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Come sono diversi i comuni!

A Montevarchi (Arezzo) ben 1.738 genitori non pagavano le mense scolastiche.

Ed il sindaco Silvia Chiassai, allora, ha offerto ai loro figli pane ed olio.

Non poteva fare diversamente.

 

Ha, infatti, detto : «Ho trovato una voragine da 500 mila euro nel bilancio per le morosità di mense e trasporti, per la stragrande maggioranza da famiglie non in difficoltà economiche».

Il rischio era che nessuna famiglia pagasse più il ticket.

Ed infatti dopo il pane ed olio, miracolosamente 1730 famiglie hanno pagato il ticket.

Grandi le reazioni, ma questo era il cibo d’elite degli amanteani del dopoguerra. Anche dei ricchi.

Ad Amantea, invece, con i soldi pubblici si fa la illuminazione natalizia delle strade civiche ed in specie per quelle commerciali.

Eppure Amantea è in dissesto.

Ma non sarebbe più logico e giusto che chi vuole attrarre turisti con le luminarie compartecipi alle spese di promozione ? .

Per esempio i commercianti potrebbero illuminare le proprie vetrine con luci natalizie.

O , sempre i commercianti, potrebbero associarsi per vie scegliendo anche direttamente il tipo di luminarie di interesse ma pagandosi i relativi costi.

Alcuni commercianti di via Dogana lo hanno già fatto!

Al più il comune potrebbe offrire gratuitamente l’energia elettrica necessaria.

Ma non di più.

Infatti quella dell’energia elettrica sarà una spesa che, poi, ricadrebbe su tutti, anche su coloro che dalle luminarie non traggono alcun beneficio.

E’ quello che sta succedendo quest’anno a Napoli dove i commercianti di Arenella-Vomero hanno deciso di installare le luminarie con i loro i soldi.

E non sarebbe male nemmeno che i commercianti comprassero le luminarie per riutilizzarle anno dopo anno.

Un gestione diretta ed autonoma delle luminarie, peraltro, metterebbe in competizione il sistema commerciale.

Il comune, invece, a fronte di una intensa compartecipazione del sistema commerciale potrebbe farsi carico della promozione della città per le festività natalizie proponendo non tanto e solo le luminarie, ma anche i presepi nelle chiese e quant’altro della tradizione natalizia, gastronomia compresa.

Luminarie di Salerno

Luminarie di Roma

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La processionaria è presente ad Amantea da anni.

La nuova amministrazione ha ricevuto “ diverse segnalazioni di numerosi nidi”(delibera 59/17) ed ha emanato un atto di indirizzo all’ufficio tecnico manutentivo

Come al solito una delibera molto strana e della quale( ce ne dispiace ) ci è impossibile non parlare

Nella stessa non viene indicato se le segnalazioni riguardano la presenza sui “pini” comunali o sui “pini” privati.

Il fatto che sia stato emanato un atto di indirizzo e non una ordinanza di richiamo del D.M.30 ottobre 2007 contenente “Disposizioni per la lotta obbligatoria contro la processionaria del pino Traumatocampa (Thaumetopoea) pityocampa” ci sembra vogliar indicare che la disposizione riguarda solo i “pini” comunali e non quelli privati.

Questo però fa a pugni con la dichiarata volontà di tutelare la salute degli amanteani e degli ospiti di Amantea , salute che può essere “incisa” dal contatto con i peli urticanti delle processionarie.

Un’altra cosa strana è che sulla delibera si legge “ per contrastare il propagarsi della processionaria occorre procedere ad effettuare dei trattamenti endoterapici direttamente sui soggetti arborei appartenenti ai generi Pinus pin presenti sul territorio comunale” , come se, in sostanza, gli uffici comunali ( o la cooperativa scelta) possano o debbano eseguire trattamenti anche gli alberi dei privati.

Insomma un pasticcio.

E questo senza dimenticare che le disposizioni normative dispongono che “La lotta contro la processionaria del pino Traumatocampa pityocampa (Den. et Schif) e’ obbligatoria, nelle aree in cui le strutture regionali individuate per le finalità di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214, competenti per territorio, hanno stabilito che la presenza dell’insetto minacci seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo” e non ci risulta che Amantea sia stata inclusa tra i tali territori.

Comunque sia va espresso un forte apprezzamento per la sensibilità della giunta comunale alla salute degli amanteani.

Siamo certi che dopo la lotta ai rischi derivanti dagli shock anafilattici provocandi dalla processionaria si avrà attenzione anche alle altre esigenze di salute degli amanteani.

Intendo la casa della salute, la mancanza di specialisti, le liste di attesa infinite , il radiologo ad un solo giorno a settimana, eccetera.

Ah. Impossibile chiudere questo articolo senza aver ricordato agli amici degli animali che il maggior pericolo lo corrono i cani che vengono portati in giro nelle aree nelle quali c’è presenza di pini.

Abbiamo visto immagini terribili di questi poveri animali dopo aver leccato o morso le processionarie. Ci è impossibile mostrarvele!

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In questi casi è sempre molto difficile capire le ragioni di un gesto che è sempre inaccettabile.

Ancora più quando si tratta di un giovane poco più che quarantenne, in buona salute, senza problemi economici ed indipendente.

 

Sta di fatto che Franco Mazzotta gestiva un campetto di calcetto che aveva fortemente voluto utilizzando una parte del suo terreno in quel di Catocastro.

Ed è qui che si è tolto la vita impiccandosi ad un gancio posto sulla scaletta che portava agli spogliatoi ed alle docce del campetto.

Nei giorni scorsi aveva detto alla madre Anna che sarebbe partito.

Ma nessuno ha compreso che si trattava del suo ultimo viaggio.

Dicevamo difficile capire le vere ragioni

Franco aveva vissuto con la madre anziana, ma ancora dedita al lavoro, almeno fino a qualche tempo fa

Poi la signora Anna aveva scoperto il tumore, un male al quale era difficile resistere , un male che non riusciva a vincere , così come al dolore che la attanagliava.

Ed il giovane Franco si è trovato da solo ad affrontare questa dura battaglia della madre e forse non sapeva come fare.

E poi la solitudine che lo avvolgeva.

Franco non era sposato, viveva insieme alla madre.

Dramma della solitudine?

Forse.

Incapacità di affrontare tutto da solo, il lavoro ( conduceva anche un orto), la malattia della madre, la solitudine ….?

Il pensiero di dover vivere da solo il resto della sua vita?

Non è dato sapere.

Quello che sappiamo è che mentre scriviamo decine e decine di ragazzi, amici e qualche parente sono là nei pressi del campetto di calcio ad aspettare il medico legale.

Una vita che si ferma alla prassi, alla burocrazia…

Intanto la povera Anna, avvertita del luttuoso evento, è davanti al vetro del balcone che traguarda lo spettacolo della gente che inane aspetta l’evolversi del triste evento.

Sul posto, ovviamente, i Carabinieri ed una pattuglia dei vigili urbani.

Addio Franco, nessuno ti dirà che erano in molti a volerti bene.

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