
Fuscaldo. I dissesti o presunti tali ormai diventano occasione di lotta politica, di querelle interpretative, di vicende che non riescono ad avere risposte se non giudiziarie, a dimostrazione dei grossissimi, immensi limiti della nostra legislazione finanziaria.
Non è finita la storiaccia del dissesto di Paola, non è ancora aperta quella di San Lucido, e quella di Fuscaldo si avvia fortissimamente verso le pronunce dei giudici amministrativi.
Il Gruppo Fuscaldo europea scende in piazza e ricorre al Consiglio di Stato contro il dissesto. Scrive «Finalmente - si fa luce su una delle pagine più buie della storia amministrativa del nostro comune e, finalmente, le bugie e le accuse mosse, in tutti questi mesi, dal sindaco Ramundo sono state smascherate e denudate.Tutto il fango che c’è stato buttato addosso dal primo cittadino si è rivelato per quello che era e che è: un grande bluff. Una triste storia, dall’epilogo prevedibile, che noi avevamo annunciato e che è servita solo ed esclusivamente a recare danno ad un paese in balia del degrado e di un sindaco che non svolge il proprio ruolo. Detto questo – si legge nella nota di Fuscaldo Europea - ciò che maggiormente ci fa riflettere, è comunque la natura di questi 4 milioni di euro di debiti ufficiali e certificati dall’Osl. Di questi, infatti, non tutti sono riconducibili all’amministrazione Gravina, ma addirittura più di 1 milione di euro di debiti sono stati contratti dall’attuale compagine governativa: un qualcosa di realmente aberrante e scandaloso, che ci porta, oggi, a richiedere le immediate dimissioni del sindaco Gianfranco Ramundo, il quale, per lo meno, dovrebbe iniziare a chiedere scusa ad una comunità intera, umiliata da decisioni affrettate rivelatesi, tra l’altro, per nulla sagge. Un’intera consiliatura ed un’intera maggioranza, difatti, sono state ingabbiate da un indirizzo politico errato e fuori luogo, del quale il sindaco risulta essere responsabile. Mesi e mesi di accuse, di fango e di rancori contro la passata esperienza amministrativa per arrivare a nulla, anzi: per perdere tempo e per distruggere tutto quello che, in passato, si era potuto realizzare con tanti sacrifici. Davvero una pagina buia ed oscura da dimenticare in fretta».
Poi conclude: «Alla luce della delibera dell’organo straordinario di liquidazione, abbiamo prontamente dato mandato di ricorrere, al Consiglio di Stato, contro la deliberazione di dissesto economico del comune e, in aggiunta, reputiamo alquanto opportuno ed indispensabile organizzare, per Domenica pomeriggio, un incontro pubblico con tutta la cittadinanza, per esprimere lo sdegno e la nostra forte preoccupazione per le sorti del Paese e per chiedere al sindaco Ramundo dimissioni immediate ed irrevocabili».
Santa Domenica Talao. I Carabinieri della Compagnia di Scalea, agli ordini del capitano Vincenzo Falce, hanno arrestato per tentata rapina in abitazione e lesioni personali quattro rumeni tutti domiciliati in Scalea. Si chiamano Mihai Nita, 44 anni, già noto alle forze dell'ordine; Alexandru Claudiu Dinu, 24 anni; Dan Andrei Toma, 22 anni (nella foto); Mihai Razvan NIta, cl. 19 anni.
Tutti e quattro sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Paola.
I 4 malviventi, intorno alle ore 23.00 circa di ieri lunedì 8 aprile si sono introdotti all’interno dell’abitazione di un quarantenne.
Il giovane dormiva. I 4 malviventi hanno iniziato a malmenarlo violentemente per indurlo a consegnare quanto di valore ci fosse nella abitazione
Nel frattempo mettevano a soqquadro la casa
Dopo la chiamata al 112 immediato l’ intervento dei Carabinieri, che hanno iniziato immediatamente le indagini e grazie alla descrizioni fornite dalla vittima hanno di rintracciato tutti i malfattori
Il giovane malmenato è stato soccorso e medicato presso l’Ospedale di Cetraro con varie lesioni e traumi ed una prognosi di 20 giorni
Nei terreni sottoposti ad indagini è emersa la presenza elevata di Vanadio e Nichel (superiori alla soglia prevista dai parametri normativi), Cromo totale, arsenico di valori molto alti in un bidone di plastica chiuso; Cromo totale e arsenico superiori ai limiti; Rame e mercurio con valori elevatissimi rispetto ai valori limiti; Cromo totale con tenori elevatissimi libero, anche in sacchetti di plastica; Cadmio in alta concentrazione; Arsenico in concentrazione 5 volte superiori ai limiti; Zinco; Cromo VI in tenori molto alti; Materiale giallo; Berillio, Vanadio, cromo totale, arsenico, mercurio e piombo; Amianto; Materiale fibroso; Coloranti azoici.
Ovvio quindi la nomina di un consulente al quale sono stati posti diversi quesiti. Tra gli altri il seguente: “Dica il consulente se in relazione alle patologie, per le quali ha già concluso per la riconducibilità alla esposizione di ammine aromatiche e metalli pesanti, ci sia un periodo minimo di latenza; se le ammine aromatiche ed i metalli pesanti in tesi utilizzati nel ciclo produttivo dell’industria tessile Marlane, agiscano quali fattori di promozione delle patologie tumorali, e se le esposizioni in ipotesi, successive alla conclusione del processo di induzione e comunque alla insorgenza della patologia, abbiano inciso sulla progressione della malattia e comunque sul periodo di latenza. Ai fini dell’eventuale ulteriore ed utile valutazione e caratterizzazione delle sostanze chimiche costituenti coloranti indicati nelle schede di sicurezza agli atti è autorizzato ad avvalersi a suo giudizio dell’ausiliario di esperto chimico”.