Scrive il sindaco di Conflenti Giovanni Paola in una lettera indirizzata a tutti i comuni della Calabria, ai presidenti delle province calabresi, al governatore della Calabria ed ai parlamentari calabresi, che “Il 60 % dei Comuni Calabresi sono stati costretti a denunciare episodi di micro (e macro) criminalità contro la Pubblica Amministrazione e tali numeri superano abbondantemente la soglia di sopportabilità per un Paese che si debba definire civile. La cosa più triste è che di fronte a tali drammatici accadimenti, si rimane sempre più soli”.
E’ dalla sua presa di posizione che è derivato l’incontro dei sindaci calabresi in Roma con il Viceministro degli Interni On. Filippo Bubbico e la senatrice Doris Lo Moro.
Molto scarsa ci è parsa la partecipazione dei sindaci( vedi foto grande) come se gli attentati fossero stati cosette da nulla o come se fossero stati dimenticati od accomodati.
Ma la cosa più grave non è l’assenza degli amministratori quanto la affermazione resa dall’On. Filippo Bubbico che, al contrario del sindaco Paola che ricorda la “ineludibile la necessità di una maggiore presenza dello Stato in Calabria per favorire una più serena e tutelata condotta Amministrativa”, pur evidenziando di sapere “ bene che fare l'amministratore in Calabria significa essere esposto a condizionamenti e forti pressioni provenienti da ambienti criminali che cercano di infiltrare il territorio” , ha dichiarato “Molte volte gli amministratori chiedono maggiore presenza sul territorio delle forze di polizia.
Io sono convinto che serva un'efficace distribuzione di queste forze e che militarizzare i territori non serva a nulla se non si crea cultura della legalità. Per fare questo è giusto che gli amministratori del Mezzogiorno per primi si adoperino e agiscano. E' giusto, infatti, che il Mezzogiorno esiga il grande debito che lo Stato ha nei suoi confronti, ma lo stesso Mezzogiorno deve dimostrare di essere credibile, efficace e autorevole, capace di agire e intervenire con consapevolezza e forza per superare gli insopportabili divari. Credo ci siano tanti amministratori in grado di lavorare perché questo avvenga".
Ci sembra come la storia della gallina e dell’uovo
In un contesto se non ‘ndranghetista, quantomeno fortemente privo di legalità è possibile chiedere agli amministratori di essere giusti ed onesti perché sono lo Stato ed anche per sollecitare nella comunità il senso della legalità?
Ma se non lo fanno a chi spetta controllare, se non ai carabinieri?
Una alta presenza dello Stato significa quindi una maggiore opportunità per i calabresi di praticare la legalità , ma anche di esigere legalità.
Proprio per questo non ci sembra possibile che Amantea , sia praticamente l’unica grande città calabrese a non avere un Tenenza dell’Arma o comunque una dotazione organica pari a quella di una Tenenza , tanto più quando manca persino un Posto di Polizia e quando la durata brigata della Guardia di Finanza è a rischio!
Non solo, ma l’altro primato di Amantea è la totale assenza di presidi stabili di forze dell’ordine nella frazione di Campora SG , che ha una popolazione simile ad un medio comune calabrese.
Non si può chiedere ulteriormente altro spirito di abnegazione che oggi offrono i pochi militi della locale caserma dei CC.
Occorre quantomeno potenziarne la dotazione.
Piangere dopo è perfettamente inutile.
Carmela Franco