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Berlusconi come i Pifferi di montagna

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belluIl 13 ottobre si è riunito dopo le elezioni politiche del 25 settembre il Senato della Repubblica per eleggere il nuovo Presidente. Ignazio La Russa esponente e fondatore di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni che ha stravinto le elezioni, è stato eletto Presidente del Senato alla prima votazione con una ampia maggioranza, 116 voti, 17 voti in più della stessa maggioranza del centro destra. Ciò significa che 17 Senatori dell’opposizione hanno votato il candidato La Russa. Non c’è stata, però, compattezza nello schieramento del centro destra. I Senatori di Forza Italia, tranne Berlusconi e la Casellati, non solo si sono astenuti, hanno anche disertato la votazione. Infatti nel momento della chiama non si sono presentati in aula. E ora è caccia ai 17 voti in più al Senato. Letta accusa il Terzo Polo. Renzi si difende:- Non sono stato io. Se fossimo stati noi lo avremmo detto e poi avremmo chiesto qualcosa in cambio-. L’inizio, dunque, della XIX Legislatura inizia con un colpo di scena, Berlusconi che sfida Giorgia Meloni mettendo in discussione il patto sulle Camere per costringerla a rivedere i veti sui futuri ministri azzurri. Vedi il caso Ronzulli. In questo primo round ha vinto la Meloni, Berlusconi ha perso. Non ha previsto che per danneggiarlo sarebbero venuti in aiuto della Meloni alcuni franchi tiratori grazie al voto segreto. Di quanto accaduto la coalizione di centro destra ne esce sconfitta, con le ossa un po’ ammaccate, subendo un grave danno di immagine proprio nel primo giorno in cui si è presentata al paese. Berlusconi come i Pifferi di montagna. Proprio così. I pifferi di montagna andarono per suonare e furono suonati. Questo proverbio si usa per prendere in giro chi voleva darle e invece le ha prese. Berlusconi con l’astensione al Senato voleva mettere in crisi il Governo nascente, non c’è riuscito. Le ha prese perché non aveva previsto l’aiutino che sarebbe arrivato dalle opposizioni per metterlo in imbarazzo e fargli fare una brutta figura. La salita di La Russa sullo scranno di Palazzo Madame è arrivata dopo una staffetta carica di simbolismi storici con Liliana Segre, Senatore a vita, la più anziana dell’Assemblea. Anche io mi sono commosso quando ha ricordato che fra pochi giorni ricorrerà il centenario della marcia su Roma e i giorni tristi, bui e tragici delle leggi razziali volute dal regime fascista e quando lei, bambina, dovette abbandonare i banchi della scuola elementare, sconsolata e smarrita, e deportata nei campi di sterminio. Anche io in quegli anni frequentavo la scuola elementare nel mio paese, San Pietro in Amantea, ma nessuno dei miei compagni dovette abbandonare la scuola perché in paese non c’erano famiglie di origine ebrea. L’elezione del Presidente della Camera, ieri, è andata via liscia. E’ passato il leghista Lorenzo Fontana anche se alla conta mancano 15 voti. Un segnale ancora da decifrare. Nel frattempo esplode il malumore. In un pizzino Belusconi attacca la Meloni.

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