
Taurianova. I carabinieri hanno scoperto come era stato reimpiegato un vecchio capannone industriale in disuso.
La struttura, infatti, era stata adibita a piantagione di marijuana.
A scoprire le piante sono stati i carabinieri della Compagnia di Taurianova, che hanno trovato all’interno del capannone oltre 1.000 piante di altezza variabile tra i cinquanta centimetri ed il metro e mezzo.
I militari hanno, quindi, arrestato il proprietario del capannone, Marcello Spirlì, di 46 anni, già agli arresti domiciliari sempre per reati di droga.
I militari hanno proceduto al controllo perché insospettiti dall’anomala illuminazione e dall’odore proveniente dal capannone.
A Spirlì sono stati anche sequestrati 7.500 euro in contanti ritenuti provento della sua attività illecita.
L’impianto di illuminazione e areazione del capannone era fraudolentemente alimentato con un collegamento abusivo alla rete elettrica.
Marcello Spirlì è stato posto agli arresti domiciliari.
Calabria. Ecco l’ultimo maschicidio in ordine di tempo
Ci voleva una donna per parlare dei maschicidi, cioè delle mogli che uccidono i mariti.
A parlarne Barbara Benedettelli nel suo pamphlet, Il maschicidio silenzioso. Perché l’amore violento è reciproco e le donne non sono solo vittime: «Non de-costruire il lavoro fatto dal movimento femminista e da quegli uomini illuminati che lo hanno accompagnato, ma introdurre altri frammenti in uno spazio che dobbiamo riconoscere multidimensionale. Se la parola femminicidio è entrata ormai a far parte del lessico comune per descrivere un fenomeno che riguarda le donne, dobbiamo, per onestà intellettuale e senso della realtà, coniare anche un termine simile per descrivere il fenomeno contrario, ma speculare e interconnesso, che riguarda gli uomini. La visione unilaterale e unidimensionale di un insieme non è mai risolutiva. Può anzi, anche a causa di un’estensione smisurata di un lato soltanto, deformare l’intera realtà. Aggravandola […] Barbara Benedettelli sposta la lente di ingrandimento, l’angolo di visione, sul lato oscuro e tabù dell’amore malato e violento, ovvero quello delle donne che odiano gli uomini. Un inquietante inchiesta tra decine di casi, omicidi, ricatti sulla pelle dei figli, gelosie, senso di possesso. Perché le donne saranno pure statisticamente più spesso vittime, ma quando oltrepassano il limite agiscono esattamente come il peggiore bruto femminicida. Alla faccia del politically correct. Serie Fuori dal Coro» (“Il
E ieri una moglie ha ucciso il marito mentre dormiva.
L'omicidio è stato messo a segno con un colpo di roncola alla testa
Una tragedia familiare avvenuta ad Oppido Mamertina in provincia di Reggio Calabria.
L'omicidio è accaduto nella frazione Castellace di Oppido Mamertina.
La donna arrestata è Maria Giuseppina Barca, di 63 anni.
La vittima era Rocco Cutrì ed aveva 71 anni.
Ad arrestare la donna sono stati i carabinieri della Compagnia di Palmi e della caserma di Castellace, insieme a quelli del Nucleo investigativo del Gruppo di Gioia Tauro sotto le direttive del Pubblico ministero della Procura della Repubblica di Palmi Ignazio Vallario.
Tra Maria Giuseppina Barca e il marito c'erano da tempo rancori e dissapori provocati dalla morte del figlio della coppia, Domenico, ucciso nel 2008 al culmine di una lite.
Rocco Cutrì, tra l’altro, sarebbe stato vicino alla cosca "Alvaro-Violi-Macrì" della 'ndrangheta ed era il suocero di Carmine Alvaro, presunto esponente di spicco del gruppo criminale.
La roncola utilizzata per compiere l’omicidio è stata trovata nel giardino di una casa vicina disabitata.
Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, Cutrì avrebbe trascorso la mattinata a casa con la moglie e poi nel primo pomeriggio, dopo avere pranzato, si sarebbe steso sul letto prendendo subito sonno.
Maria Giuseppina Barca, quando si è accorta che il marito si era addormentato, ha preso la roncola e lo ha colpito con violenza alla testa, provocandone la morte istantanea.
L’altro figlio della coppia che era in casa con i genitori ha chiamato il 118, ma ogni tentativo di prestare soccorso all’uomo si è rivelato inutile.
Dalle indagini dei carabinieri è emersa ben presto la responsabilità nell’omicidio della moglie della vittima, che è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario aggravato e portata nel carcere di Reggio Calabria”.
L'ex sindaco Sergi parla di: «Profonda amarezza, cittadini traditi»
Da oggi il Comune di Platì è commissariato.
Il provvedimento è stato adottato dalla Prefettura di Reggio Calabria.
Si sono dimessi quattro consiglieri di maggioranza per motivi personali.
E’ venuto così meno il numero minimo di componenti del Consiglio.
Termina dunque dopo 20 mesi l’era di Rosario Sergi, eletto sindaco nel 2016 a capo della lista civica “Liberi di ricominciare”, eletto con oltre il 60% dei consensi.
Il primo cittadino, raggiunto telefonicamente, non nasconde tutta la sua amarezza.
«E’ stato tradito il volere politico dei cittadini che in massa due anni fa si sono recati alle urne. Proprio ieri- racconta il sindaco - avevamo ricevuto la notizia di un finanziamento per la depurazione di oltre un milione e mezzo di euro.
Guardavamo con fiducia al futuro, e invece è andata così».
Nei prossimi giorni Sergi, che ha annunciato di non voler presentare ricorso, convocherà una conferenza stampa.