
I Carabinieri di Diamante nel corso di una azione di controllo e repressione dello spaccio e della produzione di stupefacenti hanno fatto irruzione nella abitazione di un venticinquenne di Buon vicino
Si tratta di un imbianchino che nell’orticello vicino alla propria abitazione coltivava piante di marijuana.
Non pomodori o peperoncini ma 30 piante di cannabis altre circa 2 metri e pronte per essere raccolte e successivamente trattate
Insieme i Carabinieri hanno trovata anche materiale per la coltivazione e per il confezionamento dello stupefacente.
Il giovane era originario di Belvedere Marittimo
Dopo l’arresto il giovane è stato accompagnato a casa in attesa del processo per direttissima che si terrà probabilmente domani.
Con ordinanza n 3/2015 la ragioniera Antonietta Settembre, nella qualità di responsabile del servizio Attività Produttive, ha disposto la chiusura dello studio dentistico sito in Diamante alla Via Benedetto Croce e gestito da Dietrich Hans Cristoph Josef nato in Germania e residente in Diamante.
A fronte la nota della Guardia di Finanza di Scalea n 13578/15 dalla quale si rileva che, a seguito di accertamenti effettuati unitamente alla responsabile del Settore igiene pubblica del distretto Praia e Scalea d.ssa Colesanti Annunziata, è emerso che l’ambulatorio è ubicato al primo piano di un edificio sprovvisto di abbattimento di barriere architettoniche e che l’ingresso dell’ambulatorio funge da sala d’attesa con cinque sedie e da segreteria.
Dal verbale si rileva anche che:
- alla sinistra della sala d’attesa è presente l’ambulatorio dentistico ove opera il professionista, dove sono presenti due locali, uno a destra dove, di fatto, opera il dentista e l’altro adiacente,
-al momento del sopralluogo, risultava occupato da materiale vario ed alcuni asciugamani in cotone; nello stesso locale era presente, sul pavimento, materiale di varia natura ed un autoclave al momento non funzionante;
-le due sale operative risultano separate da una tenda di colore verde non idonea al luogo per 1’utilizzo;
-inoltre, le due sale operative non presentano adeguata chiusura con porte idonee a garantire la privacy e la sicurezza dei pazienti e degli operatori. Infatti, risultano presenti due tende tipo zanzariere in sostituzione delle porte, che risultano divelte ed abbandonate in un locale di sgombero in fondo a destra del corridoio;
-i piani di lavoro all’interno delle sale operative risultano, al momento dell’ispezione, ricoperti di materiale vario ed attrezzatura odontoiatrica inutilizzata.
Il locale adibito a sala radiografica non sembrerebbe conforme alle vigenti disposizioni in tema di radioprotezione.
E’ presente un apparecchio radiologico odontoiatrico alquanto obsoleto e, pertanto, è stata richiesta la conformità di tale locale in base alla normativa vigente, nonché la copia della nomina di esperto qualificato e l’applicazione di quanto previsto dalle normative vigenti in materia di sorveglianza sanitaria.
In fondo al corridoio, vi è un unico bagno utilizzato destinato sia agli utenti che agli operatori.
Gli accertamenti esperiti hanno fatto emergere, inoltre, che il professionista è sprovvisto -dell'autorizzazione sanitaria,
-della planimetria,
-del certificato di agibilità,
-del certificato dell’abbattimento delle barriere architettoniche;
-verifica impianto elettrico e idraulico e allaccio alle rete idrica e fognaria;
-elenco delle attrezzature con caratteristiche tecniche a norma CE;
-conformità del locale di radiologia con nomina di esperto qualificato per la sorveglianza sanitaria degli apparecchi radiologi;
-contratto per lo smaltimento dei rifiuti speciali con ditta autorizzata.
I pm della Procura di Paola Lidia Gambassi e Maria Camodeca presenteranno presso la Corte d'appello di Catanzaro il ricorso contro la sentenza che ha assolto dirigenti e vertici dell'ex stabilimento tessile praiese Marlane.
E’ noto che la precedente fase processuale si è chiusa con una sentenza che ha assolto con formula piena i 12 imputati del processo per il presunto disastro ambientale dell'area e che avrebbe comportato anche la morte di decine di operai della Marlane.
Non ci stanno i PM!
Impossibile non tenere conto che nella stessa area aziendale ci sono circa 40mila metri quadrati fortemente inquinati dove sono state ritrovate interrate sostanze come vanadio, cromo, cobalto, nikel, rame, zinco, arsenico, mercurio, piombo, policlorobifenili, amianto, coloranti azoici, lana di vetro, idrocarburi policiclici aromatici e soprattutto cromo esavalente.
Il cromo esavalente è un metallo pesante conosciuto per gli effetti devastanti sull'organismo.