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balneariI gravi problemi dei balneari calabresi trova un prima risposta nella elezione del nuovo presidente del sindacato italiano balneari della provincia di Cosenza.

E’ di Praia a Mare e si chiama Antonio Giannotti. E’ stato eletto questa mattina, all’unanimità, presidente del SIB - Sindacato Italiano Balneari - della Provincia di Cosenza. L’elezione è avvenuta nel corso dell’Assemblea Elettiva dei soci Confcommercio operanti nel settore della balneazione. Si è provveduto, inoltre, all’elezione del Consiglio Direttivo che, per i prossimi quattro, anni sarà composto da: Vincenzo Gallo, Francesco Mazza, Claudio Sirimarco, Giorgio Delle Tasse e Ruggiero Lo Monaco.
È stata un’assemblea particolarmente intensa.
Notevole attenzione è stata riservata al problema del rinnovo delle concessioni demaniali, per il quale lo stesso Giannotti è impegnato in prima persona: insieme ad altri presidenti di categoria, sta portando avanti un’intensa attività di confronto con le istituzioni mediante una serie di proposte attualmente allo studio del Parlamento.

Nel ringraziare i colleghi per la fiducia accordatagli Giannotti ha illustrato gli obiettivi che intende perseguire nel corso del suo mandato al fine tutelare e sostenere l’intera categoria. “Le nostre imprese si trovano in un evidente svantaggio competitivo nei confronti di imprese ubicate in paesi come Spagna e Croazia che hanno una legislazione molto più semplice e favorevole. Uno dei primi obiettivi sarà quello di creare un presidio più efficace e puntuale sulle normative locali e regionali che interessano la categoria cercando un rapporto diretto con i territori”.
Congratulandosi con il neo eletto alla presidenza del Sib-Confcommercio, il Direttore di Confcommercio Cosenza, Maria Cocciolo, ha affermato: “siamo certi che il sindacato possa essere utile al consolidamento dell’attività di Confcommercio Cosenza su tutto il territorio provinciale". “Il terziario è un settore particolarmente articolato e Confcommercio con la costituzione del Sib rafforza la propria rappresentatività tutelando sempre più gli interessi specifici delle principali categorie imprenditoriali”.
Dopo essersi complimentato con Giannotti, Domenico Lione, Componente di Giunta di Confcommercio Cosenza con delega al Turismo, ha dichiarato: “Gli operatori della provincia nel settore balneare sono molti e hanno bisogno di un punto di riferimento.
Il nostro obiettivo, in questa direzione, sarà quello di offrire un valido supporto per rilanciare e sviluppare il turismo balneare della provincia che può contare su diversi chilometri di costa di particolare bellezza, divisi tra il Mar Tirreno e il Mar Ionio”.
All’Assemblea erano presenti numerosi operatori del settore che hanno manifestato la loro soddisfazione per la nascita del sindacato di categoria, confermando la volontà di collaborare al raggiungimento di obiettivi comuni all’insegna del sano associazionismo.

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Scrivevamo nel marzo 2013, sotto il titolo “Fuscaldo, sequestrato il mattatoio e denunciate 4 persone “ che a seguito di una attività d'indagine del nucleo Ambiente della Procura di Paola scattò un blitz compiuto proprio dagli addetti del nucleo Ambiente della Procura di Paola unitamente agli uomini del Nucleo antisofisticazione di Cosenza, della Guardia costiera di Paola ed al personale dell'Azienda sanitaria provinciale, durante il quale sarebbero stati trovati .ambienti sprovvisti delle più elementari caratteristiche igienico-sanitarie necessarie per esercitare l’attività di macellazione

In conseguenza l’apposizione dei sigilli da parte dei NAS e poi il decreto di sequestro del mattatoio.

Conseguente la denuncia alla AG del titolare dell’impresa per le carenze igienico-sanitarie e l'omessa cautela contro infortuni sul lavoro a cui ha sottoposto i dipendenti della struttura.

Insieme al titolare della Ma.Pa. Snc Peppino Pastura nel mirino degli inquirenti anche i tre veterinari responsabili del servizio che non avrebbero vigilato sull'attività del mattatoio.

Si trattava confronti di Giuseppe Bruno, Ercole Morelli e Gianfranco Pascale , tre veterinari dell'Azienda sanitaria di Cosenza, accusati di per omissione di atti d'ufficio, omessa denuncia di reato nonché omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul luogo di lavoro e carenza igienico-sanitarie della struttura.

Oggi il provvedimento del gip di Paola, Carmine De Rose, su specifica richiesta del procuratore capo Bruno Giordano, che ha disposto la sospensione del dirigente veterinario dell'Asp di Cosenza, Giuseppe Bruno.

Le ragioni addotte per ordinare la temporanea sospensione dal servizio del dirigente sanitario per tre mesi consisterebbero nel fatto che i Nas ed i carabinieri della stazione di Praia a Mare avrebbero accertato che il dirigente avrebbe prodotto anche un «atto materialmente ed ideologicamente falso» «all'evidente scopo di mascherare le sue responsabilità omissive per i mancati interventi di sua stretta competenza, riguardo le condizioni fatiscenti e inappropriate del mattatoio di Fuscaldo».

Una storia di mancanza di condizioni igienico sanitarie che veniva da lontano se il giudice scrive nell'ordinanza che gli investigatori «riscontravano una situazione altamente deficitaria sotto il profilo della sicurezza sui luoghi di lavoro e della igienicità e salubrità dei prodotti di macellazione animale ottenuti dall'azienda, evidenziando inoltre palesi omissioni, manchevolezze e inottemperanze pregresse a doveri ispettivo-istituzionali, da parte dei tre coindagati Morelli, Pascale e Bruno.

Veterinari in servizio presso la stessa Asp che da tempo avevano relazionato ed erano a vario titolo intervenuti nelle vicende di gestione del mattatoio, già sottoposto a chiusura coattiva per le medesime problematiche di gestione e lavorazione carni nel maggio del 2006».

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cetto la qualunqueCi ha fatto sorridere (un sorriso amaro, invero) Antonio Albanese con la sua interpretazione del sindaco calabrese Cetto La Qualunque.


Intanto la Calabria continua a morire

I ricchi diventano sempre più ricchi

I poveri sempre più poveri

I giovani emigrano, i vecchi restiamo.

E la Calabria diventa sempre più vecchia.

Più vecchia e più inane.

Ma qualche fiamma di reazione comincia a levarsi.

Come a Verbicaro.

Era già successo il 2011 con la occupazione simbolica della sede comunale, poi con la manifestazione sotto la sede del Consiglio Regionale ed infine la occupazione della chiesa, e dopo essersi avventurati per una traballante scala fino al cornicione, per suonare le campane "a morto", provocando la presenza del sindaco Felice Spingola e delle Forze dell’ordine (Digos e carabinieri), dei vigili del fuoco e degli operatori sanitari.

Verbicaro vanta il primato di "il paese più disoccupato d'Italia", dove un abitante su due è senza lavoro.

Insomma il paese della disperazione.

E da qualche tempo della rabbia.

Vogliono il salario minimo garantito( a proposito che fine ha fatto?)

O vogliono un posto di lavoro dalla regione.

Uno qualunque. Come diceva Cetto!

Come Cetto quando prometteva un forestale per ogni albero.

Ed allora sono ritornati a protestare.

La politica aveva risposto in modo assurdo.

Nientedimeno con un corso di formazione lavoro per la coltivazione di uva Adduraca, una particolare qualità che cresce sulla costa tirrenica, che avrebbe dovuto generare occupazione stabile e duratura.

Ma ci volevano soldi .

Si , perché in Calabria basta una idea, un corso di formazione ed i soldi dello Stato ( o della regione)

Ma i soldi promessi( sembra) sono andati ad integrare i fondi per la mobilità in deroga.

Infatti uno dei dimostranti dichiara : “Il progetto è stato esaminato ed è stato valutato positivamente ma non c’è copertura finanziaria e noi stiamo protestando perché non possiamo stare senza lavoro. Il Governo Renzi, invece di venire in Calabria e dire che deve combattere la mafia, si occupi del lavoro perché c’è gente che davvero muore di fame”.

Interviene a tal punto l’attuale sindaco Francesco Silvestri a testimoniare la sua personale vicinanza ai lavoratori e quella del consiglio comunale e dell’intera comunità rilanciando anche l’ipotesi del reddito minimo garantito.

“Capisco la crisi, capisco i problemi però in giunta regionale giacciano 10mila firme per il reddito minimo garantito ma anche su questo non c’è stata risposta. Noi ci auguriamo che in questi giorni il progetto si possa sbloccare o che almeno l’assessore Salerno ci dica come stano realmente le cose”.

Ecco questa sì che è una bella idea.

Tra l’altro il reddito minimo garantito può aiutare tanti altri calabresi alla fame e può far ritornare in Calabria i giovani che oggi sono nel centro e nord Italia a lavorare per 1000 euro al mese pagandone più di 500 per il fitto della casa.

Sarebbe una Calabria più ricca anche di futuro

Forse Cetto La Qualunque con il suo “un forestale per ogni albero” non era poi così folle!

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