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Redazione TirrenoNews

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dQuesto il comunicato della minoranza."E' inaccettabile che il sindaco Giacinto Mannarino convochi, ogni volta, la Consulta "S. Nicola", da noi fortemente voluta, in ritardo e solo a ridosso di importanti appuntamenti, come la festa patronale del prossimo 3 febbraio".

 

E' quanto affermano i consiglieri di minoranza Nicola Bruno e Franco Cicerelli.

"La battaglia sulla consulta è una nostra battaglia vinta -afferma il capogruppo di minoranza Nicola Bruno- chiesta, con forza, all'indomani del nostro insediamento in consiglio comunale, con la mozione del 26/06/2014.

 

Per noi, la consulta deve rappresentare quel momento sinergico per programmare insieme gli interventi, attraverso la rete locale dei vari attori, pubblici e privati, uniti dall'impegno di realizzare progetti che possano trasformare, sviluppare e riqualificare il territorio, partendo dal fatto che, Longobardi, quale terra di santi, rappresenta un unicum nel panorama regionale.

 

Infatti, è patria non solo di san Nicola Saggio, ma anche del beato Arcangelo di Carlo, della venerabile Elisa Miceli, dei servi di Dio Francesco Presta, Pietro Zupo ed Arcangela Filippelli, nonchè di bellezze storiche legate al culto, come la monumentale chiesa, detta di "S. Francesco di Paola", o la millenaria chiesa della Tauriana".

Proprio il "turismo religioso -prosegue Bruno- dovrebbe diventare viatico di possibili e inediti sviluppi del nostro territorio".

 

Ma ciò è possibile solo"se l'amministrazione coinvolge in questo processo di sviluppo tutti gli attori territoriali, come più volte chiesto, e calendarizzando gli incontri.

Non ha alcun senso convocare la consulta, qualche giorno prima di un importante appuntamento, mettendo i membri di fronte alle decisioni prese dalla giunta, come la cartellonistica sacra o la "Via del santo", peraltro, sparita nel nulla.

 

Bisogna lavorare in sinergia ed avere un calendario.

Convocarci domani 28 gennaio, alle 18:30, per programmare la festa patronale del prossimo 3 febbraio, svuota di significato la stessa commissione".

"Rivendichiamo con forza -conclude il consigliere Bruno- la paternità della consulta e chiediamo che l'amministrazione faccia proprio il compito di programmare, governare, valorizzare e promuovere il processo di sviluppo di Longobardi, attraverso l'interazione fra gli attori territoriali".

NdR: “Ricordiamo che in seno al consiglio comunale del 20 febbraio scorso, il Comune di Longobardi , all' unanimità, ha istituito la Consulta "San Nicola Saggio da Longobardi".

Il regolamento istitutivo, redatto dal capogruppo di maggioranza, dr Antonio Costabile, regolamenta e definisce lo status della Consulta. Essa è un organismo consultivo permanente dell' Amministrazione Comunale, che presenterà proposte inerenti le tematiche culturali e turistico-religiose sugli argomenti affrontati dal Consiglio Comunale che riguarderanno la figura di San Nicola Saggio.

Il ruolo della Consulta sarà molto importante e delicato perché ha tra le sue funzioni quella di promuovere progetti ed iniziative che riguarderanno il Santo in tutto il territorio nazionale.

Favorirà, inoltre, il dialogo tra le varie autorità religiose, civili e istituzionali del territorio”.

Amantea è in pericolo a causa di una continua gestione errata della pubblica amministrazione.

 

Ed il primo pericolo si rivela essere il fatto che nessuno abbia colpa di questa cattiva amministrazione.

Ma forse il maggiore pericolo resta il fatto che il popolo, che ha anche indotto questi errori, non vuol si scoprano né gli errori, né gli autori dei medesimi.

 

E così la situazione di Amantea diventa sempre più seria.

Al punto che ora Amantea è temporaneamente governata da “ externa gens”.

Un governo che il popolo non accetta al punto di chiedere ai propri “senatori” di incontrare il Cincinnato amanteano, togliendolo dai campi che coltiva per avere i cui frutti vivono lui e la sua famiglia, per portarlo al governo della città.

 

Quel Cincinnato che qualcuno, come dice Tito Livio, è la “spes unica populi romani”, cioè l’ultima speranza del popolo ro-manteano.

“I senatori lo conoscono, è uno di loro ed è anche stato console (della città); adesso manda a prendere in casa la toga (fascia) adatta a ricevere questi importanti visitatori e ad ascoltare la loro richiesta”.

 

Lucio Quinzio accettò ed assunse i pieni poteri, sconfiggendo in pochi giorni i nemici e ricevendo in premio dalla Repubblica una corona d’oro di una libbra e poi tornando al suo campicello.

Un veni, vidi, vici (venni, vidi, vinsi) prima di Cesare e con un esito ben diverso!

Ma il Cincinnato amanteano vorrà accettare la proposta di salvare Amantea?

Ed abbiamo davvero ad Amantea un Lucio Quinzio Cincinnato dalla grande semplicità ed austerità di costumi?

Un Lucio Quinzio Cincinnato di nobile famiglia?

Ed il Cincinnato amanteano dopo vinta la battaglia saprà ritornare ai suo campi o vorrà essere un dittatore?

Ed infine Cincinnato amanteano conoscerà la storia del Cincinnato romano?

Sa che, come dice Tito Livio che venne accolto da figli, parenti, amici e dalla maggior parte dei senatori e preceduto dai littori fu "scortato a casa"?.

E sa anche, dice sempre Tito Livio, che : “Accorse in massa anche la plebe, la quale però non era altrettanto lieta di vedere Quinzio, sia perché giudicava eccessiva l'autorità connessa alla dittatura sia perché, grazie a tale autorità, quell'uomo rappresentava per loro un'accresciuta minaccia?.

E quella notte a Roma, tutti vegliarono”.

Se ritorna Cincinnato ad Amantea chi gli tributerà onori, chi dormirà sereno e chi veglierà?

Mah!

Il termine deriva dal latino «obesitas», che indica la condizione di chi è «grasso, grosso o paffuto», a sua volta derivato da «esum», participio passato di «ĕdere» («mangiare»), con l'aggiunta del prefisso «ob» («per, a causa di»). L'uso del vocabolo «obesity» è documentato nella lingua inglese a partire dal 1611.

I Greci furono i primi a riconoscere l'obesità come un disturbo medico.

Ippocrate scrisse che «la corpulenza non è solo una malattia in sé, ma il presagio di altre».

Il chirurgo indiano Susruta collegò l'obesità alle malattie cardiache e al diabete: egli raccomandava il lavoro fisico per curare i suoi effetti collaterali.

Poi l'obesità venne considerata come segno di ricchezza e di prosperità.

Il sovrappeso era comune tra gli alti funzionari europei nel Medioevo e nel Rinascimento, così come nelle antiche civiltà dell'Asia orientale.

A partire dagli anni cinquanta con l'aumento del peso corporeo sono diventate più frequenti le patologie a carico dei reni e del cuore.

I cristiani infine annoverarono il cibo fra le manifestazioni dell'accidia e della lussuria, due dei sette vizi capitali.

Oggi l’obesità è considerata una patologia tipica, anche se non esclusiva, delle società dette "del benessere".

Nel 1997 l’Oms cominciò a riconoscere ufficialmente la natura epidemica globale dell’obesità.

Un americano su tre è obeso. Per questo l'American Medical Association ha inserito l'obesità fra le patologie vere e proprie (e dunque obbligando i medici a considerarne la diagnosi).

Il problema dell'obesità ovviamente non riguarda solo gli americani, ma è diffuso ampiamente in tutto il mondo occidentale: in Italia gli obesi sono sei milioni di persone, il 10% della popolazione, in Francia essi rappresentano l'11,2% della popolazione, in Belgio il 13,5%, in Svezia l'11%. .

Dieta alimentare corretta, esercizio fisico e approccio psicologico sono le basi per la terapia preventiva e curativa dell'obesità; per favorire il trattamento possono essere prescritti farmaci dimagranti che agiscono riducendo l'appetito o inibendo l'assorbimento del grasso.

Ed oggi si ricorre alla chirurgia bariatrica, per esempio introducendo un palloncino intragastrico.

E così oggi il Rotary di Amantea giorno 29 gennaio organizza il convegno pubblico su “Il sovrappeso e l’obesità in Italia, una epidemia iniziata da più di 40 anni”.

Ne parlano presso il Mediterraneo Palace hotel con inizio alle ore 17.30 Salvatore Basso, Giampaolo De Luca “L’obesità come malattia ambientale”, Nicola Perrotta “Il trattamento chirurgico mini invasivo della grave obesità”.

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