
Bastano poche parole ed uno sguardo di troppo per tentare di uccidere una persona?
Assurdo, ma sembra che sia così.
È successo a Diamante, in un locale notturno
Ad essere ferito gravemente il 33 enne Francesco Osso, di Buonvicino.
I feritori sarebbero Alberto Novello , di 23 anni, cosentino, e Mattia De Rose di 21anni, originario di Belvedere Marittimo.
Dopo aver discusso animatamente i due presunti autori si sono separati , mentre la vittima si recava in bagno.
Ma i due malviventi lo hanno raggiunto e hanno ripreso la precedente discussione.
Poche parole, poi uno dei due ha estratto una pistola dalla tasca e ha esploso un colpo a bruciapelo sulla vittima che si è accasciato al suolo.
Il fragore del colpo è stato inavvertito per via della musica ad alto volume.
Poi i due sono fuggiti a bordo di un’autovettura a loro in uso.
Immediata la richiesta al 112 con la quale è stata data notizia che un ragazzo era riverso in una pozza di sangue poiché attinto da un colpo di arma da fuoco alla gola.
Il ferito è stato immediatamente trasportato presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Cosenza dove è in prognosi riservata.
I Carabinieri della Compagnia di Scalea, sono immediatamente giunti ed hanno ascoltato per ore diversi testimoni così individuando i presunti responsabili che si erano resi irreperibili.
La Procura della Repubblica di Paola ha emesso a carico dei due un fermo indiziario
Intenso per tutta la giornata il presidio del territorio espletato anche dai carabinieri di Cosenza.
E così alla fine i due presunti feritori si sono consegnati presso la Stazione Carabinieri di Cosenza. Gli arrestati sono stati associati presso il carcere di Cosenza a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Continua la presenza di pesce nelle acqua del tirreno cosentino
Continua la pesca abusiva di pesce sottotaglia
Non solo le piccole alici
Anche i piccoli tonnetti rossi
Continuano per quanto possibile i controlli contro la pesca abusiva da parte della Guardia Costiera.
Ovviamente quella più facile è nei porti , molto più difficile è quella degli sbarchi sulla spiagge isolate con il pescato trasferito nella auto prossime con avvio i mercati
In questo modo è possibile evadere i controlli ed avviare sul mercato pesce vietato
Peraltro anche quando viene scoperta la presenza di pesce vietato il danno è fatto
E’ il caso dei 510 tonnetti sottomisura che non sono certo ridiventati vivi e reimmessi in mare
Si pensi che in questo periodo i tonnetti raggiungono il peso di 1 kg o poco più mentre la taglia minima prevista per gli esemplari adulti che è di 115 centimetri di lunghezza o 30 chilogrammi di peso.
In un tratto di spiaggia a sud di Cetraro sono stati sequestrati rispettivamente 94 di tonno rosso.
Altri 89 in un tratto di spiaggia in Cittadella del Capo di Bonifati
In porto a Cetraro una persona stava sbarcando, appena rientrata da mare con il proprio natante, 79 esemplari di tonno rosso nascosti in due cesti.
Due conduttori di natanti da diporto sono stati sorpresi dall’equipaggio della motovedetta CP705 con a bordo 41 esemplari di specie ittiche sottomisura, tra cui tonno rosso, nelle acque antistanti il litorale di Belmonte Calabro.
Inoltre sono stati sequestrati 117 esemplari di tonno rosso sottomisura in tre differenti giornate a Cetraro, 46 a Fuscaldo, 37 ad Acquappesa, altri 7 a Bonifati
Evitata una razzia dei giovani tonni rossi la cui pesca è vietata grazie ai controlli della guardia costiera di Cetraro che in 2 settimane ha sequestrato 542 esemplari.
Insomma un incredibile sciupio di risorse ittiche
Sequestrato Pasquale Capa no, imprenditore considerato vicino alla 'ndrangheta nonché in affari con ex della banda della Magliana ed esponenti del clan Casamoni ca, il villaggio turistico "San Giorgio", di San Nicola Arcella, insieme a sessantuno altri beni immobili tra abitazioni e terreni, tra cui una lussuosa villa con piscina a Roma, 6 auto tra cui due Ferrari e due Hummer e un aliscafo , 4 società commerciali; 4 rapporti finanziari. per un valore complessivo di stima pari ad 39.580.488,87 euro.
L'operazione è stata condotta dai militari del comando provinciale della guardia di finanza di Roma. Pasquale Capano, calabrese di origine ma residente nella capitale da diversi anni è ritenuto contiguo ad una nota cosca di 'ndrangheta, attiva nell'alto Ionio cosentino.
I beni confiscati, per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro, sono passati definitivamente allo Stato.
L'attività svolta dal nucleo di polizia tributaria rappresenta la conclusione di articolate indagini che, nello scorso mese di dicembre 2013, avevano determinato l'arresto dell'imprenditore, della moglie e del genero.
Nel dettaglio, il tribunale di Roma - Sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale - accogliendo pienamente l'appello proposto dalla Direzione distrettuale Antimafia di Roma - ha riconosciuto non solo la sussistenza di gravi indizi nei confronti del Capano e dei suoi familiari ma, soprattutto, la sussistenza delle ipotizzate esigenze cautelari.
L'operazione ha interessato il Lazio, la Calabria, la Campania, la Sardegna e la Lombardia.