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pensiionilugliiodpoo-170623E’ possibile ritirare la pensione nei 223 Uffici Postali e nei 120 Postamat della provincia

COSENZA, 28 giugno 2023 – Poste Italiane comunica chein tutti i 223Uffici Postali della provincia di Cosenzale pensioni del mese di lugliosaranno in pagamento a partire da sabato 1.

Per una migliore fruizione del servizio, è consigliabile,per il ritiro delle pensioni in contanti, seguire la turnazione alfabeticaindicativa suggerita nell’esempio:

i cognomi                    dalla A alla C sabato 1°luglio (solo mattina)

dalla D alla K lunedì 3 luglio

dalla L alla P martedì 4 luglio

dalla Q alla Z mercoledì 5 luglio

 

Le pensioni di lugliosaranno disponibili a partire da sabato 1,anche per i titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una PostepayEvolution che abbiano scelto l’accredito. I possessori di Carta di Debito associate a conti/libretti o di PostepayEvolution, quindi, potranno prelevare in contanti dai 120 ATM Postamatdella provincia, senza recarsi allo sportello.Inoltre,i possessori di Carta di Debito associate a conti/libretti potranno usufruire gratuitamente di una polizza assicurativa che consente un risarcimento fino a € 700 all’anno sui furti di contante subiti nelle due ore successive al prelievo effettuato sia dagli sportelli postali sia dagli ATMPostamat.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.poste.it o contattare il numero verde 800 00 33 22.

Poste Italiane - Media Relations

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Si comunica quanto segue, nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito

abbandono rifiuti 1COSENZA 19 Giugno 2023 - Abbandonavano rifiuti per strada cercando di eludere ogni tipo di controllo. E’ andata male a tre persone di Scalea che dovranno rispondere di “attività di gestione rifiuti non autorizzata”. Sono stati i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Scalea ad individuarli grazie ad una attività investigativa capillare scaturita dai contini abbandoni su strada nei comuni di Scalea e S.Nicola Arcella di materiale proveniente da piccoli lavori di ristrutturazione e manutenzione ordinaria di appartamenti.

In numerosi casi di abbandono dei rifiuti si è accertata la presenza di un furgone bianco con a bordo tre persone che ha insospettito i militari. Le indagini hanno poi confermato i sospetti dei Carabinieri Forestale che nei giorni scorsi hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Paola del furgone a carico del proprietario dello stesso veicolo al fine di evitare la libera disponibilità dello stesso del bene. Tutti e tre i soggetti individuati quali responsabili dell’attività illecita sono stati deferiti alla competente A.G. perché in concorso tra loro, in diverse circostanze a bordo del furgone di proprietà di uno di essi, effettuavano un’attività illecita trasportando rifiuti pericolosi e non al fine di abbandonarli per strada.

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giggino pellC'è un legame fra la sofferenza della terra calabrese e la sofferenza della sua gente che ha subito modificazioni o cancellazione delle tracce mnemoniche dovute, solo in parte, al passare del tempo.

La leggenda narra che il suo creatore volle il mare sempre turchese, la rosa sbocciante a dicembre, il cielo terso, le campagne fertili, i suoi raccolti pingui, l’acqua abbondante, il clima mite, il profumo delle erbe inebriante. Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il suo artefice fu preso da una dolce sonnolenza, forse perché compiaciuto della sua opera.

Del suo breve sonno approfittò un essere demoniaco che assegnò a questa regione le avversità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le fiumare, le alluvioni, la peronospora, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, la N’drangheta, la vendetta, l’omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione.

Dopo le calamità, le necessità: il lavoro, la casa, la scuola, la strada, l’acqua, la luce, l’ospedale, il cimitero. Ad esse aggiunse il bisogno di giustizia, il bisogno di libertà, il bisogno della grandezza, che ogni tanto germoglia in alcuni suoi figli; il bisogno del nuovo, il bisogno del meglio. Il bisogno di esser fieri dei propri antenati.

La Calabria è stata in passato meta di viaggiatori stranieri che l’hanno raccontata a modo loro nei propri diari di viaggio, offrendo però quasi sempre una visione nuova della Regione, cogliendo sfumature che forse solo un forestiero avrebbe potuto notare. I viaggi in Calabria, un tempo, non erano certo frequenti come oggi, quando ormai diverse zone sono regolarmente prese d’assalto dal turismo di massa.

Altri tempi quando all’inizio del XX secolo l’anglo tedesco Norman Douglas l’attraversò a piedi da nord a sud. Giunto sul massiccio del Pollino scrisse “queste stupende montagne sembrano fondersi, al tramonto, in una nebbia di ametista”. Circa cinquant’anni più tardi una poetessa polacca meno nota, Kazimiera Alberti, dedica a questa Terra un libro dal titolo: “L’Anima della Calabria”.

Le poche righe che riporterò in questo scritto, i calabresi tutti farebbero bene a leggerle e inciderle sulla propria anima e trasmetterle alle future generazioni.

“Quando i Romani erano ancora poveri pastori abitanti in capanne di paglia sostenute da pali, quando Roma era formata da vicoli stretti e tortuosi e casupole di fango, quando il cittadino romano non conosceva ancora la moneta e parti di armatura poste sulla bilancia erano già mezzo di scambio, quando essi mangiavano bigio pane di farro ed usavano vino solo quale medicina mentre alla donna era in generale vietato, quando alle matrone romane era vietato il belletto né conoscevano gioielli ‘poiché anche gli anelli di matrimonio erano in ferro’, quando migliaia di poveri nelle ‘popina’(osteria di Roma antica) mangiavano fave ed aceto e ‘pane plebeo’, qui, sotto il cielo di Calabria, sulle rive dei suoi due mari, Ionio e Tirreno, fioriva già ricca, sensuale, una delle più raffinate culture dell’Umanità: la ‘Magna Grecia’! Abiti eleganti di nobile tessuto, case ricche di marmi ed opere d’arte, artistici gioielli e ceramiche, vasi statuette, mobili ed affreschi, cultura del corpo e recite teatrali, alimenti scelti e vini deliziosi, belle donne ed atleti, città di mezzo milione d’abitanti, rigurgitanti di templi, colonne, acropoli, terme, teatri, processioni religiose, sport, poesia”.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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