
Dalla indagine generale denominata “Tela del Ragno” è derivata una seconda inchiesta che ha assunto la medesima denominazione con l’aggiunta dell’aggettivo numerico 2.
La Dda di Catanzaro presume collusioni, cointeressenze, connubi tra la malavita ed il livello politico ed amministrativo.
Parliamo di colletti bianchi, cioè di politici, funzionari ed amministratori pubblici.
Per questo il PM Facciolla ha acquisito atti presso il comune di Paola e presso l’Azienda sanitaria provinciale.
Almeno 30 le persone attenzionate e molte sono state interrogate.
Al vaglio della Procura antimafia tanto: gare di appalto, autorizzazioni,licenze, affidamenti di lavori manutenzioni e servizi, la stabilizzazione di lavoratori in odor di mafia da parte dell’Asp.Tirato in ballo Franco Petramala.
Il tutto è secretato per tutti meno che per gli investigatori e gli indagati.
In reati ipotizzati sono diversi , ma il principale è il concorso esterno in associazione mafiosa.
La gran parte degli indagati interessa il comune di Paola, ma nell’elenco figurerebbero anche altri personaggi delle ‘ndrine, nell’ambito di una serie di collusioni tra cosche e pubblica amministrazione su cui la distrettuale ha inteso appunto far luce.
Stanotte, alle ore 04,10, una scossa di magnitudo 3,2 alle ore 04,10, ha svegliato parte della popolazione del Pollino, tra le province di Potenza e Cosenza anche se non sembra aver provocato danni a strutture o ferimenti di persone.
Il sisma ha avuto ipocentro a 8,2 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni potentini di Rotonda e Viggianello, e di quelli cosentini di Laino Borgo, Laino Castello e Mormanno.
Nel pomeriggio, invece,intorno alle ore 15,22 una scossa di magnitudo 3,0 ha impaurito gran parte della popolazione dei comuni di Sangineto, Belvedere Marittimo, Bonifati, Buonvicino, Sant’Agata, Sant agata Di Esaro, Diamante , Grisolia e Maierà , gran parte dei paesi dell’alto tirreno cosentino
Il sisma per fortuna è stato molto profondo, a circa34 km e per questo poco intenso al punto che non si segnalano danni a persone e cose
Ne ha dato notizia l’INGV.
Tassone avrebbe voluto l'azzeramento dei vertici dell’UDC e l'avvio di una fase commissariale fino al congresso, ma se alla proposta hanno aderito tutti quegli esponenti del partito contrari alla scelta di consegnarsi anima e corpo a Mario Monti, pur tuttavia ha impaurito e non è stata vincente.
E’ passata, invece, quella di Cesa per il congresso da tenersi il 27 aprile. Un congresso da preparare meticolosamente e sulla base di un assunto imprescindibile reso nella dichiarazione di Cesa:«Nei prossimi giorni possiamo fare tutto, criticarci, discutere, confrontarci anche aspramente. Quello che non possiamo permetterci assolutamente è dividerci. Sappiamo bene che l’1,8% non è un risultato del tutto sincero, noi valiamo molto di più. Quell'1,8% finale che abbiamo raccolto due settimane fa è un risultato che ci sottostima».
Casini non c’è! Casini, il perdente, responsabile di aver drammaticamente sceso il partito a soli otto seggi alla camera e due al Senato, ha inviato un messaggio con il quale dichiara «finita una stagione».
E mentre Cesa cerca “ idee nuove e costruttive” per una nuova “idea politica” di un “nuovo UDC” esce amaro il commento di Tassone: «se fossimo andati da soli alle elezioni» non saremmo qui oggi e così!
Ma c’è anche chi sorride. E’ Roberto Occhiuto al quale Cesa ha dato il via libera per il parlamento. Cesa sceglierà il seggio in Puglia, lasciando libero ad Occhiuto quello calabrese. E Roberto sorride e si limita a dichiarare: «È tutto ok».
D’altro canto il dato elettorale calabrese offerto dalla gestione del potere è rilevante ( solo il nipote di De Mita, peraltro nemmeno eletto, ha fatto meglio in Campania) ed intoccabile.
Per questo sorride anche Scopelliti. E chi toccherà più, ora, questa alleanza in Calabria?