
Il sole incessante, le ore dedicate al sonno e alle vacanze, non invitavano più come prima alle feste dell’acqua e della carne; suonavano vuote, invece, nella città chiusa e silenziosa; avevano perduto il metallico splendore delle stagioni felici.Albert Camus
Siamo solo all’inizio della pandemia del Coronavirus e si potrebbero già indicare cambiamenti nell'industria, nella nuova tecnologia, nella sanità e nella salute mentale.
Questa pandemia ha avuto inizio in un sistema mondiale prevalentemente capitalista. Quello stesso capitalismo che da sempre si occupa del profitto attraverso lo sfruttamento di una merce specifica (forza lavoro) da parte dei lavoratori e della sua stessa estensione. Nonostante questa egemonia, il capitalismo è in crisi e la pandemia del Coronavirus si verifica in un momento propizio per il capitale in termini di ristrutturazione, alla ricerca di nuove opportunità di profitto e si rivolge allo Stato come consumatore sovrano.
Allo stesso tempo il capitalismo è incredibilmente fragile e noi ci ritroviamo a descrivere una guerra di classe multidimensionale che si verifica a livello del virus (in termini di diritti di proprietà sulle entità biologiche e del loro sterminio), gli interessi della classe lavoratrice e l'ingrandimento del capitale contro la vita e l'esistenza umana sempre più non indispensabile.
Da un punto di vista anarchico, è possibile osservare come questa pandemia viene utilizzata dai media e in molti discorsi populisti, per glorificare sia la medicina moderna mercificata che i poteri organizzativi dell'apparato statale sempre più repressivo. Ciò potrebbe rappresentare una sfida per gli anarchici, mentre allo stesso tempo i fallimenti dello status quo sono fin troppo evidenti. Questa pandemia ha fatto molto affidamento su volontari auto-organizzati e azioni individuali e collettive per “prevenire”, così dicono, la diffusione della malattia, come indossare mascherine, evitare la folla e rispettare lo spazio degli altri. Anche se lo stato si impegna a parole per far rispettare queste misure, semplicemente non è possibile che lo stato sia ovunque come Dio.
In questo lungo anno abbiamo potuto notare come le disuguaglianze rendano alcune persone più vulnerabili alla malattia e di come queste stesse persone abbiano anche maggiori probabilità di essere più vulnerabili agli effetti delle crisi economiche causate dalla malattia. Si può evidenziare come i circuiti capitalistici conducano all'emergenza e alla rapida diffusione di malattie, escludendo alcune persone dai beni di cui hanno bisogno per sopravvivere quotidianamente all'interno del capitalismo, aumentando la loro vulnerabilità alle malattie.
E’ evidente che i potenti della Terra incoraggiano gli esseri umani a strumentalizzare la natura come fonte pandemica; mentre sarebbe più opportuno discutere delle disuguaglianze di classe ma anche di come la pandemia aggrava le disuguaglianze in termini di razza, genere e sessualità. Alcuni commentatori discutono sottolineando come le pandemie peggiorino le disuguaglianze esistenti e di come questi eventi rivelino le disuguaglianze nascoste. Il punto che andrebbe sottolineato, in particolare in termini di disuguaglianze di classe, è che la politica e la pratica pandemica hanno un ruolo nel creare disuguaglianze e differenziali che prima erano state messe un po’ in disparte.
Quello che sta succedendo non è una conseguenza della pandemia, ma il risultato della politica e della pratica pandemica. Nuove disuguaglianze e distinzioni di classe sono creati dall'azione del governo, dalle imprese e persino dagli enti di beneficenza creature del sistema liberal-democratico occidentale e non solo.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Personale militare della Delegazione di Spiaggia di Amantea, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, ha posto sotto sequestro un’area demaniale di circa 250 mq utilizzata come discarica abusiva, in spregio ai locali vigenti vincoli paesaggistici di preservazione delle bellezze naturali ed in contrasto con le disposizioni del testo unico ambientale.
I militari della Guardia Costiera, impiegati in attività di controllo e monitoraggio per la salvaguardia dell’ambiente marino costiero da fenomeni di inquinamento, hanno rinvenuto, nei pressi della foce del Fiume Oliva, nel territorio ricadente sotto il Comune di Amantea, una discarica incontrollata di rifiuti abbandonati alla rinfusa.
Il sequestro preventivo dell’area si è reso necessario poiché, nel corso del sopralluogo, è stato accertato che i suddetti rifiuti, tra cui anche pneumatici esausti, inerti di attività di demolizione e RAEE, erano in evidente stato di abbandono, configurando una vera e propria discarica a cielo aperto.
Le indagini dei militari della Delegazione di Spiaggia di Amantea proseguiranno, nei prossimi giorni, al fine di individuare i responsabili degli illeciti accertati.
L’attività di tutela dell’ambiente da parte della Guardia Costiera continuerà, senza soluzione di continuità, al fine di salvaguardare e preservare lo stesso, garantendone la fruibilità per la collettività.
I dati sono in costante aumento e coinvolgono in particolare la frazione di Campora San Giovanni.
È quindi necessaria, per la nostra redazione, una scelta decisa e rapida a protezione della popolazione da parte delle istituzioni, che sia la Terna Commissariale o i vertici dell’Asp di Cosenza.
L’analisi aggiornata dei dati regionali, con le indicazioni tecnico-scientifico per il contrasto della crescita epidemiologica, è indiscutibile risulta necessaria, soprattutto nelle province di Cosenza e Catanzaro il rafforzamento della zona rossa.
La pressione sugli ospedali è costante, e sono in aumento i casi gravi.
Il vulnus è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno vuol vederlo.
Un po’ perché i numeri lo giustificano, troppi i contagi in città, per cui è matematicamente impossibile ricostruire le reti del contagio.
Un po’ perché l’attenzione del sistema sanitario e delle istituzioni è tutta concentrata sui vaccini.
E allora, ecco che sul tracciamento la Calabria arranca.
O, meglio sarebbe dire, latita.
A livello nazionale l’’attività di ricostruzione delle catene di trasmissione si ferma al momento al 29,8% dei casi: cioè a meno di 3 su 10 rilevati, in Calabria siamo all’8%.
L’ identificazione dei contagi dei casi passa in Calabria solo attraverso la comparsa dei sintomi: cioè troppo tardi, quando la malattia si è già fatta largo nel corpo dei pazienti, con i rischi che ormai sappiamo esservi correlati.
I dati non ufficiali, in nostro possesso, per il nostro Comune, mostrano un costante aumento dei casi di contagio, sia ad Amantea che a Campora, gli stessi sono esclusivamente effettuati con i test rapidi su base volontaria, ovvero quei test che sono meno affidabili dei molecolari classici, questi ultimi richiedono almeno una giornata per essere processati, non in Calabria dove siamo ad una settimana o più, ma anche più versatili e quindi più utili sul piano dello screening.
Oggi, i dati pubblicati sul sito del Comune di Amantea sono che i soggetti positivi al virus con esecuzione di tampone e in isolamento obbligatorio sono 49, mentre i cittadini sottoposti a "quarantena" sono 113.
Preoccupa la previsione di crescita in linea con i dati Regionali.
Attualmente la Regione Calabria è area rossa e segue quindi i protocolli previsti dal Ministero.
Questo non ci deve allarmare ma rendere maggiormente consapevoli della complessa convivenza con il virus.
Invitiamo la cittadinanza a continuare le quotidiane azioni di autodifesa e controllo, applicando tutte le procedure e le regole che ci sono state indicate dalle Autorità sanitarie regionali e nazionali.
Per responsabilità verso la collettività, sottolineiamo l’importanza dei comportamenti individuali, di ognuno di noi nel avvisare i propri medici di famiglia (anello comunicativo importante dell'emergenza sanitaria) o le utenze di emergenza, in ogni caso di manifestazioni di sintomi".
Moderiamo ai casi strettamente necessari gli assembramenti nei luoghi all'aperto e soprattutto al chiuso, come raccomandato dalle disposizioni di legge.
Gli Istituti scolastici sul territorio di Amantea, per ogni ordine e grado, stanno seguendo le disposizioni previste per l'emergenza sanitaria, anche se quasi la totalità dei genitori sta evitando di mandare i propri figli a scuola, segno che la percezione del pericolo è molto alta.