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Redazione TirrenoNews

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E poi dicono che la sanità italiana è tra le migliori del mondo!

L’Italia è 'maglia nera' in Europa per le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici.

Se le stime parlano di oltre 670mila casi in un anno nel Vecchio Continente, con più di 33mila morti, "la situazione peggiore in assoluto è stata osservata in Italia, con oltre 200mila casi e quasi 11mila decessi stimati".

 

 

Lo ricorda Massimo Galli, presidente della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit), intervenuto oggi a Milano alla tappa lombarda di 'Progetto Icarete': 12 incontri regionali per un confronto tra massimi esperti su infezioni ospedaliere e antibiotico-resistenza.

Dopo il debutto a Udine, i numeri dell'emergenza 'superbatteri' - con "decessi pari al doppio delle morti legate a incidenti stradali" - sono risuonati anche al Pirellone.

Come invertire la tendenza?

Cominciando da un atto molto semplice: il rigoroso rispetto delle regole sul lavaggio delle mani da parte degli operatori sanitari, su cui per ora non occupiamo certamente i primi posti in Europa.

Il quadro è allarmante, conferma, e "si collocano in questo scenario i 102 casi, segnalati tra il novembre 2018 e il 22 settembre2019 , di infezioni causate da enterobatteri produttori della metallo-beta-lattamasi New Delhi, che conferisce resistenza ai carbapenemi, una classe di antibiotici di fondamentale importanza nel trattamento di infezioni gravi.

Un'accelerazione della diffusione di questo tipo di resistenza batterica ha già provocato, secondo i dati dell'Agenzia regionale di sanità toscana, almeno 38 decessi".

I casi continuano a crescere in quasi tutti i Paesi europei, con un incremento medio annuo del 5%.

E in Italia si contano tra 450-700mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale, con un risultato ritenuto dagli esperti "fra i peggiori d'Europa".

"Purtroppo i numeri sono ancora preoccupanti - conferma Galli - In una stima dell'Healthcare-Associated Infections Prevalence Study Group, riferita agli anni 2016 e 2017, e basata su 310.755 pazienti ricoverati in 1.209 ospedali di 28 Paesi europei e su 117.138 residenti in 2.221 Residenze sanitarie per anziani (Rsa) di 23 Paesi, le infezioni acquisite in ospedale avrebbero riguardato il 6,5% dei ricoverati in ospedale e il 3,9% dei residenti in Rsa, per un numero stimato di infezioni giornaliere pari a 98.166 nei primi e a 129.940 nei secondi, e un totale di quasi 9 milioni di infezioni ospedaliere all'anno.

Tiè. Al massimo potrà “murmuriari” nel chiuso della stanza o del corridoio.

Ma solo con amici veramente fidati che poi non riportino quanto detto ai superiori.

La dirigente Erminia Pellegrino rammenta il Codice di Comportamento dell’Asp di Cosenza ed in particolare l'art 10 comm 3 che recita che il dipendente deve astenersi dal rilasciare  dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'amministrazione e che ledano l’immagine dell’Azienda sotto comminatoria dell'inizio di un di un procedimento disciplinare.

Ma criticare i malfunzionamenti magari rispondendo semplicemente ad una utenza arrabbiata è davvero lesione della immagine dell'Azienda?

La cosa strana è che ella richiama l’art 11 comma 10 del Piano anticorruzione recanti “ Disposizioni Particolari per i Dirigenti” (10.Il Dirigente, fermo restando il diritto di esprimere proprie valutazioni e diffondere notizie a tutela dei diritti sindacali, ha l’obbligo di astenersi da dichiarazioni offensive nei confronti dell’Amministrazione. Le dichiarazioni pubbliche, per conto dell’Azienda, andranno preventivamente autorizzate dal Direttore Generale. Eventuali dichiarazioni che ledano l’immagine dell’Azienda integrano gli estremi di un comportamento disciplinarmente perseguibile) ma invia la nota a tutti in dipendenti.

Ben più strano è il fatto che la nota partecipata anche il 13 settembre corso recita che “ Si confida nella massima diffusione di questa nota ai dipendenti al fine di evitare la continua esposizione mediatica spesso fonte di grave disorientamento nell’utenza e di lesione all’immagine dell’azienda stessa”.

Quella lesione di immagine dell’azienda che “integra gli estremi di un comportamento disciplinarmente perseguibile”.

“Silenzio , ca ni licenzianu”

E’ questo che sembra cogliersi tra i dipendenti dell’Asp Cosentina.

E pochi sono quelli che hanno il coraggio di parlare, di fare valutazioni sulla scelte spesso infelici ed ingiustificate della dirigenza sanitaria alla quale non ci si può rivolgere, che opera o permette ogni irragionevolezza che poi subisce il paziente

Osserviamo che l’utente non ha altri a cui rivolgersi se non il personale sanitario che diventa il capro espiatorio di una sanità che non funziona.

E pensare che nello stesso testo al punto XX del whistleblower o Vedetta Civica , cioè di colui che testimonia un illecito o un’irregolarità sul luogo di lavoro, durante lo svolgimento delle proprie mansioni e decide di segnalarlo.

Sarà fustigato il denunciante?

Od il Responsabile della Prevenzione della Corruzione segnalerà il tutto all’ufficio di disciplina che valuterà la sussistenza per avviare il procedimento disciplinare nei confronti del dipendente che ha operato la discriminazione?.

Chi tutela i diritti dell’utente?

Forse i sindaci che vivono emarginati nelle loro stanze?

Forse un non esistente Tribunale per i diritti del malato (TDM) nato nel 1980 per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell'ambito dei servizi sanitari e assistenziali e per contribuire ad una più umana, efficace e razionale organizzazione del servizio sanitario nazionale e che non ha mai visto la luce?.

La casa di Cura “Misasi” di Cosenza si dota di una nuovissima camera iperbarica, l’unica presente in tutta la Provincia di Cosenza, che sarà utilizzata per trattare diverse patologie neurologiche, nonché disturbi del sistema osseo-articolare e muscolare e altre malattie del sistema circolatorio, della pelle e dei tessuti molli.

 

 

 

 

Come è noto l’ossigenoterapia iperbarica, consiste nella somministrazione di ossigeno, puro al 100% all’interno di speciali ambienti pressurizzati, le cosiddette camere iperbariche, che presentano una pressione superiore a quella atmosferica.

È scientificamente provato che la somministrazione di ossigeno iperbarico, fornisce energia e vitalità all’organismo e, conseguentemente, consente di migliorare la qualità della vita del paziente.

La medicina iperbarica è utilizzata in modo complementare alla medicina tradizionale e con applicazioni non invasive per il paziente.

L’ossigenoterapia, inoltre, produce effetti benefici sui pazienti affetti da disturbi neurologici con patologie derivanti da lesioni o traumi.

Utilizzata in modo complementare ai metodi tradizionali, permette di trattare decine di diverse patologie come: post ictus, morbo di Parkinson, paralisi cerebrale, sclerosi multipla, lesioni muscolari, morbo di Crohn, emicranee e cefalee, fibromialgia, tinnito e acufene, traumi, scoliosi, ernia del disco, reumatismi dei tessuti molli, ulcere venose, piede diabetico, ferite post chirurgiche, ustioni, piaghe da decubito, malformazione arteo-venosa ulcerativa, sindrome da stanchezza subacuta e cronica e molto altro.

I benefici dell’ossigenoterapia iperbarica e l’utilizzo del nuovo macchinario saranno illustrati oggi 1 ottobre alle ore 9:00 presso la casa di Cura “Misasi” sita in Piazza Cripsi.

Grazie alla casa di Cura “Misasi”.

Vergogna per l’Asp di Cosenza e la sanità calabrese.

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