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Regionali, Il commissario Graziano stoppa i circoli del Pd
Lunedì, 30 Settembre 2019 13:53 Pubblicato in CalabriaCATANZARO – Interpellato dal Quotidiano del Sud, Stefano Graziano, commissario regionale del Pd, ha risposto così alla convention di Oliverio di sabato scorso che lo aveva duramente attaccato: «È stata una inutile prova muscolare.
Ci appassiona la politica e non i muscoli.
Siamo in una fase politica nuova e Oliverio non sarà il candidato del Partito Democratico.
Anzi con queste operazioni si allontana sempre più dal Partito democratico».
Dunque, nessun passo in avanti verso la ricomposizione della lite.
Anzi due passi indietro considerato il tono usato nei confronti dei dem oliveriani che gli hanno consegnato cinquemila firme (ma poi, chi le ha certificate?).
La tenzone procede per inerzia, non si rompe e non si cuce.
La vecchia malattia dei democratici, la pietrificazione degli animi sperando che il tempo lenisca le ferite.
Per decifrare la questione calabrese, per capire dove si andrà a parare, conviene leggere e tradurre le notizie che giungono da fuori regione.
Più precisamente dai territori interessati alle elezioni regionali.
Ce n’è traccia persino nel documento votato per acclamazione dai partecipanti alla convention di Oliverio laddove si legge: «Non va consentito che la Calabria possa diventare merce di scambio nelle contrattazioni politiche in corso a livello nazionale.
È prioritario evitare il rischio di offrire una lettura sbagliata della realtà sociale e politica di una regione dove è in atto uno scontro tra conservazione e rinnovamento, tra assistenzialismo e sviluppo, tra trasparenza e illegalità».
Lo scambio riguarderebbe l’Emilia-Romagna con la Calabria.
E non è finita qui.
Dalla stampa campana si viene a sapere che neanche la ricandidatura di Vincenzo De Luca sarebbe certa, a fronte, peraltro, di sondaggi a lui favorevoli.
Nei giorni scorsi era stato fatto un parallelo tra Oliverio e De Luca, concludendo che quest’ultimo è un personaggio nazionale a differenza del primo.
Infatti, tanto per dire, è stato invitato al Forum Ambrosetti, alla Festa nazionale dell’Unità, viene intervistato da network europei.
Insomma, una bella differenza.
E tuttavia – secondo quanto riferisce il sito orticalab – Nicola Oddati brigherebbe per non farlo ricandidare preferendo «il magistrato Raffaele Cantone, che ha da poco lasciato l’Anticorruzione; e il Rettore della Federico II, Gaetano Manfredi.
Guarda caso, entrambi vicini al Pd e graditi ai 5Stelle».
Una purga? Chi invece mostra una certa confusione è l’onorevole Maria Elena Boschi, nuovo capo gruppo del partito di Renzi alla Camera, che – sul sito Lettera 43 – sostiene che «”Italia Viva” non corre né in Umbria né in Emilia-Romagna […] ma è possibilista sugli appuntamenti in Toscana, Calabria, Campania e Puglia».
Sulla linea della Boschi, ovvero quella di articolare le varie situazioni in base alle dinamiche politiche che emergono, è il senatore Ernesto Magorno, la punta più avanzata del renzismo calabrese.
Bruno Gemelli Il quotidiano
Ad Amantea arriva il dissesto. Preparatevi a pagare!
Domenica, 29 Settembre 2019 22:15 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiBene o male sembra che finora abbiamo scherzato.
Se pensate che il Ministero ha “giocato” per mesi con il comune di Amantea, rinviando, da una data all’altra, la risposta definitiva sul bilancio del 2017, potrete cominciare a capire.
Quando poi potrete leggere la nota finale sullo stesso bilancio 2017, “approvato il 3 luglio” ed inviata soltanto il 25 settembre scorso e conoscerne il “triste” contenuto avrete un quadro più preciso.
Una cosa è certa ed è quella che gli Amantea “dovranno pagare”.
Ed è per questo che gli amministratori più responsabili hanno grande timore.
A cominciare dal sindaco e dall’assessore al bilancio che si aspettavano un risposta meno gravosa e che a giorni-si dice- andranno a Roma, al Ministero, per tentare di capire meglio che cosa dispone il decreto ministeriale.
Ma c’è di peggio.
Una delle ultime preoccupazioni esternata occasionalmente dal sindaco nell’incontro sul turismo è quella relativa alla piazzetta degli emigranti.
Queste le sue parole: “Si è presentato un avvocato che ci ha chiesto 130 mila euro per il terreno della Piazzetta degli emigranti”
Il sindaco non ha avuto tempo e modo di spiegare come sia possibile che si debba pagare al legittimo proprietario una somma ben maggiore dell’intero costo di realizzazione dell’opera.
Forse al legittimo proprietario non è stata pagata la indennità di esproprio e quindi si è determinata una occupazione illegittima del suolo.
Da qui il debito da parte del comune non solo del pagamento dell’esproprio ma anche una somma a titolo di risarcimento.
Ed allora le domande.
Perché non è stato pagato l’esproprio?
Chi ne ha omesso il pagamento?
Che cosa ne ha fatto dei soldi?
Ora sarà chiamato a pagare il suo errore per evitare che il comune, cioè i cittadini incolpevoli, debbano pagare queste omissioni e ritardi?
Non è tanto e solo importante il giudizio della magistratura ma sicuramente è almeno giusto che chi ha sbagliato paghi e non siano chiamati a farlo i cittadini amanteani!
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La Banca Carige taglia 45 filiali, 18 nella sola Liguria
Domenica, 29 Settembre 2019 21:23 Pubblicato in ItaliaGENOVA, 29 SET – La razionalizzazione filiali di Banca Carige comincerà il 25 novembre ed entro fine anno chiuderà complessivamente 45 sportelli.
La lista del maxi taglio deciso dai vertici della banca prevede riduzioni pesanti anche a Genova, dove è in programma la chiusura di 11 agenzie, decisione che tocca anche il cuore della città con il taglio delle filiali in via XII Ottobre e in via Galata; a Savona ne chiuderanno 6, compresa quella ‘centrale’ e una nell’imperiese a Riva Ligure.
Nelle altre regioni chiuderanno anche uffici storici e sedi prestigiose, come quella nell’edificio di piazza Duomo a Como.
I dipendenti interessati saranno 150, ma non sono previste uscite ‘violente’ si useranno ‘quota 100’, in modo volontario, e si troveranno strade interne.
“La banca rimarrà presente in tutte le regioni continuando ad avere una forte vocazione territoriale soprattutto in Liguria”.
E anche se più della metà delle filiali da eliminare è fuori regione “non si tratta di una ritirata dal mercato italiano”, dicono dalla banca.
ANSA