri Auguri provengono dal cuore e quindi sono sinceri come è costume da parte nostra sempre a difesa di chi ha bisogno.

La crisi economica costringe, anche i cittadini dei nostri paesi, a trascorrere un Natale difficile. Il ventaglio del disagio è aumentato ed è per questo che le feste non sono uguali per tutti. Esse trascorreranno e saranno buonissime per alcuni, buone per altri ma meno buone per la maggioranza delle persone,

L’azione dello SPI, in questi ultimi anni, ha avuto ed ha come obiettivo l’elevamento del livello di benessere sociale che “ tanto più esso è alto, tanto più misura il grado di civiltà di una comunità” e, a questo scopo, ha proposto e chiesto un nuovo e moderno welfare comunale e comprensoriale. La Piattaforma SPI, già fatta propria ed accettata dalla precedente amministrazione, contiene anche un concreto e realizzabile obiettivo di lavoro per giovani in brevissimo tempo, indispensabile per favorire la crescita sociale.    

Fin’ora, nessuna Amministrazione ha inteso onorare gli impegni assunti.

In disprezzo al “ la democrazia partecipata “, non rispondono nemmeno alle nostre richieste di confronto del 23 settembre e del 21 novembre c.a.

Sanno perfettamente che se le rivendicazioni sindacali fossero state accolte le Feste prossime sarebbero state più serene e tranquille per tante famiglie. Per la prima volta l’Europa non aveva destinato fondi per la creazione di opportunità di lavoro ma l’immediata occupazione di giovani. Ciò è ancora possibile solo che ci siano consapevolezza e volontà che, ahimè,mancano al civico consesso.

Vogliamo, comunque, essere vigili anche durante questo periodo e pretendiamo che le Amministrazioni del Comprensorio vogliano finalmente attuare i Piani d’Azione e Coesione, finanziati dall’Europa, per l’assistenza sociale domiciliare agli anziani con più di 65 anni e non autosufficienti e gli asili nido per l’infanzia da 0 a 3 anni e deliberare la riduzione o l’esenzione di tasse e tributi locali a famiglie meno abbienti così come abbiamo chiesto da tempo. Averlo fatto prima avrebbe significato qualche occupato in più, consentito maggiore disponibilità economica e garantito alle persone interessate, ai loro parenti impegnati e ai nuovi salariati, un buon Natale con più serenità e tranquillità.

Dei PAC e della Piattaforma non abbiamo notizie. Ci piace sognare che Babbo Natale o la Befana si decidano una buona volta a far recapitare ai cittadini la notizia che insieme a questo Sindacato aspettano ormai da troppo, troppo tempo. !!!

A tutti, comunque, proprio a tutti il Segretario Salvatore Amendola e l’intera Lega dello SPI- CGIL del Comprensorio

AUGURANO BUONE FESTE E FELICE ANNO NUOVO

Dalla Sede dello SPI-CGIL li 2 dicembre 2014                    

La Segreteria della Lega Spi-Cgil Amantea

Ci permetterà lo SPI di ricordare anche le decine di migliaia calabresi che pur presenti in Italia sono lontani dalla loro regione e dai loro paesi. Anche loro hanno diritto agli auguri di Buone Feste.

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“La Fiat del Sud”. Così era chiamato l’Istituto papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello nel periodo d’oro, quello durante il quale occupava diverse centinaia di persone e dava ospitalità a diverse centinaia di pazienti.

L’IPG fu il figlio del cuore di Dog Giulio Sesti Osseo, il prete di campagna di Serra d’Aiello, che negli anni cinquanta diede inizio a una casa famiglia composta da persone con varie difficoltà e alcuni volonterosi aiutanti.

In seguito ad alcune leggi riguardanti la disabilità (L. 118/71) e la chiusura dei manicomi (L. 180/78), don Giulio ampliò gli edifici e aumentò il numero dei ricoverati accogliendo coloro che venivano tolti dai manicomi, ma non rispettò gli standard strutturali, né quelli riguardanti il personale.

L’Istituto s’ingrandì fino al 1995, quando il numero dei dipendenti divenne così esuberante che le finanze dell’istituto non furono più equilibrate.

Nacquero i primi problemi di mancato pagamento degli stipendi anche perché la regione, sin da allora, non era tempestiva nei pagamenti

Poi don Giulio nato povero, vissuto povero e morto povero, venne cacciato dall’IPG e morì nel silenzio in quel di Belmonte Calabro dove aveva ricominciato ad assistere i più infelici

Il suo istituto venne sgomberato il 17 marzo 2009 da un esercito di polizia, Vigili del Fuoco, sanitari e parasanitari che lo spogliarono di quella umanità dolente , ben 360 ospiti, e lasciarono l’altra umanità dolente che perse il lavoro e che oggi a distanza di oltre 5 anni è ancora dolente e senza lavoro. Più di 500 persone le quali ancora oggi dicono “Chiediamo un sussidio per vivere". Una massa di persone professionalmente qualificate che vogliono “ lavorare e poter guardare con fiducia al futuro".

E’ rimasta la grande struttura , un monumento all’impresa sociale , al lavoro per mille e più persone che ora sono in giro a lamentare la loro condizione di inoccupati.

E sono lì davanti all’istituto in questi giorni ad assistere alla spoliazione di quella che era la Fiat del sud

Tutto viene buttato dalle finestre a cominciare dai letti e da quanto può essere riutilizzato o semplicemente portato in fonderia.

Tutti i comodini, i lavelli, le cucine in acciaio e fino a che “morte non ci separi”, cioè che non resti niente.

Grandi camion si inerpicano sulla malmessa strada provinciale che resiste per miracolo alle diverse frane che la incidono fino a giungere nel grande cortile dell’Istituto e prelevano ogni cosa.

E nessuno sa dove andrà questa roba.

Nessun poliziotto a controllare la legittimità di queste operazioni che uccidono la speranza che dopo Don Giulio potesse esserci qualcuno, magari una cooperativa di ex dipendenti, ad usare un bene che ha comunque servito un territorio ed una umanità dai grandi bisogni di assistenza. Di ieri e di oggi.

Giuseppe Marchese

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