
Un duro confronto tra il consulente dell'accusa ed i difensori degli imputati ha caratterizzato l'udienza del processo per la morte dei lavoratori dello stabilimento Marlane di Praia a Mare, chiuso ormai da tempo. Nel processo sono imputate 13 persone tra ex responsabili e dirigenti dello stabilimento Marlane di Praia a Mare, accusati di omicidio colposo per la morte di lavoratori dello stabilimento.
L'accusa sostiene che un centinaio di operai dello stabilimento sono morti per tumori provocati dall'inalazione dei vapori emessi nella lavorazione dei tessuti, in modo particolare nel reparto di tinteggiatura.
Stamane e' stato sentito il consulente del pubblico ministero, Giacomo Brancati, perito nominato dal Pubblico ministero Antonella Lauri per riferire sulle cause che hanno determinato le malattie tumorali per gli ex lavoratori della fabbrica tessile del centro tirrenico, il quale ha effettuato una perizia circa il nesso di casualità tra i prodotti chimici utilizzati nello stabilimento e le neoplasie di cui si sono ammalati molti operai che poi sono deceduti. Nel corso dell'udienza il consulente della Procura ha ribadito l'esistenza di un collegamento tra i prodotti usati per la produzione e la morte degli operai.
Nelle conclusioni di Brancati si legge: “Nello stabilimento Marlane, in relazione alla tipologia delle sostanze chimiche utilizzate, alle modalità di impiego delle stesse nei processi lavorativi, alla conformazione degli ambienti di lavoro ed alle cautele per la sicurezza dei lavoratori adottate, vi è stata un’esposizione eccessiva dei dipendenti a sostanze nocive potenzialmente cancerogene; da parte dei lavoratori applicati allo stabilimento Marlane durante la propria permanenza in attività presso lo stabilimento stesso ed a seguito di tale esposizione è stato subito un rischio elevato di contrarre patologie tumorali; sulla base dell’analisi epidemiologica effettuata, è evidente un nesso di causalità tra le sindromi tumorali sofferte dai dipendenti in questione e i processi lavorativi utilizzati nel ciclo produttivo in corso all’interno dello stabilimento Marlane”.
La tesi del consulente e' stato contrastata dai difensori degli imputati sulla base di perizie fatte dai loro periti.
Dopo otto ore di interrogatorio fatto da accusa e difesa il processo e' stato aggiornato al 12 aprile quando sarà sentito il perito nominato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cosenza in occasione dell'incidente probatorio.
Dall'attività d'indagine del nucleo Ambiente della Procura di Paola è scattato il blitz che ha interessato il mattatoio di Fuscaldo.
Un blitz compiuto proprio dagli addetti del nucleo Ambiente della Procura di Paola unitamente agli uomini del Nucleo antisofisticazione di Cosenza, della Guardia costiera di Paola ed al personale dell'Azienda sanitaria provinciale.
Durante l’ispezione sarebbero stati trovati , ambienti sprovvisti delle più elementari caratteristiche igienico-sanitarie necessarie a svolgere l'attività di macellazione dei capi di allevamento della zona. Non solo, ma sarebbero state inesistenti le più normali condizioni di sicurezza per lavorare.
Avrebbero pertanto rischiato i dipendenti della Ma.Pa. Snc, l’ azienda che gestisce il mattatoio comunale. I Nas hanno apposto i sigilli.
Consequenziale la sospensione cautelare dell'attività, prima, e poi il decreto di sequestro del mattatoio.
Entrambi sono stati disposti dal procuratore capo Bruno Giordano e confermato dal gip di Paola
Conseguente la denuncia alla AG del titolare dell’impresa per le carenze igienico-sanitarie e l'omessa cautela contro infortuni sul lavoro a cui ha sottoposto i dipendenti della struttura.
Insieme al titolare della Ma.Pa. Snc nel mirino degli inquirenti anche i tre veterinari responsabili del servizio che non avrebbero vigilato sull'attività del mattatoio.
Belvedere Marittimo. Quando si dice il caso! I carabinieri della bella cittadina tirrenica da tempo a caccia come le altre Forze dell’ordine di spacciatori di droga presidiano una zona nella quale si segnalava la presenza di spacciatori e tossicodipendenti.
Ed è così che notano movimenti sospetti di una ragazzina.
Le ulteriori indagini hanno portato ad evidenziare che la ragazzina prima di andare a scuola andava a casa di un quarantenne, disoccupato
Poi i militi la sorprendono con l’uomo che viene arrestato.
Secondo l’accusa l’uomo da tempo avrebbe abusato della minorenne