Letto il titolo ho subito pensato: ecco la dimostrazione di quanto vale la Forestale.
Sbagliavo.
Non è stata la Forestale a scoprire le quasi 3300 piante di marijuana coltivate su 3 ettari circa di terreno in una zona impervia della montagna di Cetraro.
Ma i finanzieri della locale Compagnia e della Brigata di Cetraro guidati “dall’alto” dagli elicotteri del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Lametia che hanno avviato una serie di ricognizioni nelle zone più interne della costa tirrenica.
Si tratta di zone quasi inaccessibili, difficili da controllare da terra perché situate su costoni scoscesi o circondate dalla foltissima vegetazione, ma caratterizzate da condizioni climatiche favorevoli che rendono estremamente floride questo tipo di “colture”.
Zone comunque raggiunte dai coltivatori diretti.
Coltivatori esperti che hanno dimostrato di saper curare anche varietà estremamente rare di marijuana, dotate di un elevatissimo grado di Thc.
Sono state trovate , infatti, le “Chocolope Kush”, un incrocio tra varie qualità di Cannabis, un ibrido tra i più potenti e dannosi per la salute, o la cosiddetta “Cataract Kush” che sui blog viene addirittura “sconsigliata” ai fumatori alle prime armi proprio per l'alto tasso di principio attivo.
Su alcune piante, poi, campeggiava un’etichetta riportante la dicitura “El fuego” e, ancora, “Cannalope Kush”, “OG Kush”, “Cole Train”, “Golden Berry” ed “Exodus Kush”, nomi che, probabilmente, ai più non dicono nulla ma che per gli “addetti ai lavori”, esperti del settore, o semplicemente consumatori, rappresentano la palese diversificazione di un mercato, quello della marijuana, in continua espansione, in grado di assicurare enormi rendite alla criminalità organizzata.
Marijuana di elevata qualità, quindi, che su strada, al dettaglio, può raggiungere e superare i 20 euro al grammo.
Si ha modo di ritenere che appena la politica si avvierà alla liberalizzazione del consumo e della produzione della marijuana la Calabria sarà la Colombia dell’Europa, dando lavoro e reddito a decine di migliaia di calabresi disoccupati.
Ovviamente tra i maggiori investitori annovereremo la ‘ndrangheta che non vede l’ora di guidare il mercato della marijuana una volta diventato legale.
Come dice Gratteri inutile illudersi che lo Stato sia in grado di governare il sistema produttivo e distributivo della ex droga, così che non sembra vi siano dubbi sul fatto che la marijuana non statale costerà di meno tanto più se venduta al mercato nero.