Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di Gigino Adriano Pellegrini
Se avessimo le capacità di analizzare attentamente ciò che lo Sparaballe ufficiale dell’Amministrazione comunale, va diffondendo per le strade ornate a festa con i “pacchi” di RaiUno, verrebbe fuori tutta l’aberrante e menzognera realtà nella quale la comunità vive. Sparaballe informa i cittadini sul buon operato di quasi un anno di questa Amministrazione. Il ponte sul fiume Kwai - Colongi, l’agibilità del porto, le consulenze a “costo zero”, la raccolta differenziata dei rifiuti, ecc.., ecc.. A tale proposito, ci siamo poste alcune domande nel cercare di capire perché chi amministra il potere, in nome del e per il popolo, mente. Perché, giunto ormai alla fine dei suoi giorni, si ostina a negare l’evidenza? E’ vero, non tutti i politici mentono, e, soprattutto, non sempre mentono, ma questo cocktail di verità e di menzogna è anche peggiore della menzogna palese. Una possibile spiegazione potrebbe essere l’ostinata pretesa di manipolare il vero. Sarebbe troppo riduttivo limitarsi a spiegare la menzogna sistematica dei politici “navigati” con la loro ricerca del consenso ad ogni costo che, nella liberal-democrazia in fase terminale, coincide con la ricerca dei voti. La verità parla da sé, direbbe uno psicanalista, nelle motivazioni oscure, che sono poi le uniche reali. I politici mentono perché disprezzano i propri elettori. Tra la loro ricerca del consenso a ogni costo e la ricerca del bene comune o, quanto meno, della realizzazione di un suo qualche ritratto ideale o finanche ideologico c’è la stessa differenza che passa tra uno stupro e un rapporto d’amore consensuale. I politici, mentendo, confermano il loro incondizionato amore per il sistema liberal-democratico moderno. Non a caso e sistematicamente carpiscono con la brutalità ciò che non possono ottenere dalla libera e consapevole scelta dei loro “sudditi”. La menzogna moderna è fabbricata in serie e si rivolge alla massa. Così, se nulla è più raffinato della propaganda moderna, nulla è più grossolano del contenuto delle sue asserzioni, che rivelano un disprezzo assoluto e totale della verità». La massa – perché il Potere vuole “masse”, non popoli –che credono a tutto ciò che si dice loro. Purché si dica con sufficiente insistenza. Purché si lusinghino le loro passioni, i loro odi, le loro paure. Eppure, anche in politica, la menzogna è un segno di debolezza, non di forza, forse in democrazia ancor più che nei sistemi apertamente totalitari. La menzogna è un’arma. L’arma preferita dell’inferiore e del debole che, ingannando l’avversario, si vendica e ha la meglio su di lui. Ingannare significa anche umiliare e ciò spiega la menzogna spesso gratuita delle persone. La menzogna è comunque sempre un segno di disprezzo.I politici mentono per disprezzo e attestano perciò la crisi profonda del sistema.. Sì, certo, si potrebbe obiettare, non tutti i politici mentono e, soprattutto, non sempre mentono; ma questo misto di verità e di menzogna è forse anche peggiore della menzogna aperta. Il tema non è nuovo, ma i potenti strumenti di comunicazione mediatica danno a queste domande antichissime un significato differente da quello del passato. Per secoli, la menzogna di massa si è confusa con la propaganda e, in modo particolare con l’indicare ai propri sudditi il nemico o il cattivo di turno. Il politico mente anche ai “propri”, cittadini, elettori, sostenitori, in una proporzione che era sconosciuta ad altri tempi pure infelici. Lo sapeva perfettamente Adolf Hitler, che nel Mein Kampf sosteneva espressamente la necessità di mentire se devi mentire alle masse, deve trattarsi di una menzogna così abnorme da essere proprio per questo creduta. La menzogna è, difatti, la quintessenza di tutti i regimi, sia quelli vecchia maniera, come le dittature ideologiche del secolo scorso, sia quelli “soft”, caratteristici del sistema di disinformazione sistematica portato avanti dai poteri forti mediante l’illusione della democrazia elettorale. Qualcuno riderà di queste affermazioni, perché troverà difficile e masochistico ammettere, alla sua stessa persona, l’ aver contribuito all’elezione e consolidamento del potere costituito. La “presenza”, di una “opposizione” democratica, all’interno del sistema garantisce la legittimità dello stesso e tutti vivono e vivranno i festeggiamenti dell’Anno che verrà, per dirla, con le parole del defunto Lucio Dalla, in una famosa lettera all’amico trasferitosi in un’altra Galassia. Se la nostra libertà ci permettesse di decidere come comportarci, di conseguenza la nostra “autenticità” sarebbe un valore da sviluppare secondo il libero arbitrio e non attraverso un’accettazione incondizionata a comportamenti e principi che vengono propinati come giusti e incontestabili come ci conferma e ci rassicura Sparaballe.
Gigino Adriano Pellegrini 6 G el Tarik