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Tra gli anni da discente e gli anni da docente praticamente la mia vita l’ho passata a scuola. Per quasi 40 anni ho insegnato Matematica e Fisica al Liceo Scientifico e per tutti i 40 anni ho sperato, e nel mio piccolo lottato, perché la scuola Secondaria Superiore si riformasse sia negli ordinamenti, nella direzione di una riduzione degli indirizzi nei licei e di una rimodulazione profonda dell’istruzione tecnica e professionale, sia in direzione delle discipline e delle ore ad esse assegnate.

 

Ho sempre ritenuto,e ritengo ancora, che l’obbiettivo della Secondaria Superiore, in un società democratica, dovesse essere quello di fornire ai giovani tra i 13 e 18 anni,futuri cittadini,gli strumenti di conoscenza e le informazioni necessarie per poter leggere,comprendere e interpretare sia il mondo fisico-biologico e l’universo tecnologico, sia l’organizzazione socio-economico della quale fanno parte per partecipare consapevolmente al dibattito e al confronto politico.

Dopo la secondaria superiore un anno, con otto ore al giorno di formazione professionale,potrebbe formare tutte le tipologie di tecnici di cui il mondo del lavoro ha bisogno.

Ma di certo la scuola italiana non aveva,al contrario, per niente bisogno della controriforma approvata con il decreto della “cosiddetta" buona scuola.

Una cosa sicuramente buona della vecchia scuola italiana,era appunto il fatto che restava una isola felice di democrazia,di collegialità e di partecipazione, non infestata dalla corruzione e dalla clientela che sta distruggendo il tessuto sociale ed economico della nostra povera Italia.

l docenti erano assegnati alle scuole rispettando insieme, i loro desiderata e graduatorie pubbliche e controllabili, redatte utilizzando titoli (laurea-abilitazione-concorsi pubblicazioni ecc.),anni di insegnamento e situazioni di famiglia.

Questo garantiva una distribuzione random delle eccellenze e delle mediocrità,cosa sicuramente buona in una scuola pubblica.

Non c’era la possibilità,se non in percentuali minime e fisiologiche,di attivare interventi clientelari da parte della politica nell’assegnazione dei docenti alle scuole.

Con il decreto della “cosiddetta" buona scuola si passa dalla scuola della collegialità alla scuola

autoritaria del dirigente padrone.

La chicca della politica renziana, che anche qui manifesta in modo palese la sua cultura autoritaria, resta la chiamata dei docenti da parte del Dirigente dagli elenchi dei ruoli territoriali e la valutazione dei neodocenti sulla base di un’istruttoria di un docente al quale sono affidate, dal dirigente stesso, le funzioni di tutor, prevedendo anche “verifiche e ispezioni in classe”; e in caso di valutazione negativa del periodo di prova: dispensa dal servizio con effetto immediato, senza obbligo di preavviso.

La chiamata diretta dei docenti da parte dei Dirigenti dagli albi territoriali sulla base dei curriculum e la loro valutazione pone problemi enormi,ne indico soltanto alcuni:

1)quali sono gli strumenti oggettivi che hanno i Dirigenti per preferire questo o quel docente?

E’ proprio fuori da ogni possibilità che si avvierà anche nelle scuole un processo corruttivo e un clientelismo ancor peggio di quello che già esiste nelle Regioni e nelle Aziende Sanitarie?

2) cosa accadrà alle graduatorie interne d'istituto?

le graduatorie interne saranno eliminate e tutti i docenti saranno sullo stesso piano, senza più punteggi e sceglierà il dirigente quale docente sarà soprannumerario e sarà mandato via dalla scuola e spedito a 100-200 Km di distanza? Su quale criterio?

3) i docenti che non sono stati oggetto di richiesta da parte dei dirigenti con quali criteri saranno assegnati alle scuole?

Chi conosce la realtà della scuola italiana sa che la valutazione dei docenti,che è sicuramente utile per premiare i migliori, è una operazione delicata che andrebbe costruita senza improvvisazione e con serie procedure scientifiche, non creando per decreto un super burocrate con il potere di decidere senza averne titoli e competenza.

Faccio un solo esempio:un dirigente laureato in lettere (ingegneria elettronica) quali competenze potrà mettere in campo per scegliere e valutare un docente di Fisica (lettere classiche)? Si affiderà al docente da lui nominato all’uopo?

Immaginate un dirigente che ha il potere di scegliere in una graduatoria (o mandare a 100-200 Km), il figlio,l’amico,l’amante,il galoppino ecc. del politico della zona o l’illustre sconosciuto/a;secondo voi chi chiamerà o chi manderà via nel 90% dei casi (per essere generosi!)?

In questo decreto non c’è nessuna preoccupazione per l’andamento e il miglioramento della scuola italiana,c’è solo un ulteriore conferma,se mai ce ne fosse stato di bisogno,dell’attuazione della cultura autoritaria del renzismo.

E se fra un po' ,ancora regnante Renzi, anche i dirigenti nelle scuole saranno nominati dagli assessori Regionali,come già avviene per i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie, il disegno autoritario sarà completo. E anche nella scuola come nella sanità sarai insegnante o medico pubblico se sarai legato alla clientela politica!

Domande senza risposta:

dopo la riforma elettorale,il jobs act,la riforma costituzionale,la riforma della giustizia,della scuola,il salvataggio di Azzollini, il continuo conflitto con il sindacato ecc.,quale senso ha che Bersani et company e giù nei ranghi inferiori (che comunque hanno la responsabilità storica di aver partorito Renzi), rimangano nella “Ditta” che non ha niente a che vedere né con la tradizione PCI-PDS-DS e neppure con quella DC?

Ma ancora di più, come facciano a stare nel PD tanti piccoli dirigenti e militanti periferici (che nei discorsi vagheggiano e si atteggiano e vogliono ancora considerarsi “di sinistra” -guai a dir loro che hanno subito una mutazione genetica!),che fino a poco tempo fa sembravano schifati di Berlusconi che,a parte le volgarità, ha solo tentato di fare quello che Renzi invece sta facendo?

Misteri del potere!                  Peppe Furano

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Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette ha incontrato 31 militari provenienti da tutto il territorio nazionale che si sono particolarmente distinti nella quotidiana attività di servizio.

Nel corso dell’incontro, che si è svolto nella Sala di Rappresentanza del Comando Generale dei Carabinieri a Roma, alla presenza dei vertici dell’Arma e dello Stato Maggiore, nonché di esponenti degli organismi di rappresentanza dell’Arma, il Generale Del Sette ha consegnato al personale un encomio solenne per i numerosi atti di valore compiuti con generosità e slancio, spesso a rischio della stessa incolumità fisica.

Nell’occasione il Comandante Generale, nel rivolgere il suo plauso per l’eccezionale coraggio e l’esemplare altruismo dimostrati nei diversi contesti operativi, ha ribadito come la storia dei Carabinieri sia costellata di testimonianze di valore, atti che contribuiscono a rafforzare – ieri come oggi – quel legame di vicinanza dello Stato ai cittadini.

Tra i militari premiati, anche gli appuntati Bernardino Francesco Miraglia e Stefano Vommaro, in servizio presso la stazione dei carabinieri di Amantea (Cs) comandante l’indimenticato Maresciallo Diamanti .

Questa la motivazione: “Con eccezionale senso di abnegazione e generoso altruismo, non esitavano a intervenire in soccorso di un anziano rimasto imprigionato all’interno della propria autovettura che, precipitata lungo la scarpata di un fiume, era rimasta pericolosamente in bilico tra la fitta vegetazione. Calatisi lungo il dirupo, riuscivano a estrarre l’uomo dalla vettura e, trasportandolo a braccia lungo un ripido pendio, a trarlo in salvo. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere”

Per maggiori informazioni andate al nostro articolo “ Antonio Marano ringrazia i Carabinieri di Amantea:” Siete i miei angeli” , letto da ben 35968 persone

 

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Al dott. Massimo Scura – Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria

p.c.      Al dott. Gianfranco Filippelli – Commissario Straordinario Asp Cosenza

p.c.      All’On. Mario Oliverio – Presidente Regione Calabria

OGGETTO: Chiusura Laboratorio di Analisi Asp Amantea (CS), richiesta revoca del provvedimento

Gentile Commissario ad acta,avverto il dovere di scriverLe in relazione al DCA n. 84 del 21 luglio 2015 con cui ha deliberato la chiusura del Laboratorio di analisi dell’Asp di Amantea.

Mi permetta di esprimere le mie riserve su questa decisione e di parteciparLe alcune mie brevi riflessioni sull’argomento.

Nessun piano di rientro e/o di razionalizzazione dei servizi sanitari può essere realizzato sulla pelle dei cittadini. Tantomeno creando forti sperequazioni tra utenti.

La garanzia di cure immediate ed efficienti rappresenta un diritto fondamentale dell’individuo nonché un interesse della collettività. Nel caso specifico, privare della contestualità del risultato rispetto al momento del prelievo (o, comunque, allungarne la tempistica) - soprattutto per alcuni tipi di patologie – può rappresentare un grave pregiudizio per la salute.

La contestualità dell’esito rispetto al prelievo è in molti casi fondamentale per la cura della persona: ad esempio, per gli esami concernenti i livelli di coagulazione, per la determinazione della glicemia oraria e della curva da carico glicemico o, ancora, per gli esami colturali dell’urina. Il riferimento è – soprattutto - a pazienti con patologie importanti, come - ad esempio - i dializzati o coloro i quali effettuano terapia anti-coagulante.

La preoccupazione, inoltre, è che trasportare le provette possa anche compromettere la complessiva qualità dei test di laboratorio.

Francamente sta maturando l’idea che si stiano tagliando i servizi, non gli sprechi, in un territorio di circa 30.000 abitanti che nel periodo estivo almeno raddoppia.

Dalle informazioni raccolte, risulta che il Laboratorio di Analisi dell’Asp di Amantea nel 2014 ha svolto più di 200.000 prestazioni (un dato comunque parziale se si considera che i terminali del Cup risultano in alcuni casi sprovvisti di linea). Oltre ai Comuni del Distretto, il servizio soddisfa anche utenti provenienti da Comuni limitrofi come, ad esempio, Falerna, Gizzeria, Martirano Lombardo, Nocera Terinese e San Mango d’Aquino.

Il Laboratorio di Amantea non rappresenta soltanto un servizio fondamentale per i cittadini, ma costituisce un’eccellenza nel campo della diagnostica e della prevenzione. Nei casi urgenti, la consegna dei referti avviene entro un’ora dal prelievo: Lei sa bene cosa significhino tempestività della risposta e rapidità di consegna dell’esame emocromocitometrico – ad esempio - per un paziente con chemioterapia in atto.

La chiusura da Lei decretata diverrebbe altamente penalizzante, in un territorio già depauperato di alcuni servizi essenziali. La preoccupazione è che la strada che si sta percorrendo sia quella di un dissolversi irreversibile della sanità nel territorio di Amantea. A farne le spese sarebbero soprattutto i soggetti più deboli e fragili. Intervenire sui servizi sanitari fondamentali, invece, dovrebbe significare trasferire sicurezze ai cittadini accorciandone la distanza da questi.

Per tali ragioni – per rassicurare la popolazione locale, per dare un senso alla centralità del paziente e per un fatto di giustizia sociale sostanziale e complessiva – Le chiedo di rivedere la Sua decisione revocando il provvedimento di chiusura per restituire servizi essenziali, sicurezze e dignità alle cittadine ed ai cittadini di questo Comprensorio.

Distinti saluti. Amantea, 30 luglio 2015       Enzo Giacco Segretario PD Amantea

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