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Corruzione elettorale. È questa l’accusa mossa nei confronti di Luigi Incarnato la società che gestisce l’acqua in Calabria, Segretario regionale del Partito Socialista Italiano, e per il quale è stata disposta la detenzione domiciliare.

Scrive Lacnews: Secondo l’accusa, Incarnato, candidato del Partito democratico alle elezioni politiche italiane del 4 marzo scorso, nel collegio uninominale della Camera dei Deputati

per l’area di Castrovillari, al fine di ottenere, a proprio vantaggio, il voto elettorale, avrebbe offerto a Pietro Giamborino e Pino Cuomo (che accettavano l’accordo) la propria disponibilità a favorire gli interessi economico-imprenditoriali di questi uomini, in quanto interessati alla realizzazione, nel Comune di Paola, di un centro di accoglienza straordinario per migranti richiedenti asilo, presentandoli al sindaco di Paola, Roberto Perrotta, e propiziando un incontro (al quale prese parte anche lo stesso Incarnato) per la illustrazione a Perrotta dell’iniziativa imprenditoriale di Cuomo.

Questo l’episodio che è costato ad Incarnato l’arresto in regime di detenzione domiciliare”

Per Nicola Adamo, invece, è stato disposto il divieto di dimora in Calabria

Per Nicola Adamo, in passato deputato, potente assessore regionale e vicepresidente della Giunta, nonché ispiratore principe della linea politica di Mario Oliverio, il Giudice delle indagini preliminari ha ordinato il divieto di dimora in Calabria: risponde del reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare, tra gli altri, pure Giorgio Naselli, che ha comandato il Reparto operativo di Catanzaro, attualmente Comandante provinciale a Teramo.

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Custodiva illegalmente otto fucili, due pistole e 216 munizioni.

Una donna di 45 anni, incensurata, è stata arrestata e posta ai domiciliari dai carabinieri della compagnia di Scalea con l'accusa di detenzione illegale di armi e munizioni.

    I militari, nel corso di una perquisizione domiciliare compiuta sabato scorso, anche se la notizia è stata resa nota solo oggi, hanno trovato all'interno della cassaforte dell'appartamento le armi e il munizionamento.

 

 

La donna è stata dapprima condotta in caserma e successivamente, su disposizione della Procura di Paola, accompagnata nel proprio domicilio in attesa dell'udienza di convalida davanti al gip.

(ANSA)

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Licursi nei giorni scorsi è stato arrestato

Le indagini, protrattesi per alcuni mesi, hanno consentito di svelare un radicato e consolidato meccanismo di illiceità che ha consentito al sindaco con la complicità di tre suoi colleghi, di assentarsi senza alcuna giustificazione dal luogo di lavoro.

 

 

 

 

“Sovente - viene riferito - il pubblico amministratore attestava falsamente di essersi recato in “missione” per conto dell’ufficio, occupandosi, anche in questo caso, di questioni non attinenti al servizio. In tal caso, le indagini hanno permesso di accertare, altresì, la complicità dei suoi colleghi, i quali, dipendenti presso diverse sedi dell’Asp (Cosenza, Amantea, Scalea), attestavano che la missione si era svolta regolarmente, nonostante il sindaco non si fosse nemmeno mai recato presso le stesse”.

Infatti il Gip Maria Grazia Elia ha disposto non solo gli arresti domiciliari per Licursi, ma anche misure interdittive nei confronti di Paolo Filice (59 anni di Carolei), responsabile del servizio del 118 di Cosenza che è stato sospeso dal servizio per sei mesi.

Sospensione di sei mesi anche per Valentino Cupelli (67 anni di Lago), collaboratore amministrativo dell’Asp di Amantea.

E Angela Riccetti (57 anni di Scalea), direttore del distretto del Tirreno è stata sospesa dal servizio per tre mesi.

“La Riccetti lo ricordiamo è esponente Pd, ed è diventata direttore di distretto del Tirreno e, su imput della regnanza di governo regionale, ha preso il posto di Giuliana Bernaudo.”

Le indagini hanno permesso di accertare, altresì, la complicità dei suoi colleghi, i quali, dipendenti nelle diverse sedi dell’Asp (Cosenza, Amantea, Scalea), attestavano che la missione si era svolta regolarmente, nonostante il sindaco non si fosse nemmeno mai recato presso le stesse.

Le condotte criminose, accertate mediante l’installazione di telecamere all’interno degli uffici del Distretto sanitario del Tirreno di Scalea, analisi dei tabulati telefonici e monitoraggio con sistema gps, sono state ricostruite in maniera capillare, anche grazie ad un’accurata attività di pedinamento e sono state incrociate con i dati delle presenze giornaliere risultanti dalla macchina marcatempo.

Incomprensibili le ragioni della complicità!

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